- I giovani imprenditori danno vitalità e dinamicità alla ristorazione italiana all’estero: negli ultimi vent’anni sono aumentate le attività presenti in tutto il mondo.
- La maggior parte dei giovani ristoratori titolari di attività all’estero è nata in Italia e ha deciso di spostarsi in altri Stati per promuovere le eccellenze, i valori culinari e le tradizioni culturali del Paese.
- La clientela dei ristoranti italiani all’estero apprezza la qualità dei prodotti, la garanzia delle origini Made in Italy e l’atmosfera accogliente di locali e personale.
La cucina italiana all’estero, alle sue origini, aveva delle radici legate alle migrazioni degli italiani verso il Nord e Sud America e veniva utilizzata frequentemente più come mezzo di sussistenza piuttosto che strumento di affermazione identitaria. Nel corso degli anni, invece, i locali hanno focalizzato la propria attenzione sulla promozione delle eccellenze all’estero e sulle tradizioni culturali di un Paese particolarmente apprezzato anche a livello culinario.
Ad oggi la ristorazione italiana non è solo la più amata, ma anche la più presente nel mondo: secondo le stime della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), ci sono oltre 600 mila locali all’estero, sebbene i ristoranti “autentici” certificati e recensiti siano 2.218 presenti in 60 Paesi esteri e in 451 diverse città.
La presenza maggiore di ristoranti italiani si registra nei Paesi Ue (33%), seguiti da America del Nord (quasi il 30%), Asia e Oceania (23,3%), America Latina (13%) e il restante suddiviso tra Africa, Medio Oriente ed Europa extra-Ue.
Indice
Come è cambiata la ristorazione italiana all’estero
Negli ultimi decenni la ristorazione italiana all’estero ha vissuto un grande sviluppo, soprattutto per il gran numero di nuovi giovani imprenditori che hanno deciso di trasferirsi in un altro Stato per avviare nuove attività in questo settore. Infatti, il 70% degli imprenditori è nato in Italia e solo successivamente si è trasferito per avviare il proprio ristorante oltre i confini nazionali. Nel 33% dei casi, inoltre, le attività godono di una gestione familiare.
Questa è la fotografia scattata dal 37esimo Rapporto Italia dell’Eurispes che, sulla base dei dati di Assocamerestero (2024-25), sottolinea come la ristorazione italiana all’estero sia giovane e dinamica, piuttosto che di seconda o terza generazione. Basti pensare che il 30% delle attività sono state aperte dal 2021 ad oggi e il 44% dal 2011 al 2020.
La vitalità della ristorazione italiana si gioca proprio nell’equilibrio che i giovani imprenditori riescono a trovare tra tradizione e innovazione. Dalle ricette tradizionali si possono modificare pochi ingredienti per rendere un piatto contemporaneo e adatto anche ai palati più raffinati: in questo senso, la cucina italiana continua ad essere un distintivo culturale e narrativo capace di raccontare tradizioni, innovazioni e peculiarità del territorio.
L’offerta gastronomica tra tradizione e innovazione

Quasi la metà delle attività aperte all’estero (il 48%) ha dichiarato di offrire una cucina italiana generica, il 37% offre invece una cucina italiana con piatti esclusivamente tradizionali, mantenendo intatte le ricette tramandate per generazioni, e il 26% ha maggioranza di piatti nel menu appartenenti a una cucina regionale. Solo il 6% dei ristoratori ha dichiarato di offrire un menu con piatti italiani ma ricette rivisitate in base al Paese ospitante.
La tendenza degli imprenditori a mantenere le origini e le tradizioni italiane nei piatti dei loro menu è la chiave che permette ai ristoranti italiani all’estero di raggiungere il successo. Molto spesso, infatti, i turisti di tutto il mondo apprezzano la cucina italiana nella sua semplicità e per la qualità dei prodotti nazionali.
I dati raccolti da Eurispes confermano infatti che tradizione e identità si riconoscono nella qualità degli alimenti (83%) e nella garanzia dell’origine delle materie prime (57%). Anche l’atmosfera (34%), l’arredamento del locale (24%) e l’utilizzo della lingua italiana da parte del personale o nel menu (15%) sono dei fattori particolarmente apprezzati dai clienti delle attività di ristorazione.
L’incontro tra domanda e offerta nella ristorazione italiana all’estero
Così come è cambiata l’offerta culinaria dei ristoranti all’estero, che punta a una cucina prevalentemente tradizionale ma anche innovativa, allo stesso modo la clientela e il target di riferimento si sono modificati nel corso degli anni.
I principali clienti di questi ristoranti italiani all’estero sono cittadini degli Stati dove ha sede l’attività e non hanno alcun legame con l’Italia: nel 50% dei casi, infatti, i cittadini entrano in queste attività per conoscere le tradizioni e i sapori nazionali, mentre nell’altra metà dei casi sono italiani migrati all’estero alla ricerca di accoglienza e calore italiano.
I motivi che spingono le persone a prenotare un tavolo in un ristorante italiano sono principalmente legati allo stare in famiglia, con gli amici oppure per festeggiare ricorrenze importanti. La clientela ha ammesso di frequentare i locali almeno una volta a settimana (37%) o almeno una volta al mese (28%). L’età media è piuttosto equilibrata tra giovani e adulti, considerando che il 48% dei clienti ha meno di 45 anni.
Perché scegliere un ristorante italiano all’estero?
La cucina italiana è espressione della grande cultura nazionale per il 50% dei clienti, che apprezzano il Made in Italy soprattutto per riassaporare il gusto e le tradizioni di un paese ricco di storia che hanno visitato in passato (27%) o per ricordare i piatti e le tradizioni della propria famiglia (12%).
Alcune persone scelgono la cucina italiana per la particolare convenienza economica (20%), o persino per l’apporto nutrizionale e per il fatto che sia salutare (16%).
La presenza di imprenditori più giovani all’estero non ha scalfito l’identità culturale e le tradizioni tanto apprezzate oltre i confini nazionali. La cucina italiana, infatti, continua a rappresentare un potente mezzo narrativo e culturale, capace di tradurre il patrimonio gastronomico nazionale in forme accessibili con le aspettative dei mercati globali.
Nasce il Coordinamento dei ristoranti italiani all’estero
Nell’ottobre 2024 la Fipe ha istituito il Coordinamento dei ristoranti italiani all’estero con l’obiettivo di promuovere l’autenticità e la qualità della cucina italiana nel mondo e per contrastare le imitazioni che danneggiano l’immagine del Made in Italy. Questa rete di imprenditori vuole tutelare e rappresentare una categoria chiamata a promuovere le eccellenze nazionali all’estero.
Attualmente il coordinamento è formato da 15 Paesi distribuiti tra Europa, Asia, Stati Uniti e Sud America e il presidente è Roberto Costa, imprenditore nel settore della ristorazione e fondatore della catena Macellaio RC, attiva nel Regno Unito.
Il compito affidato agli imprenditori titolari di ristoranti all’estero è quello di promuovere e valorizzare un patrimonio economico e culturale di inestimabile valore, equilibrando tradizione e innovazione. La nascita del coordinamento segna un passo fondamentale per la cucina italiana, riconosciuta nel mondo come sinonimo di qualità e tradizione, nonché per il brand del Made in Italy.
Laura Pellegrini
Giornalista e content editor