Ires premiale, c’è il decreto attuativo: aliquota ridotta al 20% per chi investe e assume

Le aziende in possesso di precisi requisiti possono ridurre l'aliquota IRES dal 24% al 20%. Cosa prevede il decreto di agosto.

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Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha firmato l’8 agosto il decreto attuativo1 che rende operativa la cosiddetta “Ires premiale”, una misura che porta l’aliquota dal 24% al 20% per le società che rispettano una serie di condizioni legate a utili, investimenti e occupazione.

Possono accedere al regime agevolato soltanto le società di capitali e gli enti commerciali residenti in Italia. Sono invece escluse le stabili organizzazioni, le società di persone, i soggetti in liquidazione concorsuale, chi applica regimi forfettari e tutti i contribuenti che non rientrano nella categoria delle società di capitali. Restano esclusi anche i soggetti in fallimento o in liquidazione ordinaria.

Per ottenere la riduzione dell’aliquota IRES (imposta sui redditi delle società) le imprese devono soddisfare tre condizioni principali.

La prima riguarda la destinazione degli utili. Almeno l’80% degli utili del 2024 deve essere accantonato in una riserva specifica. Questa riserva non può essere distribuita ai soci sotto forma di dividendi, nemmeno in acconto. Può invece essere utilizzata per coprire eventuali perdite pregresse.

La seconda condizione riguarda gli investimenti. L’impresa deve realizzare spese pari almeno al 30% dell’utile accantonato o al 24% dell’utile del 2023, scegliendo la soglia più elevata. È previsto un minimo assoluto di 20.000 euro. Gli investimenti devono essere effettuati tra il 1° gennaio 2025 e la scadenza della dichiarazione dei redditi 2025, dunque fino a fine settembre o ottobre 2026 a seconda del termine che sarà fissato. Non tutti i beni sono ammessi: valgono soltanto quelli inseriti negli allegati A e B, cioè i beni agevolati nell’ambito di Transizione 4.0 e i progetti di Transizione 5.0 che comportano una riduzione dei consumi energetici superiore al 3%.

La terza condizione riguarda l’occupazione. Nel 2025 il livello occupazionale misurato in ULA (Unità Lavorative per Anno) non deve essere inferiore alla media del triennio precedente. È richiesto inoltre un incremento del personale a tempo indeterminato pari almeno all’1% rispetto al 2024, con un minimo di una unità. Non è ammesso ricorrere alla cassa integrazione guadagni ordinaria nel 2024 e nel 2025.

Il beneficio decade se le imprese distribuiscono la riserva o cedono i beni acquistati. In questi casi scatta l’obbligo di restituire le imposte non versate, con interessi e sanzioni. La stessa cosa può accadere in presenza di operazioni straordinarie, regimi di consolidato o trasparenza fiscale, situazioni che andranno valutate caso per caso.

Tutti i requisiti per l’IRES premiale sono spiegati nel dettaglio anche qui.

  1. https://www.finanze.gov.it/export/sites/finanze/.galleries/Documenti/Decreti_Ministeriali/Decreto_Ministeriale_IRES_premiale_v.07082025_final_Firmato_PROT.pdf ↩︎

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