Terreno vulcanico, clima mite, piovosità e tassi elevati di umidità: ecco servita la “formula magica” dell’unicità dell’avocado siciliano che oggi cresce rigoglioso ai piedi dell’Etna. Da frutto tropicale ad eccellenza locale: in poco tempo l’avocado siciliano è entrato a giusto titolo nel novero dei prodotti a marchio made in Sicily vantando qualità distintive rispetto al prodotto di importazione grazie alla vicinanza del Vulcano che garantisce condizioni ottimali per la sua crescita.
Partitaiva.it ha visitato Sicilia Avocado, azienda di Giarre (CT) che grazie alla sinergia con Filiera Agricola Italiana e con Lidl Italia, è diventata il simbolo della resilienza delle aziende siciliane, capaci di trasformare la tropicalizzazione del clima in una opportunità di crescita e di recupero delle zone agricole abbandonate.
Coltivazione avocado siciliano: nell’Isola l’80% della produzione nazionale
La Sicilia si conferma regina della coltivazione dell’avocado con l’80% della produzione nazionale. Secondo il World Avocado Organization (WAO), il consumo annuo pro-capite nazionale di questo frutto è passato da 100 a 800 grammi in dieci anni. L’avocado siciliano non ha conquistato soltanto i consumatori, ma ha anche attirato l’attenzione della grande distribuzione, tra cui Lidl Italia, che ha dato alle aziende produttrici un contributo molto importante in chiave di competitività e crescita sui mercati.
Oggi, infatti, l’avocado viene venduto in tutti gli oltre 780 store di Lidl con oltre 172 tonnellate acquistate nella stagione 2024-2025: numeri destinati a crescere come confermato da Marcello Candelori, direttore acquisti Lidl Italia, il quale, durante la conferenza stampa di presentazione dei dati sulla produzione dell’avocado in Italia, ha raccontato come è nata l’idea di far nascere la linea “Firmato dagli Agricoltori Italiani”. “Lidl Italia – ha detto – ha creduto fin dall’inizio in questo progetto e dall’esigenza di venire incontro alle richieste dei nostri clienti è nata la collaborazione con Filiera Agricola Italiana”.

“Dal 2018 abbiamo sviluppato una linea di prodotti che sono firmati dagli agricoltori italiani e che hanno come valore fondamentale il rispetto della territorialità e dei valori dei produttori e agricoltori che stanno dietro alle materie prime. Abbiamo così creato filiere ad hoc, una di queste è quella dell’avocado”, ha concluso Candelori.
Filiera Agricola Italiana e Lidl: sinergia per portare i produttori direttamente sui mercati
Portare i produttori direttamente sui mercati è l’obiettivo di Filiera Agricola Italiana. “Il settore dell’ortofrutta – ha spiegato Maurizio Marangon, responsabile ortofrutta Italia FDAI – è molto complesso e presenta problematiche che dipendono quasi sempre dalle condizioni del clima. In Sicilia si sono create delle condizioni particolari che hanno fatto sì che l’avocado qui ormai ha una sua zona vocata”. Insieme a Lidl, FDAI lavora ormai da anni con il preciso obiettivo di rendere la filiera la più corta possibile.
Ma c’è un altro tema cruciale che sta alla base della collaborazione e della sinergia messa in atto con imprese e GDO, ovvero la sicurezza alimentare, posto che i prodotti vanno aiutati, sia nella fase di concimazione che sul fronte della difesa dagli agenti patogeni. “Lidl come noi – sottolinea Marangon – è molto attenta a questo aspetto: lavoriamo con al massimo cinque principi attivi e con il 75% in meno della residualità”.
Come mantenete elevati i nostri standard di coltivazione di avocado in Sicilia? “Semplice – risponde – con i controlli che si articolano sia sul campo coltivato che in fase di ricezione dei prodotti. Quest’attenzione è messa nero su bianco sulle etichette dove figura nome e foto del produttore che è il protagonista. Indichiamo poi tre valori: chi coltiva, chi confeziona e chi commercializza per una trasparenza e tracciabilità massima a tutela del consumatore”.
Dove si coltiva l’avocado in Sicilia: la scommessa vinta da Sicilia Avocado
28 mila chili di avocado per ettaro e fino a 200 chili per pianta: benvenuti nella culla storica del tropicale siciliano. Sicilia Avocado è il simbolo della passione siciliana che ha fatto sua una strategia che si è rivelata vincente: offrire un paniere di prodotti tropicali e subtropicali collegandoli fortemente all’unicità di un territorio, quello siciliano, che in virtù di una fortunata combinazione di fattori favorisce livelli elevatissimi di produttività.
“Non abbiamo inventato nulla – esordisce il fondatore Andrea Passanisi – perché le colture tropicali nascono nel versante ionico nel 1959. Venti anni fa, quando avevo 18 anni, ho capito che l’avocado avrebbe avuto una prospettiva di crescita importante. Tutto nacque da un viaggio in Brasile. Tornato in Sicilia, cominciai a piantare avocado, mango, passion fruit. Pensi che ai tempi l’avocado veniva scambiato per zucchina: ero consapevole del potenziale enorme, ma ho capito che era necessario raccontare il frutto, altrimenti avrei fatto fatica a venderlo. Raccontare il frutto significa raccontarne il territorio e le sue peculiarità”.
Sostenibilità, secondo Passanisi, non significa solo risparmiare acqua o energia ma riconoscere le condizioni e le esigenze agronomiche di una pianta e sposarle, legarle alla vocazione del territorio. “La vocazione del territorio – ci spiega il produttore – è la combinazione di fattori ben precisi. Gli avocado migliori nascono qui dove si fondono struttura vulcanica del terreno (che si rigenera, che è ricco di humus e macro e microelementi) un microclima mite e tassi elevati di umidità grazie alla presenza dell’Etna che catalizza le nuvole che lì si bloccano rendendo questa zona tra le più piovose d’Italia. Zafferana, Giarre e Milo, non a caso, sono i tre comuni più piovosi del Sud Italia con oltre duemila millilitri di acqua ogni anno”.
Avocado siciliano, come riconoscere quello coltivato ai piedi dell’Etna
Come riconoscere un avocado siciliano coltivato ai piedi dell’Etna? Passanisi non ha dubbi: basta mangiarlo perché si riconosce per la sua particolare cremosità. Quali sono gli avocado migliori? Il 90% degli impianti di Sicilia Avocado riguarda la varietà Hass, che è la più coltivata. La restante parte riguarda le altre tra cui quella Bacon che ha una buccia liscia e un gusto diverso rispetto alla varietà Hass. “L’avocado – spiega l’imprenditore – è un frutto climaterico, raggiunge cioè la sua piena maturazione appeso all’albero. Ogni tre o quattro mesi noi analizziamo la sostanza secca, come con le brix per l’arancia. Lo facciamo per lotti, per zone perché può variare l’altitudine che è un fattore che influisce poi sulla raccolta”. Dall’analisi della sostanza secca, che consente di separare la massa dall’acqua, è possibile capire quando è il momento giusto per raccogliere il frutto.
Passanisi ci spiega che dopo la raccolta, lentamente, dal verde il colore tende al verde più scuro o al violaceo e al tatto diventa omogeneo e morbido. “Il tasso di riferimento di sostanza secca a livello internazionale è del 21-22% – aggiunge – Noi abbiamo un parametro tutto nostro, che va oltre il 23% e che ci fornisce la certezza che, a maturazione, la polpa è compatta e carnosa”.











Patrizia Penna
Giornalista professionista