Essere single in Italia non conviene e costa il 40% in più di vivere in coppia. Eppure, il numero dei “solitari” continua a crescere: oggi i nuclei monocomponenti sono 8,8 milioni e, nel 2050, potrebbero rappresentare il 41,1% degli italiani. Partitaiva.it ha analizzato il fenomeno, per scoprire quanto effettivamente spenda un single in Italia, quali voci di spesa influiscano sul conto mensile e come sia possibile risparmiare. Per farcela, senza troppe difficoltà, serve uno stipendio minimo di oltre 2 mila euro al mese.
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Quanto costa vivere da soli in Italia?
L’autonomia in Italia diventa un lusso dal valore medio di 564 euro al mese, che chi vive da solo spenderebbe in più di una coppia. Almeno secondo le stime di Moneyfarm. Un impatto del 40% sul budget mensile che fa lievitare la spesa media del singolo a 1.972 euro al mese (contro i 1.408 euro a testa per chi convive).
Secondo Confesercenti, la spesa delle persone sole, nel 2024, ha superato i 235 miliardi di euro, pari al 26,2% della spesa complessiva delle famiglie italiane. Una cifra enorme, che sale del 72% rispetto al 2012. Non sempre vivere da soli è frutto di una “libera scelta”: fanno parte della categoria separati e divorziati – che dal 2026 potrebbero godere di un bonus per l’affitto -, vedovi, anziani soli, neolaureati alla prima esperienza e studenti fuori sede. E l’inverno demografico non aiuta.
Perché vivere da single costa di più
Il primo elemento che fa lievitare i costi della vita da single è la casa. Affittare un monolocale o un bilocale nelle grandi città ha un costo elevato e giocoforza non si può condividere il canone con altre persone. Lo stesso vale per i costi di utenze come luce, gas e internet, di cui in famiglia beneficiano più persone, mentre chi vive da solo deve accollarsi in toto.
Quanto spende un single al mese per mangiare
Anche i costi dei consumi alimentari, che dovrebbero risultare in teoria inferiori rispetto a quelli dei nuclei familiari più numerosi, pesano in proporzione di più sul singolo individuo. Basti pensare a tutti i piatti pronti o alle confezioni monoporzione che spesso hanno un costo unitario superiore rispetto alle tradizionali confezioni “famiglia”.
Essendo da soli, poi, la tentazione è proprio quella di comprare qualcosa di già pronto da mangiare, una volta arrivati a casa, evitando così di mettersi ai fornelli. In realtà, quest’abitudine è tra i fattori di maggior impatto sul bilancio mensile per i single, che comprano il 60% di cibi pronti in più rispetto alle famiglie.
Secondo Coldiretti, chi vive solo spende in media 337 euro al mese per cibo e bevande, contro i 266 euro a testa di chi convive, con una differenza di 71 euro (+27%). Considerando che il prezzo al chilo diminuisce, se si acquistano grandi quantità di prodotto, senza dubbio si risparmia comprando le maxi-confezioni e congelando il surplus per le volte successive.
I costi indivisibili dei servizi
Anche le spese legate alla persona costano di più se si vive da soli. In media, infatti, chi vive da solo sostiene spese per trasporti e servizi sanitari superiori di appena, rispettivamente, il 6% e il 15% rispetto a chi è in coppia.
Le utenze “per single” costano di più: come risparmiare sui consumi
Luce, gas, utenze telefoniche costano di più ai single. La colpa sarebbe dei costi fissi, secondo Andrea Plastina e Ilenia Francesca Cannataro, titolari di Eraplas, ufficio di consulenze energetiche e servizi multibrand di Cosenza. “Il numero dei componenti del nucleo incide solo sulla parte variabile – spiegano a Partitaiva.it -. I costi fissi delle utenze, invece, non cambiano in base al numero di persone presenti in casa, ma dipendono esclusivamente dal tipo di contratto, dal contatore e dal fornitore. Il costo fisso dell’energia elettrica, per esempio, è legato principalmente alla potenza disponibile del contatore, che nella maggior parte delle abitazioni è pari a 3 kW”. Il costo medio sarebbe di circa 20 euro al mese, con variazione minime in base al fatto che l’immobile sia residenziale o meno.
Anche per il gas esiste una quota fissa che dipende dal tipo di contatore installato. “Per uso domestico, la potenza calorifica standard è di 38 kW, salvo casi particolari. Il costo fisso medio è di circa 15 euro al mese”, aggiungono. E poi c’è l’immancabile connessione internet.“Ha un costo che varia in base al gestore e al tipo di connessione, ma mediamente si attesta intorno ai 25 euro al mese – specificano i consulenti -. Sommando queste voci, un’abitazione sostiene circa 60 euro al mese di costi fissi, a cui si aggiunge ovviamente la parte variabile legata ai consumi e alle abitudini familiari”.
Le agevolazioni per i single
Ad oggi il sistema fiscale italiano non prevede specifiche agevolazioni dedicate alle persone che vivono da sole. Infatti, molte delle detrazioni e dei bonus esistenti fanno riferimento in particolare al numero dei figli o al reddito familiare complessivo. Ma vista crescita della popolazione single nei prossimi 25 anni e considerando il peso economico di questa categoria nei consumi, le cose potrebbero cambiare nel prossimo futuro.
“Le agevolazioni non dipendono dal fatto di vivere da soli o in famiglia, ma esclusivamente dai requisiti economici e sanitari – chiariscono gli esperti -. Il bonus sociale per disagio economico è riconosciuto automaticamente ai nuclei con ISEE entro 9.530 euro, che salgono fino a 20.000 euro per le famiglie con almeno 4 figli a carico”. Esiste anche un bonus per disagio fisico ma è destinato solo alle persone che utilizzano apparecchiature elettromedicali salvavita. Nulla di fatto, quindi, per chi non convive con altri familiari.
Come risparmiare
“Il primo vero strumento di risparmio è la consapevolezza dei consumi“, ammettono Plastina e Cannataro, che consigliano di cominciare a risparmiare partendo dalle pompe di calore. “In inverno la temperatura ideale è 19–20 °C, sia per abbassare i costi, sia per evitare la proliferazione batterica. Meglio utilizzare vestiti termici, così da mantenere calda la temperatura corporea senza dover alzare quella ambientale – aggiungono -. D’estate, invece, è bene preferire abiti in cotone 100% naturale, che lasciano respirare la pelle. Favorire correnti d’aria naturali ed evitare l’uso continuo del condizionatore è senza dubbio una buona prassi, così come sfruttare al massimo la luce solare, che è gratuita, salutare e stimola la produzione di vitamina D. Nel momento in cui si accendono le luci, è sempre preferibile utilizzare lampadine LED ad alta efficienza energetica”.
Costo della vita dei single in Italia: soffrono anche svago e investimenti
Va da sé che chi più spende, meno risparmia. Si potrebbe pensare che maggiori guadagni dei single compensino il problema ma, anche in questo caso, i dati non sono a favore di chi vive da solo. Si stima infatti che i single guadagnino in media 8 mila euro all’anno in meno rispetto a una coppia, sia per l’assenza di sgravi fiscali o vantaggi finanziari, sia per una minore ambizione lavorativa o contrattazione al rialzo del compenso.
Nel caso delle persone sole, poi, le spese fisse e ricorrenti ogni mese non fanno che assottigliare il margine per il risparmio o gli investimenti. Le ripercussioni si registrano un po’ in tutti gli ambiti della vita quotidiana. I dati pubblicati da Moneyfarm, evidenziano un risparmio tangibile già nel breve periodo, per quel che riguarda ad esempio uscite e svaghi, come cene al ristorante o weekend fuoriporta. Nel caso di una coppia infatti, la spesa mensile media è di 71 euro, mentre il single deve mettere in conto 100 euro per lo stesso tipo di esperienza.
Nel medio-lungo periodo, i dati mettono in evidenza quanto sia sorprendentemente possibile risparmiare d’amore e d’accordo in coppia, rispetto a una vita in solitaria. Più la convivenza è duratura e più il gruzzolo aumenta: in 5 anni di 33.839 euro, in 15 anni di 101.516 euro e in 25 anni di ben 169.194 euro risparmiati. E se, oltre a mettere da parte mensilmente quei 564 euro mensili, si pensasse anche ad investirli, le cifre aumenterebbero anche del 20-30%.










Natalia Piemontese
Giornalista