Concordato preventivo biennale, come dichiarare gli acconti: la guida

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concordato preventivo biennale 2025-2026

Con il Concordato preventivo biennale l’Agenzia delle Entrate formula al contribuente ISA una proposta per la definizione del reddito di due anni, derivante dall’esercizio di attività di impresa o di arti e professioni, che rivelerà ai fini del calcolo delle imposte sui redditi e dell’IRAP. Questo evita che le imposte siano calcolate sul reddito effettivamente prodotto. Ecco dunque come dichiarare gli acconti.

Concordato preventivo biennale: i requisiti di accesso

Per accedere al Concordato preventivo biennale occorre rispettare precisi requisiti. In primo luogo, possono approfittare dell’accordo con il Fisco solamente i contribuenti per cui è obbligatoria l’applicazione degli ISA. In secondo luogo, il contribuente non deve avere debiti derivanti dalla notifica di atti impositivi che conseguono ad attività di controllo dei propri uffici o ad attività di liquidazione degli stessi uffici. Non devono inoltre sussistere dei debiti che derivano dalla notifica di cartelle che sono conseguenti ad attività di controllo ai sensi del Tuir e del T.U. IVA.

Possono comunque avere accesso al CPB quei contribuenti che al 31 dicembre 2024 abbiano ridotto l’ammontare di tali debiti sotto la soglia dei 5.000 euro. Non concorrono invece alla determinazioni di questa soglia i debiti che sono oggetto di provvedimenti di sospensione o di rateizzazione.

Ricorrere alla consulenza di un buon professionista può aiutare a valutare l’effettiva sussistenza dei requisiti minimi di accesso, soprattutto in caso di esistenza di debiti tributari: in questi casi, infatti, occorre valutare non solamente la loro sussistenza, ma anche il loro stato (sospensione, rateizzazione, in corso di definizione) e la presenza di eventuali cartelle esattoriali pendenti, che potrebbero compromettere l’accesso al beneficio.

Come si determina l’acconto da versare 

La determinazione dell’acconto sul Concordato preventivo biennale dipende dal metodo impiegato e che può essere storico o previsionale.

Il calcolo degli acconti secondo il metodo storico

Se il contribuente opta per il metodo storico, allora dovrà fare riferimento alle imposte dirette (IRPEF/IRES) e IRAP dovute per il 2024, in maniera identica a quanto fanno i contribuenti che non hanno aderito al Concordato e desiderano approcciare allo stesso metodo.

L’Agenzia delle Entrate ha poi chiarito con una specifica FAQ che, in caso di adesione al Concordato, si fa riferimento alle imposte dirette e Irap dovute per l’esercizio precedente a quello di adesione, in riferimento all’importo riportato al rigo “Differenza”, senza considerare quella parte di reddito che è assoggettata ad imposta sostitutiva. 

Il motivo è semplice: il valore che è contenuto in questo rigo è infatti già in grado di tenere conto del reddito concordato rettificato, visto che è determinato da quello del quadro CP, riportato poi nei quadri reddituali (RE, RF, RG), già decurtato della quota assoggettata ad imposta sostitutiva.

Dunque, se l’acconto è determinato utilizzando il metodo storico, al contribuente è richiesto di calcolare l’importo prendendo come riferimento l’esercizio precedente (non concordato) e seguendo le stesse modalità adottate da quei contribuenti che decidono di non adottare il CPB. In caso di adesione al Concordato entro il termine del 30 settembre 2025, è prevista l’applicazione di una maggiorazione del 10% (3% ai fini Irap), che è calcolata sulla differenza tra il reddito/valore della produzione netta concordato e il reddito di imposta o di lavoro autonomo/valore della produzione dichiarato per il periodo di imposta precedentemente rettificato dalle componenti straordinarie (plusvalenze, minusvalenze, sopravvenienze attive e passive).

Il calcolo degli acconti secondo il metodo previsionale

Nel caso in cui il contribuente opti per un calcolo con il metodo previsionale, allora la seconda rata dell’acconto dovrà essere calcolata come differenziale tra l’acconto complessivamente dovuto, calcolato sul reddito (valore della produzione) concordato, e quanto invece è stato versato come prima rata, elaborata con le modalità previste al punto sopra (metodo storico). 

Conviene aderire al Concordato preventivo biennale?

Il principale e più diffuso vantaggio per i contribuenti è la certezza fiscale per un biennio. Una volta che ha aderito al Concordato, infatti, il contribuente ha la garanzia che il reddito concordato non sarà oggetto di accertamenti, purché siano rispettati gli obblighi di dichiarazioni e di versamento. Una sicurezza che può garantire al contribuente una migliore pianificazione fiscale e aziendale, sottraendolo ad una condizione di incertezza che potrebbe pregiudicare la corretta gestione delle proprie disponibilità.

Perché bisogna fare attenzione

Per quanto intuibile, non è detto che l’adesione sia necessariamente il percorso più conveniente per tutti i contribuenti. Anzi, prima di procedere con troppa enfasi all’adesione al CPB, è fondamentale effettuare un’analisi approfondita, ricorrendo alla consulenza di un buon commercialista che possa:

  • confrontare il reddito concordato proposto con quello effettivamente realizzato negli esercizi precedenti;
  • stimare l’impatto fiscale complessivo per il biennio oggetto di Concordato ;
  • valutare quali siano le prospettive economiche dell’attività e del settore di riferimento, poiché in caso di sopravvalutazione dei propri risultati in termini di ricavo o valore della produzione, il rischio è che il CPB si riveli ben poco conveniente.

Anche durante il periodo di fruizione del Concordato, è consigliabile che il professionista o l’imprenditore monitorino con attenzione l’evoluzione della propria attività, al fine di comprendere quanto sia sostenibile il reddito concordato e si possa pianificare nel tempo la migliore strategia da adottare negli esercizi successivi.

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Roberto Rais

Giornalista e autore

Giornalista e autore, consulente e coordinatore editoriale, collabora con agenzie di stampe e società editoriali italiane ed estere specializzate in economia e finanza, gestione di impresa e organizzazione aziendale.

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