L’IVA ridotta sulle opere d’arte è stata confermata dal governo, con entrata in vigore dal 2026 e aliquota al 5%. La novità è molto vantaggiosa per chi lavora in questo settore, cambiando radicalmente le aspettative del mondo del collezionismo e delle gallerie d’arte.
La tassa diventa quindi per questo comparto una delle più basse d’Europa, dando una spinta al settore artistico italiano anche nei rapporti con l’estero. A confermare la disposizione è il comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 132 del 20 giugno 2025, anche se le linee guida attuative ancora devono essere pubblicate.
IVA sulle opere d’arte al 5%: la novità
La modifica all’IVA sugli oggetti d’arte era attesa già da tempo e viene confermata per il prossimo anno. Al contrario salgono dubbi sull’applicazione della sugar tax, una delle imposte più discusse per il suo peso fiscale, sulle aziende di produzione e vendita di bibite zuccherate.
L’IVA al 5% sarà quindi applicata sugli oggetti d’arte a partire dal 2026 e coinvolgerà anche altri tipi di prodotti correlati, come libri antichi, francobolli e oggetti da collezionismo. Il decreto Omnibus ha inserito, tra i diversi provvedimenti, anche questa modifica, per sostenere il comparto artistico italiano.
Già da tempo infatti questo settore si trova in crisi per via dell’elevata pressione fiscale, con un’IVA al 22%, molto più alta di quella applicata da altri paesi. Al momento sono Cipro, Malta e Regno Unito ad avere le aliquote più vantaggiose, al 5%, ma solamente sulle importazioni.
Una decisione di questo tipo è storica per l’Italia, per cui le realtà impegnate nell’ambito artistico sono soddisfatte dalla novità, che riporterà in auge la competitività sul mercato del paese.
Come funziona la nuova aliquota IVA
Fino ad ora per l’Italia si prevedeva questa distinzione tra aliquote IVA:
- IVA al 22% per le cessioni di oggetti d’arte;
- IVA al 10% per le importazioni di opere d’arte per cessioni effettuate dall’autore o dai suoi eredi.
Attualmente si applica questa suddivisione e in un primo momento era stata esclusa la possibilità di una percentuale ancora più bassa. Con il cambio di rotta, presto l’Italia potrebbe essere, per la prima volta, sul podio del risparmio fiscale, almeno per questo comparto.
La conseguenza è che tutti i professionisti e le imprese che ruotano intorno a questo settore potranno beneficiare di un sostanziale risparmio, che garantirà anche una più facile vendita dei prodotti d’arte in Italia e all’estero. Molto spesso infatti è proprio l’elevata tassazione a disincentivare l’acquisto di opere made in Italy, prediligendo quelle vendute in altri paesi.
Al momento si attendono ancora le disposizioni specifiche della nuova aliquota, ma non mancano le polemiche sull’applicazione dell’IVA in altri contesti. Ad esempio, non ci sono cambiamenti per ciò che riguarda la tassa sui prodotti igienici e dell’infanzia, beni considerati di prima necessità ma con aliquota al 10%, più alta di quella che presto sarà attuata sugli oggetti d’arte.
Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it