In Italia, sette lavoratori su dieci nel settore domestico sono stranieri. Parliamo di persone che lavorano come colf, badanti e baby sitter. Le modalità per assumere assistenti familiari extracomunitari, o colf e badanti “fuori quota”, sono cambiate di recente, e resteranno tali anche nel 2026. In pratica, gli anziani dagli 80 anni in su e le persone disabili potranno assumere colf e badanti senza dover per forza passare dal click day previsto dal decreto Flussi.
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Colf e badanti fuori da quote del dl Flussi: cosa cambia
Finora, per far entrare legalmente in Italia un lavoratore extracomunitario per mansioni di assistenza familiare o domestica, le famiglie dovevano partecipare al click day del decreto Flussi: una giornata prestabilita in cui si aprono le domande, con numeri massicci di richieste concentrate in poche ore, e quote limitate. Il governo ha deciso di prorogare il canale alternativo per l’assunzione di lavoratori domestici già previsto per il 2025, con 10 mila posti dedicati (di cui ne sono rimasti disponibili circa 8 mila fino al prossimo 31 dicembre). Si legge, nella nota di Palazzo Chigi del 4 settembre, data del Consiglio dei ministri che ha approvato le novità, che “si pongono stabilmente al di fuori del meccanismo delle quote l’ingresso e il soggiorno di lavoratori da impiegare, nel settore dell’assistenza familiare o sociosanitaria, per l’assistenza di persone con disabilità o anziane”.
Le regole
Il testo non è stato ancora pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, tuttavia, potrebbero esserci ancora modifiche in corso d’opera. Ecco quali sono i criteri principali:
- possono beneficiare di colf e badanti fuori quota solo gli anziani che hanno compiuto 80 anni e le persone disabili;
- la procedura è più snella. La domanda di nulla osta al lavoro può essere presentata in qualunque momento, rivolgendosi allo Sportello unico per l’Immigrazione, tramite associazioni datori di lavoro che abbiano sottoscritto il contratto collettivo nazionale del domestico, oppure tramite agenzia per il lavoro autorizzata;
- se la persona da assistere vive da sola, servono almeno 20 mila euro annui, se ci sono altri conviventi, almeno 27 mila. Nel computo, anche redditi di parenti di secondo grado e entrate esentasse (come assegni di invalidità) possono essere considerati;
- vincoli per i primi 12 mesi. Il lavoratore assunto “fuori quota” dovrà svolgere esclusivamente le mansioni autorizzate (assistenza familiare) e potrà cambiare datore di lavoro solo con autorizzazione dell’Ispettorato territoriale del lavoro.
Come fare domanda per colf e badanti fuori quota
Se tutto venisse confermato, non ci sarebbe la solita “corsa” per rientrare nelle quote dei click day (fissati di solito in un’unica giornata a febbraio). Bisogna comunque seguire una procedura ben definita, che parte dalla domanda di nulla osta al lavoro da inviare allo Sportello unico per l’immigrazione tramite le associazioni di datori di lavoro che hanno sottoscritto il contratto collettivo nazionale per il settore domestico oppure avvalendosi del supporto di un’agenzia per il lavoro. L’ispettorato territoriale del lavoro verifica i requisiti reddituali del datore di lavoro, la conformità del contratto e il rispetto della normativa. Una volta rilasciato il nulla osta, il lavoratore può entrare in Italia e firmare il contratto di soggiorno. Nei primi 12 mesi di attività il badante deve svolgere esclusivamente mansioni di assistenza familiare, e un eventuale cambio di datore richiede l’autorizzazione dell’Ispettorato.
Nonostante le novità, il presidente dell’Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, Andrea Zini, in una nota diffusa dopo il Consiglio, chiede di fare di più. “Si tratta di un primo e importante passo verso il riconoscimento delle specificità di un settore, quello domestico, che ha caratteristiche completamente diverse dagli altri contemplati nella programmazione dei flussi. Restiamo convinti – prosegue il comunicato – che queste misure debbano essere estese a tutte le procedure, comprese quelle ordinarie. Il prossimo 18 febbraio è fissato il click day per il settore domestico relativo al 2026. Sebbene il governo, anche recependo una nostra stima sul fabbisogno di assistenza familiare, abbia aumentato le quote rispetto al triennio precedente, riteniamo che il click day anche qui debba essere superato”.
Click day, cosa succede dal 2026 al 2028
Al di là degli over 80 e dei disabili, restano in vigore per gli anni dal 2026 al 2028 tutte le regole standard. E quindi si continua con il sistema delle quote fissate per gli ingressi: nel 2026 il massimo sarà di 13.600, nel 2027 sarà di 14 mila e nel 2028 sarà di 14.200. Il prossimo click day utile è già calendarizzato per il 18 febbraio 2026.
Dall’estensione del permesso di soggiorno all’adi, le novità per lavoratori stranieri
Nel nuovo pacchetto normativo approvato dal Consiglio dei ministri, trovano spazio altre misure che riguardano i cittadini stranieri che entrano o risiedono legalmente in Italia per motivi di lavoro. Tra le novità più rilevanti, l’estensione della durata del permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale: da sei mesi passa a dodici mesi, con la possibilità di rinnovo, non solo per finalità giudiziarie ma anche per motivi di inserimento sociale e lavorativo. Una misura che riguarda soggetti vulnerabili, spesso vittime di sfruttamento o violenze.
Per la prima volta, chi rientra in questa categoria potrà accedere all’assegno di inclusione. In merito alle semplificazioni procedurali, viene introdotto un principio di tutela per chi è in attesa del rinnovo o della conversione del permesso di soggiorno. Anche oltre i 60 giorni previsti per l’evasione delle pratiche, il cittadino straniero potrà rimanere regolarmente in Italia e continuare a lavorare, almeno in forma temporanea. L’obiettivo è evitare che l’eventuale lentezza dell’amministrazione si traduca in una penalizzazione per il lavoratore.
Cambia anche la tempistica per il ricongiungimento familiare: il termine massimo per il rilascio del nulla osta passa da 90 a 150 giorni, estendendo così a cinque mesi il tempo di attesa. Una scelta che punta a rendere più gestibile il flusso delle richieste, pur sollevando interrogativi sulla sostenibilità dei tempi per le famiglie coinvolte.
Infine, per quanto riguarda le assunzioni di lavoratori subordinati, inclusi i lavoratori stagionali, viene introdotto un nuovo sistema di moduli precompilati da parte dei datori di lavoro, allo scopo di velocizzare le verifiche e migliorare la tracciabilità. Ogni utente privato potrà presentare fino a tre richieste di nulla osta per ciascun decreto flussi, a prescindere dalla tipologia contrattuale.
Cristina Siciliano
Giornalista e scrittrice