A puntare gli occhi sugli influencer non sono soltanto i follower che, online, garantiscono il successo dei digital creator. Assieme a loro c’è pure il Fisco che, sempre più, punta a verificare la corrispondenza tra incassato e dichiarato. L’Agenzia delle Entrate sta inviando loro dei questionari, ecco di cosa si tratta.
Controlli sugli influencer: i questionari
I questionari inviati dall’AdE riguardano l’anno d’imposta 2020. A essere richiesti sono i dati sulle piattaforme utilizzate, i contratti sottoscritti, i diritti d’autore dichiarati e i compensi incassati.
In particolare, il Fisco punta a individuare i compensi “occulti”, ovvero quelli avvenuti in natura, su conti esteri o in criptovalute.
I pagamenti “in natura”
Viaggi e soggiorni di lusso, abiti firmati, trattamenti estetici e ristoranti stellati. Una delle strategie più comuni di evasione fiscale utilizzati dagli influencer è proprio il “pagamento in natura”. Un compenso di fatto legato all’attività professionale, dunque un reddito vero e proprio, che soltanto una minoranza di professionisti digitali dichiara.
Molti influencer – adesso obbligati a essere trasparenti in materia di sponsorizzazioni – non inseriscono nei loro contenuti la dicitura “contenuto sponsorizzato” o “adv”, quando invece si tratta di pubblicità di prodotti o servizi. Quelli che ricevono in cambio da chi commissione l’attività sono dei “regali“? Per il Fisco la risposta è negativa, perché quando un bene viene offerto in cambio di un’attività – come la pubblicazione di una storia su Instagram o una recensione – si tratta a tutti gli effetti di un compenso, che va tassato come tutti gli altri redditi. La maggior parte di questi scambi, tuttavia, resta mai dichiarata tanto da chi offre il prodotto o servizio quanto da chi lo riceve.
Influencer che evadono le tasse: cosa rischiano
Il codice ATECO degli influencer (73.11.03) è una novità di gennaio 2025, entrata in piena operatività a partire dal 1° aprile. Ma il Fisco non vuole verificare gli incassi occulti di quest’anno, in cui l’attività è stata più precisamente normata e resa “ufficiale”, bensì del 2020.
Il rischio per molti influencer di diventare per l’Agenzia delle entrate degli evasori fiscali è dunque alto. Le conseguenze? Sanzioni e persino la possibilità – per importi elevati – di finire dietro le sbarre.
Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it