Misure anti evasione fiscale 2026, stretta su compensazioni fiscali e scambio dati: le novità

Il piano si concentra sul miglioramento dei sistemi di riscossione, utilizzando strumenti tecnologici più completi che coinvolgano i vari organismi fiscali.

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manovra fiscale 2026

La revisione del PNRR introduce nuove misure per contrastare l’evasione fiscale. Le novità, inserite nella manovra, saranno pienamente operative entro il secondo quadrimestre del 2026 e diventano parte integrante degli impegni assunti con Bruxelles. Nel documento inviato alla Commissione europea, rispetto alla prima versione, gli obiettivi vengono alleggeriti. Perché nel 2024 i dati sull’evasione fiscale si sono rivelati peggiori di quelli attesi.

Misure anti evasione fiscale: taglio delle compensazioni fiscali e scambio dati

La revisione si concentra su tre distinti aspetti. In primis, prevede l’utilizzo dei dati delle fatture elettroniche, che saranno messi a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per la riscossione. In questo modo si vuole potenziare la capacità di recupero dei crediti fiscali. L’integrazione dei due sistemi informativi dovrebbe consentire controlli fiscali più tempestivi e una migliore individuazione delle posizioni irregolari.

Poi, nel documento sono ammesse le compensazioni fiscali, ma il procedimento diventa più rigido. Infatti, la soglia massima dei debiti fiscali entro cui è possibile compensare i crediti scende dagli attuali 100.000 euro a 50.000 euro. La misura punta a evitare l’utilizzo delle compensazioni per rinviare pagamenti anche rilevanti allo Stato. Fenomeno questo collegato spesso a operazioni elusive.

Infine, è riconosciuta all’Agenzia delle Entrate la possibilità di inviare comunicazioni preventive quando risultano fatture elettroniche emesse ma non una dichiarazione Iva per lo stesso periodo. Si tratta di un meccanismo di controllo preventivo, con il quale si inviterà a rimediare con l’adempimento spontaneo per evitare l’apertura di contenziosi.

Lotta evasione fiscale, obiettivo 2024 non raggiunto

Nel documento inviato alla Commissione è stata eliminata la milestone M1C1-121, misura che chiedeva di ridurre l’evasione fiscale in Italia del 15% entro il 2024 (con un recupero stimato in 13 miliardi di euro). L’obiettivo, basato sul calcolo delle tasse non versate (escludendo IMU e accise), è stato difficile da raggiungere e, per questo, eliminato. Con gli aggiornamenti della relazione 2025 sull’economia sommersa, infatti, è stato accertato che nel 2024 l’evasione fiscale (misurata dalla “propensione all’evasione”) è stata in realtà peggiore di quanto si pensasse inizialmente. L’Italia, quindi, avrebbe dovuto recuperare una cifra molto più alta di quella prevista. E questo non è stato possibile.

Non tutti gli obiettivi anti evasione sono stati, però, cancellati. Nella nuova versione ne resta uno meno stringente: il governo ha dimostrato che nel periodo 2022-2023 è riuscito a ridurre l’evasione mediamente del 10% rispetto ai livelli del 2019. Inoltre, nella revisione del piano viene evidenziato che tra i risultati già raggiunti figurano anche gli investimenti destinati alla digitalizzazione della Guardia di finanza. Grazie a nuovi sistemi informativi per il contrasto della criminalità economica, è migliorata la qualità dei controlli e il flusso di dati tra le autorità di vigilanza.

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