Arrivano nuove regole e sanzioni per i datori che non versano i contributi INPS

Cambiano le regole e le sanzioni per chi non ha versato i contributi Inps. Scopriamo tutte le novità che coinvolgono i datori di lavoro.

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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Sanzioni contributi INPS
  • Contributi Inps non saldati: al via le nuove regole dettate dal Ministero del Lavoro.
  • La sanzione prevista può variare se si riferisce al mancato versamento delle imposte prima del 2016 o dopo il 2016.
  • Rimangono le sanzioni penali per i versamenti non effettuati che superano i 10.000 euro.

Nel caso di mancato versamento dei contributi da parte dei datori di lavoro, la sanzione parte da 10.000 euro fino ad arrivare anche a 50.000 euro. A comunicarlo è lo stesso Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, attraverso il messaggio n. 3516 del 27 settembre 2022.

I datori di lavori che dovessero commettere questo tipo di reato, potrebbero incorrere in una sanzione compresa tra i 10.000 ed i 50.000 euro.

Su questo argomento è intervenuto anche il Ministero del Lavoro, il quale ha sottolineato che, nel caso di riduzione della sanzione, prevale sempre la misura minima fissata in 10.000 euro. Non dovrà essere applicata la sanzione ridotta, che viene calcolata in base alla disciplina generale, secondo la quale la cifra da tenere presente per la multa dovrebbe essere pari ad un terzo della massima: 16.666 euro.

Quando ci si riferisce ai contributi Inps non versati, è necessario, inoltre, distinguere il cosiddetto regime sanzionatorio intertemporale, che è stato previsto per le violazioni che sono state commesse prima del 2016, per le quali dovrà essere applicata una riduzione del 50%.

Contributi Inps non versati: la sanzione da 10.000 euro

Con il messaggio n. 3516 del 27 settembre 2022, l’Istituto ha comunicato che nel caso in cui il datore di lavoro non provveda a versare i contributi Inps, sarà applicata la sanzione minima e non quella ridotta.

Quello che stiamo affrontando in questa sede è, a tutti gli effetti, un reato commesso dai datori di lavoro, i quali trattengono i contributi direttamente dalla busta paga dei dipendenti, ma poi non effettuano il versamento all’Inps.

Il reato è stato depenalizzato attraverso l’articolo 3, comma 6, del Decreto Legislativo n. 8/2016. I datori di lavoro, che dovessero omettere il pagamento dei contributi Inps per un importo inferiore a 10.000 euro, saranno puniti attraverso l’irrogazione di una sanzione che oscilla da un minimo di 10.000 euro ad un massimo di 50.000 euro. Non è prevista la reclusione.

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Cosa cambia dal 2016

Dal 2016 su questo particolare tipo di illecito è possibile applicare la riduzione della sanzione, così come è stato previsto dall’articolo 16 della Legge n. 689/1981.

Questa norma prevede che, quanti abbiano commesso questo tipo di reato, abbiano la possibilità di saldare la sanzione entro sessanta giorni, pagando un terzo della sanzione massima. In questo caso l’importo da versare sarebbe pari a 16.666 euro.

Il Ministero del Lavoro ha sottolineato che sarà possibile versare la misura minima della sanzione prevista per questo tipo di reato, che corrisponde a 10.000 euro. L’Inps, proprio a seguito delle indicazioni fornite dal Ministero ed in seguito ad una serie di contestazioni, ha provveduto a fornire le nuove indicazioni operative.

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Contributi Inps: gli importi da versare

Nel caso in cui il datore di lavoro non abbia versato i contributi Inps, la sanzione dovrà essere applicata nella misura minima. Non dovrà essere presa in considerazione quella ridotta, che è prevista dalla disciplina generale.

Per tutti i procedimenti dal 2016 in poi, l’Inps provvederà a correggere le ingiunzioni, con le quali è stato richiesto il versamento di 16.666 euro invece che di 10.000 euro.

Nulla cambia, invece, per la sanzione penale che la normativa prevede per l’omesso versamento dei contributi Inps oltre i 10.000 euro. In questo caso il datore di lavoro, come sostituto di imposta, è punibile con la reclusione fino a tre anni e con una multa pari a 1.032 euro.

Violazioni precedenti al 2016

Il datore di lavoro, che non abbia provveduto a versare i contributi Inps, ha tre mesi di tempo, da quando ha ricevuto l’avviso di accertamento, per procedere con la regolarizzazione della propria posizione e per saldare quanto dovuto.

Nel caso in cui il diretto interessato non provveda ad effettuare i versamenti entro questa scadenza, l’Inps provvederà ad inviare un’ordinanza-ingiunzione con la quale richiederà il pagamento entro sessanta giorni delle somme dovute, alle quali si dovrà aggiungere la sanzione ridotta.

Fino ad oggi, come abbiamo visto, la diminuzione applicata è stata quella in misura ridotta, pari a 16.666 euro. Il Ministero ritiene che non sia possibile applicare la sanzione in misura ridotta per le violazioni antecedenti al 2016 per due motivi:

  • il pagamento della sanzione in misura ridotta, da effettuare entro il termine di 60 giorni, è incompatibile con il termine entro il quale è ancora possibile effettuare il versamento delle ritenute per regolarizzare (tre mesi dalla notifica della contestazione o dell’accertamento della violazione);
  • la misura della sanzione ridotta (16.666 euro) rende impossibile disporre una sanzione di importo inferiore e graduare la stessa a partire dalla misura minima prevista.
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Contributi Inps: le nuove sanzioni

A quanto ammontano le nuove sanzioni? Alla luce del nuovo quadro regolatorio, le sanzioni per il mancato versamento dei contributi Inps sono pari a quello delle ritenute omesse moltiplicate per il coefficiente 1,2.

Nel caso in cui la violazione sia reiterata per più anni, l’importo sarà aumentato della metà delle ritenute omesse fino al quinto anno successivo rispetto a quello della violazione.

Nel caso in cui l’importo risulti essere inferiore a 10.000 euro, la sanzione sarà fissata nella misura minima: 10.000 euro. La sanzione massima non potrà superare i 50.000 euro.

Come abbiamo anticipato, l’Inps provvederà a rettificare gli importi delle sanzioni che sono contenuti all’interno delle ingiunzioni già notificate, tenendo conto dei nuovi parametri:

  • per le violazioni che si riferiscono a periodi fino al 2015, l’importo da pagare sarà pari al 50% della sanzione. L’importo minimo da pagare sarà comunque vada sarà pari a 16.666 euro, da saldare entro 60 giorni;
  • per le violazioni riferite a periodi dal 2016, la sanzione è stata calcolata come sopra. Nel caso in cui sia più favorevole verrà applicato il minimo edittale nei casi in cui sia possibile applicarlo. La sanzione deve essere pagata entro 30 giorni.

Contributi Inps – Domande frequenti

A quanto ammontano le sanzioni per le violazioni nel versamento dei contributi effettuate dopo il 2016?

Possono oscillare da un minimo di 10.000 ad un massimo di 50.000 euro. Ecco come funzionano le sanzioni per i datori di lavoro.

Nel caso in cui sia già arrivata l’ingiunzione per omesso versamento dei contributi, come bisogna comportarsi?

L’Inps provvederà a rettificare gli importi delle sanzioni, nel caso in cui il contribuente ne abbia diritto. Ecco le nuove sanzioni.

Qual è la sanzione per mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro?

In questo caso, la sanzione può variare da 10.000 a 50.000 euro.

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Ho una laurea in materie letterarie. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 25 Ottobre 2022
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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