La Commissione europea fa retromarcia e ridisegna il futuro della mobilità del continente. Quello che doveva essere il giorno della conferma definitiva per lo stop ai motori endotermici è diventato il giorno del ripensamento. L’esecutivo UE ha ufficialmente rinviato a martedì 16 dicembre 2025 la presentazione del nuovo pacchetto automotive, inizialmente attesa per questa settimana. Il comparto può tirare un respiro di sollievo?
Le indiscrezioni filtrate da Palazzo Berlaymont confermano un cambio di rotta sostanziale: il divieto di vendita per le auto a benzina e diesel dal 2035 non sarà totale. Si va verso una proroga dello stop auto termiche attraverso la revisione dei target di emissione, che scenderebbero dal 100% al 90%, aprendo di fatto alla sopravvivenza dei motori tradizionali alimentati con carburanti alternativi e delle motorizzazioni ibride. Una vittoria dell’asse industriale italo-tedesco che riscrive le strategie di investimento per aziende e famiglie.
Cosa decide l’Europa il 16 dicembre?
Il 16 dicembre la Commissione svelerà i dettagli tecnici della revisione normativa, resa necessaria dalla clausola di salvaguardia prevista nel regolamento approvato due anni fa. Il nodo centrale riguarda la neutralità tecnologica. L’Europa abbandona l’approccio “solo elettrico” per focalizzarsi sull’obiettivo finale: la decarbonizzazione, indipendentemente dalla tecnologia usata per raggiungerla. Le nuove linee guida dovrebbero prevedere:
- nuovo target di emissioni 2035 al 90% della CO2 per le flotte del nuovo immatricolato (invece del 100%);
- quota termica al 10% di veicoli immatricolabili ancora dotati di motore a combustione, purché ad alta efficienza o ibridi;
- via libera ai motori che utilizzano carburanti a impatto zero.
Quali motori si salveranno?
Se fino a ieri l’unica alternativa all’elettrico a batteria (BEV) sembrava essere l’idrogeno, la proroga stop auto termiche riabilita il motore a scoppio, a patto che sia alimentato in modo sostenibile. È il punto di caduta del negoziato tra la linea tedesca, che ha spinto per gli e-fuel (carburanti sintetici), e quella italiana, che ha ottenuto l’apertura ai biocarburanti. Il rinvio del blocco permetterà quindi la vendita oltre il 2035 di:
- auto alimentate esclusivamente a e-fuel;
- veicoli con motori termici compatibili con biocarburanti avanzati;
- probabili deroghe per supercar e piccoli costruttori (la cosiddetta “clausola Motor Valley”).
Conviene comprare un’auto oggi?
L’incertezza normativa ha paralizzato il mercato negli ultimi mesi, ma il quadro si sta chiarendo. Per i consumatori italiani e le flotte aziendali non c’è nessun obbligo di rottamazione forzata. La normativa riguarda esclusivamente la vendita del nuovo dal 2035 in poi.
Chi acquista oggi un veicolo diesel o benzina Euro 6d o Euro 7:
- potrà circolare liberamente fino alla fine del ciclo di vita del veicolo;
- non subirà blocchi alla circolazione derivanti da questa specifica norma UE (restano validi i blocchi locali per smog);
- potrebbe vedere una tenuta migliore del valore residuo dell’usato, dato che il motore termico non verrà vietato nel breve termine.
Cosa cambia per la filiera italiana?
Il rinvio rappresenta una boccata d’ossigeno per la componentistica nazionale. L’Italia, leader nella produzione di parti meccaniche di precisione per motori endotermici, rischiava di perdere decine di migliaia di posti di lavoro con il passaggio repentino al full electric. Il mantenimento di una quota di motori termici e lo sviluppo dei biocarburanti permettono una transizione più graduale.
I dati economici aggiornati al 12 dicembre 2025 indicano una reazione positiva dei titoli automotive sui listini europei, che scontano una minore necessità di Capex (spese in conto capitale) immediati per l’elettrificazione totale, un ritorno di capitali verso l’aggiornamento dei motori Euro 7 e la minore pressione sulla riconversione immediata delle linee produttive di pistoni, cilindri e sistemi di iniezione.










Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it