Un recente rapporto Inapp ha rappresentato un quadro non positivo sul numero di pensionati per ogni lavoratore in Italia. Entro il 2050 si registrerà un rapporto uno a uno: per ogni lavoratore attivo, ci sarà un pensionato. L’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche ha messo l’Italia agli ultimi posti.
L’invecchiamento della popolazione e il calo demografico sono fattori che incideranno sull’intero comparto lavorativo e pensionistico italiano nei prossimi anni, rendendo poco sostenibile l’attuale sistema.
Crisi demografica in Italia: i numeri
Gli ultimi dati evidenziano criticità strutturali per il bel paese, primo al mondo in cui gli over 65 hanno superato gli under 15 già negli anni Novanta. Un trend che non ha fatto altro che accentuarsi nel corso del tempo, per cui oggi si assiste ad una marcata presenza di anziani nel paese e al crollo delle nascite.
Il rapporto tra over 65 e cittadini tra 15 e 64 anni al momento attuale è al 40% e potrebbe salire esponenzialmente nei prossimi anni, arrivando al 66% nel 2027. Le statistiche mostrano anche quanto questa tendenza impatterà nel mondo del lavoro e sull’attuale sistema pensionistico, per cui ci sarà un rapporto uno a uno tra lavoratori e pensionati entro il 2050.
La crisi demografica è caratterizzata da una bassa natalità, ai minimi storici per l’Italia: l’Istat ad aprile 2025 aveva rilevato un tasso di natalità del 6,3 per mille. Dati che proseguono al ribasso, tenendo presente che si stimano 1,18 figli per donna.
Rispetto all’Europa, l’Italia è il terzo paese per popolazione, ma è anche quello in cui la crisi demografica si fa più sentire. Le motivazioni sono da ricondurre da un lato alla bassa fertilità, ma anche alle cause per cui non si fanno più figli: instabilità economica, costi elevati per sostenere la famiglia, difficoltà dei genitori nell’alternare il lavoro alla cura dei più piccoli.
Crisi demografica: impatti e possibili soluzioni
Un andamento di questo tipo ha un impatto anche sul lavoro e sulle pensioni, tenendo presente che per ogni lavoratore corrisponderà un pensionato nel 2050. L’Inapp tra le soluzioni però non inserisce l’aumento della fecondità nel paese.
Questo perché in futuro si assisterà ad un calo del numero delle donne in età feconda, come effetto diretto della denatalità attuale. Un corto circuito per cui sembrano inutili tutte le iniziative volte ad incentivare le nascite e sostenere le famiglie.
Dall’altro lato della medaglia c’è la questione delle pensioni: attualmente le prospettive per i giovani di accesso alla pensione si fanno sempre più lontane, in un sistema che concretamente nel 2050 potrebbe non reggere più. L’immigrazione è uno dei tasselli positivi per la demografia italiana, anche se non del tutto risolutivo, mentre politiche mirate a sostenere l’invecchiamento delle persone sono più che mai necessarie.
Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it