Debito pubblico: le stime NADEF e le previsioni per la manovra 2024

Il debito pubblico continua ad essere alto in Italia, nonostante il lieve calo degli ultimi anni. Ecco le previsioni per il 2024 con gli ultimi dati NADEF.

di Valeria Oggero

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  • La recente pubblicazione della NADEF prende in considerazione diversi parametri economici del paese, in previsione della manovra 2024, compreso il debito pubblico.
  • L’Italia è uno dei paesi con debito pubblico più elevato, con un record segnato a luglio 2023.
  • Uno degli obiettivi del governo è di ridurre il debito pubblico almeno di 0,6 punti percentuali di PIL entro il 2026.

La questione del debito pubblico italiano è da tempo al centro dell’attenzione, soprattutto perché il nostro paese ha superato diversi record, a confronto con altri stati europei e extraeuropei, che riguardano proprio il suo valore.

Recentemente è stata approvata la NADEF, ovvero la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, che contiene le indicazioni per le risorse da destinare alla prossima Legge di Bilancio 2024 e altri dati importanti che riguardano le finanze del paese.

Il documento affronta anche la questione del debito pubblico, rilevando come nel 2022 l’indebitamento netto sia stato inferiore rispetto all’anno precedente. Per il 2023 tuttavia il problema dei tassi di interesse in aumento influisce anche sulle casse dello Stato. Vediamo in questo articolo perché.

Debito pubblico in Italia nel 2023

Il debito pubblico da tempo è un tasto dolente dell’economia italiana, tant’è che l’Italia si trova quasi ogni anno sul podio per l’entità del debito. Ma cosa si intende per debito pubblico? Si tratta del debito che effettivamente uno stato ha cumulato verso altri soggetti, che possono essere stati esteri, banche, imprese e così via.

Prendendo come riferimento gli ultimi dati Confindustria1, il debito pubblico italiano per il 2023 è stimato, in rapporto al PIL, è al 142,9%, in leggera discesa rispetto all’anno precedente. Come riporta invece il recente documento NADEF2, una leggera discesa si è riscontrata anche mettendo a confronto gli anni 2021 e 2022:

“In termini assoluti, l’indebitamento netto del 2022 è stato di 151,9 miliardi, un livello inferiore di 9,3 miliardi rispetto al 2021.”

Da questi dati si può rilevare un trend positivo per ciò che riguarda il riassorbimento del debito pubblico, tuttavia questo trend potrebbe non essere sufficiente a ristabilire gli equilibri dell’economia italiana, specialmente in un periodo inflazionistico come quello attuale.

Parlando in termini economici, un debito pubblico alto può mandare uno stato in deficit, ovvero si troverebbe in debito con un ampio numero di soggetti.

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Debito pubblico e NADEF: tutti i dati

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Nonostante i segnali positivi degli ultimi anni, la nota NADEF rileva anche un passaggio critico: non si prevede una discesa consistente del debito pubblico per i prossimi anni. La discesa sarà quindi esigua, e ancora una volta l’Italia si troverà sul podio per maggiore debito contratto.

Il documento rileva infatti i seguenti punti per questo e per i prossimi anni:

  • al termine del 2023: debito al 140,2% del PIL;
  • 2024: debito al 140,1% del PIL;
  • fino al 2026: debito al 139,6% del PIL.

In caso di debito alto, ogni stato europeo deve mettere in campo delle misure per il riassorbimento, tuttavia per l’Italia è ancora lontano il momento in cui si registrerà una discesa consistente.

Ma quali sono le dinamiche economiche che attualmente investono il paese, e quali le soluzioni portate avanti dallo stato? Abbiamo qui indicato alcuni dei principali fattori che influenzano il debito pubblico attuale e le soluzioni proposte dal governo.

1. La soluzione delle privatizzazioni

Una delle soluzioni annunciate dal governo di fronte ad un debito pubblico così elevato è quella delle privatizzazioni. Cosa significa, in parole semplici? Per compensare il debito, lo stato mette in atto azioni di aumento progressivo del PIL, ovvero del Prodotto Interno Lordo, tramite privatizzazioni.

Oltre a strategie e incentivi di natura economica, il governo tramite NADEF ha confermato la volontà di mettere in atto delle privatizzazioni con l’obiettivo di aumentare di un punto percentuale il PIL: un traguardo difficile da raggiungere, che corrisponde a circa 20 miliardi di euro.

La privatizzazione consiste nella vendita di aziende pubbliche o partecipazioni ad aziende private. Si prevede quindi che alcune società di controllo dello stato (è ancora presto per definire quali) verranno spostate al settore privato. In questo modo si consoliderebbe l’obiettivo di aumentare il PIL di un punto percentuale, secondo l’attuale governo, dal 2024 al 2026.

2. L’aumento dei tassi di interesse

Uno dei problemi collegati al debito pubblico è anche quello dei tassi di interesse in aumento, che hanno portato a non poche criticità ai cittadini. Negli ultimi mesi infatti, a seguito delle decisioni dalla BCE sui tassi di interesse, molti cittadini con un mutuo aperto a tasso variabile hanno dovuto fare i conti con un aumento della rata mensile da pagare alla banca non indifferente.

Questa situazione sta disincentivando l’acquisto di nuovi immobili, per cui i cittadini si trovano nella situazione di optare per altre soluzioni. Il mercato immobiliare di conseguenza sta risentendo di questa dinamica, per cui le compravendite sono crollate in tutta Italia.

Ma l’aumento dei tassi di interesse non ha messo solamente in ginocchio il mercato immobiliare, perché questi tassi influiscono anche sulle somme che lo stato deve pagare per prestiti di varia natura a diversi soggetti, come le banche.

Questo significa che anche lo stato si trova di fronte a somme più elevate da restituire ai soggetti con cui si trova a debito, e questo peserebbe, per una certa parte, sul debito pubblico. Nella pratica, l’aumento dei tassi di interesse porta lo stato ad una maggiore difficoltà nel restituire le somme acquisite.

3. Le risorse per il superbonus 110%

Uno degli scogli individuati dal governo attuale per il reperimento di risorse è quello del superbonus 110%, che è costato allo stato molti più fondi di quanto previsto inizialmente. Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha infatti individuato tutte le criticità di questo sostegno.

Se da un lato ha incentivato il lavoro e le imprese nel settore edile, dall’altro lato ha comportato una ingente spesa pubblica, per cui rispetto al governo precedente, l’intenzione chiara di questo esecutivo è quella di limitare i bonus per l’edilizia, e diminuire progressivamente i vantaggi del superbonus, oltre che la platea di possibili beneficiari.

La Fondazione Nazionale dei Commercialisti aveva individuato gli effetti macroeconomici e di finanza pubblica del superbonus 110%, rivelando un impatto positivo sull’economia del paese, ma con una spesa pubblica non indifferente3:

“Così come, in base a quanto già anticipato, è noto che nei tendenziali della Nadef 2022 la stima
inizialmente contenuta nelle singole Relazioni Tecniche che accompagnavano i vari provvedimenti
relativi al Superbonus 110%, pari a 36,55 miliardi di euro, è stata aggiornata a 61,2 miliardi di euro.”

Questa cifra è poi aumentata ancora successivamente, in base agli studi degli esperti per il 2023.

Debito pubblico e Legge di Bilancio 2024

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Il governo sta cominciando a lavorare sulla Legge di Bilancio 2024, che conterrà diverse misure per il prossimo anno, sia sul piano fiscale che per il lavoro, le imprese e diverse aree di intervento importanti per il paese.

Tuttavia la problematica principale, intorno alla nuova manovra, è quella del reperimento delle risorse: sono stati stimati dal NADEF 14 miliardi di euro per la prossima Legge di Bilancio, e il governo ha presentato una apposita relazione per ricorrere ad un aumento dell’indebitamento netto, pur mantenendo la linea della diminuzione del deficit.

Le risorse stimate saranno del 5,3% del PIL, destinate a diversi interventi che verranno contenuti nella Legge di Bilancio 2024, come:

  • conguaglio anticipato per l’adeguamento alle pensioni in base ai dati Istat aggiornati;
  • misure per le PA;
  • misure per i flussi migratori;
  • taglio delle tasse;
  • misure per le famiglie;
  • rinnovi contrattuali nella PA nel settore sanitario;
  • investimenti in linea con il PNRR.

Per il momento è ancora presto per definire quali saranno nello specifico i provvedimenti che verranno attuati con la prossima Legge di Bilancio, tuttavia andranno a toccare da vicino lavoratori, imprese e famiglie.

Debito pubblico, Nadef – Domande frequenti

Cos’è il debito pubblico?

Il debito pubblico rappresenta le somme che lo stato deve a diversi soggetti, come imprese, banche o soggetti esteri. Ecco qual è il debito italiano.

Debito pubblico: quali sono le stime della NADEF?

Secondo il documento NADEF, si stima che il debito pubblico scenderà leggermente nei prossimi anni, tuttavia il governo ha anche chiesto un nuovo deficit per la prossima manovra.

Debito pubblico, come influisce sulla Legge di Bilancio 2024?

Il debito pubblico attualmente è elevato, mentre le risorse per la prossima Legge di Bilancio sono limitate. Ecco le ultime mosse del governo.

Debito pubblico in Italia: qual è nel 2023?

Nel 2023 il debito pubblico sale a 2.859 miliardi di euro.

  1. Rapporto di previsione primavera 2023, Confindustria.it ↩︎
  2. Documento di Economia e Finanza 2023, Mef.gov.it ↩︎
  3. Effetti macroeconomici e di finanza pubblica del Superbonus 110%, del 5 giugno 2023, Fondazione Nazionale dei Commercialisti ↩︎
Autore
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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