Ricongiunzione contributi gestione separata INPS e casse professionali: come funziona

Una novità importante per chi ha una carriera lavorativa frammentata tra più enti e periodi contributivi sparsi in diverse gestioni previdenziali.

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Il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha comunicato che è stato semplificato il procedimento di ricongiunzione o ricongiungimento dei contributi coinvolgendo anche la gestione separata INPS. Questo aggiornamento, atteso da anni, riguarda soprattutto professionisti e lavoratori autonomi che nel corso del tempo hanno versato i contributi in casse diverse. Il nuovo sistema permetterà finalmente di riunire i versamenti pregressi per ottenere una pensione unica.

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Ricongiungimento contributi gestione separata INPS, cosa cambia

Se un/a professionista ha versato contributi in altre gestioni (es. INPS dipendenti, Cassa forense, Cassa geometri, ecc.) ora può decidere di trasferire quei periodi e sommarli a quelli della gestione separata. Viceversa, i contributi versati nella gestione separata possono essere trasferiti verso un’altra gestione, incluse le casse professionali private (come ad esempio Inarcassa, EPAP, ecc.). A chiarirlo è una nota amministrativa del ministero del Lavoro.

Questo significa che i professionisti con carriere frammentate tra lavoro dipendente, libero professionale con INPS e periodi con cassa privata possono unificare i loro versamenti (attraverso l’istituto della ricongiunzione) per centrare i requisiti per la pensione o semplicemente per consolidare una posizione unica e completa.

Perché prima non era possibile

La restrizione iniziale derivava da una differenza tecnica legata ai sistemi di calcolo pensionistico.
Quando la gestione separata è stata istituita, si applicava un sistema interamente contributivo, mentre molte altre gestioni (pubbliche e professionali) erano ancora basate in parte sul sistema retributivo o in una fase di transizione. Questa diversità aveva portato, per anni, a considerare la gestione separata come un comparto autonomo e non collegabile tramite ricongiunzione. Oggi, però, con il completo superamento del retributivo e l’allineamento generale al sistema contributivo, non c’è più motivo per mantenere questa separazione.

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Come funziona la ricongiunzione dei contributi

La ricongiunzione è generalmente un’operazione onerosa, cioè ha un costo per il lavoratore. Il professionista sceglie la cassa previdenziale dove vuole far confluire tutti i contributi (la “gestione accentrante”) e i contributi versati nelle altre gestioni (le “gestioni di provenienza”) vengono trasferiti. Ed la gestione di destinazione che calcola quanto costi l’operazione al professionista. I periodi non si sommano, ma si fondono. I contributi trasferiti sono cioè considerati come se fossero stati versati fin dall’inizio nella gestione di destinazione. Pertanto, vengono assoggettati alle regole di calcolo di quella specifica cassa.

Il procedimento per richiedere la ricongiunzione è interamente telematico e deve essere presentato alla gestione (cassa) in cui si desidera accentrare i contributi. Per esempio, se l’ente di destinazione è l’INPS, la domanda si presenta online sul portale INPS attraverso il servizio dedicato “Ricongiunzioni e Riscatti” (o “Portale dei servizi per la gestione della posizione assicurativa”). L’accesso avviene tramite credenziali di identità digitale (come SPID, CIE o CNS). Il sistema guida l’utente nella compilazione, chiedendo di specificare l’area di interesse (privata o pubblica) e di indicare chiaramente la/le gestione/i dove sono stati versati i contributi e la gestione dove si vogliono unificare.

Se la gestione di destinazione è una Cassa professionale privata (es. Inarcassa, CNPADC, ENPAPI), la domanda va presentata direttamente sul portale o con i moduli specifici della cassa stessa, la quale poi avvierà il procedimento con gli altri enti di previdenza. In alternativa al procedimento autonomo, è sempre possibile rivolgersi a un patronato, che può presentare la domanda per conto del professionista.

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