Le entrate fiscali 2025 sono in aumento, se si considera il periodo da gennaio a luglio. A dirlo è il bollettino del dipartimento delle Finanze. Ci saranno dunque risorse inattese per supportare la prossima manovra fiscale 2026? Tra la crisi economica e politica e l’imposizione dell’UE di ridurre il deficit, il MEF frena l’ottimismo. E poi c’è l’incognita difesa sui conti, anche se il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in occasione del 51° Forum Ambrosetti a Cernobbio – afferma che si tratti di un’ipotesi infondata.
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Entrate fiscali 2025: i dati
Le entrate fiscali nei primi 7 mesi del 2025 ammontano a 336.766 milioni di euro, con un aumento di 8.401 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+2,6%). La crescita è dovuta soprattutto alle imposte indirette, che ammontano a 142.271 milioni di euro e registrano un +6.895 milioni di euro rispetto al 2024 (+5,1%). Le imposte dirette – che raggiungono quota 194.495 milioni di euro – segnano una lieve flessione positiva, dello 0,8%.
Imposte dirette, a pagare di più sono gli auonomi
Tra le imposte dirette, il maggior contributo arriva dall’IRPEF, con un incasso di 128.769 milioni di euro (+1.082 milioni di euro, cioè +0,8% rispetto al 2024). Al netto di possibili tagli per il ceto medio, a pagare sono soprattutto gli autonomi, che garantiscono 8.929 milioni di euro (+519 milioni di euro, pari a +6,2%). I versamenti in autoliquidazione IRPEF segnano un aumento del 47%.
In aumento anche l’IRES del 16,4%, con un gettito di 3.215 milioni di euro. Seguono l’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, le ritenute sugli interessi e altri redditi di capitale. L’imposta sui redditi da capitale e sulle plusvalenza segna +158,7%, mentre l’imposta sostitutiva sui fondi pensione +499,6%.
Imposte indirette, decollano le accise
L’IVA aumenta appena del 2,9%, con 2.775 milioni in più a favore delle casse dello Stato. Tra le altre imposte dirette, aumentano gli incassi de: l’imposta di registro (+188 milioni di euro, cioè +5,4%); l’imposta di bollo (+1.941 milioni di euro, con un incremento del +32,8%); le tasse e imposte ipotecarie (+15 milioni di euro, ovvero +1,4%).
Sul fronte energia, l’accisa sui prodotti energetici, loro derivati e oli minerali raggiunge i 13.880 milioni di euro, con un incremento del 2,5%. L’accisa sull’energia elettrica e gas addizionali segna +14,9% e quella sul gas naturale per combustione il +42,9%.
Quanto vale la lotta all’evasione fiscale
Nei primi 7 mesi del 2025, all’attività di accertamento e controllo si devono soltanto 9.051 milioni, seppure la quota sia in aumento del 7,2% rispetto al 2024. Di questi, 4.665 milioni di euro derivano dalle imposte dirette (+15,4%). La quota delle imposte indirette si è ridotta dello 0,3%, comportando una diminuzione di 14 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
Il “tesoretto” delle entrate fiscali 2025
I dati sembrerebbero a primo acchito incoraggianti, tanto da spingere a pensare che possa esserci un “tesoretto” a disposizione della prossima legge di Bilancio per ridurre le tasse. Ma il MEF frena l’ottimismo, visto il delicato equilibrio macroeconomico. La crescita a rilento, i mutamenti geopolitici, i dazi USA e il regolamento europeo sul bilancio – che impone di vincolare gli extra gettiti e i risparmi sugli interessi alla riduzione del deficit – non fanno presagire nulla di buono e sono un continuo monito alla prudenza. Anche in virtù delle risorse da impiegare per la rottamazione delle cartelle esattoriali, per la riduzione delle aliquote IRPEF, per i bonus ai lavoratori dipendenti e per l’incognita difesa.
Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it