Caro bollette, caro spesa alimentare, caro vacanze e adesso pure caro libri. Per le famiglie italiane è diventato sempre più difficile far fronte alle spese ordinarie e straordinarie. Al vaglio del governo Meloni l’ipotesi della detrazione dei libri scolastici al 19%. Ecco come potrebbe funzionare, quando arriverà e l’elenco completo delle spese scolastiche detraibili.
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Spese scolastiche, fino a 1.000 euro per l’acquisto di libri e altro materiale
190 euro alle scuole medie, 279 euro al liceo, 167 euro negli istituti professionali e 241 euro negli istituti tecnici: è la spesa media per l’acquisto di libri scolastici (dizionari esclusi) stimata per il 2025 dall’Associazione Italiana degli Editori sulla base dei prezzi di listino forniti dagli editori e delle delibere dei consigli di classe. Numeri con i quali l’Aie ha inteso smentire la diffusa convinzione secondo cui a causare effetti devastanti sui portafogli delle famiglie in vista del rientro a scuola dei propri figli sarebbe esclusivamente l’aumento dei prezzi dei libri scolastici.
Ma a pesare è ovviamente la spesa complessiva delle famiglie. Il sondaggio realizzato da Izi, azienda di analisi e valutazioni economiche e politiche, ha rivelato che quest’anno 11 milioni di italiani hanno rinunciato alle vacanze estive a causa dei costi troppo elevati e alle esigenze di risparmio. Ma l’istruzione non rientra di certo tra le spese superflue o differibili. Tra libri scolastici, dizionari e strumenti di studio, mamma e papà possono arrivare a spendere anche più di 1.000 euro.
Caro scuola, la “colpa” non è soltanto dei libri scolastici
Secondo l’Aie, la crescita dei prezzi dei libri scolastici rispetto al 2024 è dell’1,7% per le scuole secondarie di primo grado e dell’1,8% per le scuole secondarie di secondo grado: “Incrementi in linea con l’inflazione”, spiegano in una nota.
Se per l’Aie la spesa per i libri scolastici viene annegata in un calderone che comprende anche zaini, quaderni e molto altro ancora, “con valori assoluti e incrementi percentuali anno su anno molto più alti di quelli riferiti ai soli libri e la cui variabilità è molto ampia e dipendente, tra le altre cose, dalla libera scelta di materiali griffati o meno”, per tantissime famiglie resta comunque un problema reale. Un problema che andrebbe affrontato, ad esempio, garantendo la gratuità dei testi fino ai 16 anni, così come proposto dall’Associazione Italiana Genitori. Ed è proprio in questa direzione che va la proposta di legge presentata dal Partito democratico e che guarda a un obiettivo più ampio di rafforzamento del welfare studentesco, anche attraverso l’aumento dei fondi per le mense e i trasporti e interventi concreti per coprire le diseguaglianze territoriali.
Chi ha diritto ai libri gratis al momento sono gli alunni della scuola primaria (indipendentemente dal reddito) e gli studenti delle scuole secondarie che appartengono a famiglie con un ISEE rientrante nelle fasce di reddito stabilite da ogni Comune o Regione.
Detrazione libri scolastici del 19%, risparmio fino a 190 euro: come funziona
La fragilità del nostro sistema educativo è stata denunciata in più occasioni. E non solo dagli addetti ai lavori. Il rapporto “Investing in Education 2025” della Commissione europea ha certificato che l’Italia è maglia nera in Europa per investimenti pubblici nell’istruzione. Tuttavia, le cose potrebbero presto cambiare. Il governo, infatti, è impegnato nella progettazione di un sistema di aiuti stabile e strutturale come quello che supporta i contribuenti quando affrontano le spese mediche o sportive. Una misura che potremmo ritrovare già nella prossima manovra di Bilancio e la cui entrata in vigore potrebbe coincidere con settembre 2026. L’impatto sulle casse pubbliche, secondo le prime stime, potrebbe essere compreso tra i 50 e i 100 milioni di euro all’anno, un importo che diminuirebbe nel tempo a causa del calo delle nascite.
L’intento del governo sarebbe quello di far salire il tetto massimo per le spese detraibili relative all’istruzione non universitaria da 800 a 1.000 euro per studente. Ciò significherebbe la possibilità di recuperare il 19% dell’importo, quindi fino a 190 euro, a partire dalle spese effettuate nel 2025, che saranno dichiarabili nel 2026. Il meccanismo si basa sull’art. 15 del Tuir che introduce detrazione piena per chi ha un reddito inferiore ai 75.000 euro, calcolo progressivo oltre questa soglia, tenendo conto del numero di figli a carico.
Dalla retta alle gite: l’elenco delle spese scolastiche detraibili
L’ipotesi allo studio del governo piace al presidente di Ali Confcommercio, Paolo Ambrosini. “Librerie e cartolibrerie – dice – da sempre sono a fianco delle famiglie e della scuola con un servizio offerto tutto l’anno anche di testi scolastici usati. Questo malgrado, negli anni, i meccanismi della filiera editoriale abbiano imposto sensibili riduzioni alle marginalità delle nostre imprese per le quali rivendichiamo la necessità di maggiore attenzione e rispetto per il ruolo svolto nel mercato. Con la detrazione si andrebbe a completare il quadro degli strumenti a sostegno delle famiglie per affrontare la spesa dei libri scolastici che attualmente sono: il buono regionale per le situazioni di disagio economico e sociale – per il quale è necessaria una revisione nei meccanismi di distribuzione – e il welfare aziendale ancora non esteso a tutti i contratti”.
Il riferimento di Ambrosini è al bonus libri scolastici, un aiuto economico rivolto alle famiglie con figli studenti e redditi bassi. Il contributo, valido per l’anno scolastico 2025-2026, viene gestito da Regioni e Comuni con modalità diverse, a partire dai limiti Isee fino alle finestre temporali per presentare la domanda.
Le spese per i libri scolastici sono detraibili? Attualmente no. Anche zaini, astucci e cancelleria restano al momento esclusi da benefici fiscali. Rette, gite, mensa e trasporti, invece, sono alcune tra le principali voci di spesa che possono essere portati in detrazione e sulle quali si sofferma più nel dettaglio il ministero dell’Istruzione e del Merito.
Limiti di detrazione spese scolastiche
Il limite massimo di detrazione varia in base al tipo di scuola frequentata:
- per le università non statali, l’importo delle spese detraibili non può superare la soglia stabilita da un decreto del ministero dell’Università e della Ricerca (MUR);
- per gli asili nido, il limite massimo dell’importo detraibile è di 632 euro per ciascun figlio (quindi la detrazione massima ammonta a 120 euro all’anno);
- per la scuola materna, elementare, media e superiore il tetto massimo di spesa è di 800 euro per ogni alunno (quindi si può scaricare fino a 152 euro);
- per le università pubbliche non c’è un limite massimo di spesa; quindi, la detrazione del 19% spetta sull’intero importo delle spese sostenute.
Patrizia Penna
Giornalista professionista