Benessere finanziario, il 12% degli italiani è analfabeta: come gestire i soldi ed essere felici

Dalla propensione al risparmio alla finanza sostenibile, per raggiungere il benessere finanziario occorre rompere i tabù.

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benessere finanziario

Cosa vuol dire benessere finanziario? La domanda, tutt’altro che banale, è stata uno dei temi al centro del Festival della cultura finanziaria, che si è svolto nei giorni scorsi a Catania e che ha cercato di offrire al pubblico, composto soprattutto da giovani, risposte concrete a chi, imprenditore o semplice risparmiatore, si affanna alla perenne ricerca di un equilibrio perfetto tra gestione finanziaria virtuosa e sostenibile dei propri risparmi, crescita economica e serenità personale. A Palazzo della Cultura, il 16 e 17 ottobre, Partitaiva.it ha potuto ascoltare la testimonianza di alcuni tra i più importanti esperti di temi finanziari che si sono confrontati sul rapporto che ciascuno di noi ha con i soldi e su come la percezione che abbiamo di quest’ultimi finisca per condizionare, nel bene o nel male, le nostre scelte di vita.

Educazione finanziaria, il 31% dei risparmi degli italiani fermo sul cc

Un aspetto chiave del benessere finanziario è rappresentato dall’educazione finanziaria. Gli italiani, purtroppo, vantano tra i livelli più bassi d’Europa di competenze finanziarie. Le gravi lacune in ambito finanziario incidono sia sulla propensione al risparmio che sulle nostre capacità di investimento. A dirlo sono i numeri. Secondo Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani) il 31% del totale del risparmio degli italiani giace in conti correnti e depositi che sono strumenti di liquidità con margini irrisori di remunerazione.

Secondo Alessandra Grimoldi, responsabile communication & content marketing di Alleanza Assicurazioni: “Avere un rapporto sano con i propri soldi non è facile, non c’è una ricetta. Significa avere ben chiari quali sono i nostri impegni di spesa ma anche, in ottica più positiva, quali sono i progetti di vita e i sogni che intendiamo realizzare, nel breve, medio e lungo termino e tutto questo ha a che fare con la nostra felicità”.

Come incide l’educazione finanziaria sulla propensione al risparmio

Il Festival della cultura finanziaria ha offerto l’occasione per fare il punto sulle conoscenze di noi italiani in materia di risparmio e investimento. Secondo l’Edufin Index, che rileva il livello attuale di alfabetizzazione finanziaria e assicurativa degli italiani. Rispetto a sessanta che è il punteggio considerato necessario a raggiungere la sufficienza, la media italiana nel 2024 si è attestata su 56.

Il 12% degli italiani, inoltre, si trova in una condizione di analfabetismo finanziario e assicurativo. Secondo l’Osservatorio, donne e giovani sono i più fragili sotto questo profilo. Il gender gap è significativo: 53 il punteggio totalizzato dalle donne, 58 quello degli uomini. Se guardiamo più nello specifico alla Sicilia, questa si distacca dalla media italiana di 4 punti e raggiunge quota 52. Sul fronte gender gap, la forbice si allarga maggiormente: il punteggio raggiunto dalle donne è di 49 contro 55 per gli uomini.

Benessere finanziario, essere uomo o donna ha un suo “costo”

Che costo paghiamo al genere a cui apparteniamo? Questo il tema al centro del panel forse più interessante del Festival della cultura finanziaria, moderato da Annalisa Monfreda, founder di Rame, una piattaforma di coaching ed educazione finanziaria. Esiste, effettivamente, un costo a carico delle donne che è abbastanza chiaro e si misura in occasioni mancate, in disparità salariale, in licenziamenti e, in certi casi più gravi, addirittura in violenza economica.

Ma c’è un costo che pagano anche gli uomini al genere a cui appartengono perché anche gli uomini vengono al mondo con un input che è quello di mantenere la propria famiglia. Sono loro il pilastro su cui si regge l’economia familiare. Questa diventa una gabbia tanto quanto la gabbia della cura per una donna che, ad esempio, in vista di un evento deve ricorrere ad una seduta dal parrucchiere.

Il format “Rituali di benessere finanziario”

“Rituali di benessere finanziario – spiega Monfreda al nostro giornale – è un format di evento molto particolare, nel quale facciamo sperimentare al pubblico cosa significa cominciare a parlare di soldi e rompere il tabù dei soldi nella loro vita. Quindi chiediamo loro, ad esempio, di girarsi verso il loro vicino di posto e di chiedere quanto guadagnano e di ragionare su quello stipendio e di ragionare su cosa significa per loro quello stipendio”. Il format, dunque, si propone in buona sostanza di raccontare la storia delle persone da un punto di vista inedito, che è quello dei soldi. In questo caso, il pubblico ha potuto ascoltare un’intervista ad un personaggio famoso: Chiara Moscardelli, autrice di bestseller come Volevo essere una gatta morta, che ha raccontato tutta la sua vita dal punto di vista del suo conto in banca.

“Il pubblico – ci spiega la giornalista, già direttrice di Donna Moderna – viene coinvolto anche in una conversazione tramite l’app Slido che ti permette di interagire con l’evento in presa diretta. A loro, sia che siano uomini, sia che siano donne, viene chiesto qual è stato il costo che hanno pagato per il loro genere di appartenenza. È una riflessione collettiva per capire che ciascuno di noi vive ingabbiato in un ruolo di genere che ha un costo per entrambi”.

Benessere finanziario e sostenibilità ambientale, il caso Sibeg Coca Cola Sicilia

Sostenibilità finanziaria e ambientale sono divenute un binomio inscindibile per qualunque tipo di iniziativa economica inclusiva che punti al coinvolgimento di giovani, donne e imprese. Lo sa bene Luca Busi, ad di Sibeg Coca Cola Sicilia, che all’evento catanese ha raccontato obiettivi e progressi raggiunti su questi due fronti dalla sua azienda: “La nostra impresa, Sibeg Coca Cola Sicilia – ha detto a Partitaiva.it – riuscirà a dare un esempio sia sulla parte di C02, cioè come essere la prima azienda a zero emissioni, a net zero entro il 2030, sia in scope 1, scope 2 e scope 3”.

Razionalizzazione delle risorse idriche ed energetiche, impiego e auto produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili e differenziazione quasi totale dei rifiuti di produzione: alla Sibeg, che si occupa di imbottigliamento, distribuzione e sviluppo dei prodotti a marchio The Coca-Cola Company, mancano poco meno di 1900 giorni per acquisire lo status di azienda carbon neutral.

Come vi state preparando al raggiungimento di questo importante traguardo? “Occorre rinnovare ogni due anni – puntualizza –  avere una roadmap molto chiara per raggiungere questo importante target e riuscire a fare una serie di investimenti per ridurre il consumo di acqua e quindi di avere un risparmio nella nostra factory di Catania. Parliamo di un risparmio nel consumo di acqua del 30%, dunque un percorso molto importante abbinato alla parte finanziaria che dev’essere anch’essa sostenibile”.

Finanza sostenibile: il ruolo del consulente

Stefano Manfrone, head of life banker BNL BNP Paribas ha aperto il suo intervento a Palazzo della Cutura, parlando di un fenomeno generalizzato che conosciamo molto bene, ovvero la progressiva riduzione del numero degli sportelli sul territorio. “Ecco che di fronte ad un fenomeno così generalizzato – ha spiegato – il ruolo del consulente finanziario diventa quello di snodo principale tra il territorio (e, quindi, le persone) e l’intermediario finanziario. Il consulente è il perno di questo ecosistema”.

Allo scopo di divulgare, attraverso i consulenti finanziari, il tema della sostenibilità finanziaria e ambientale è, per prima cosa, vantare un’offerta che sia essa stessa sostenibile. “Sul fronte degli investimenti, ad esempio, noi abbiamo un buon 80% totalmente sostenibile e che rispetta criteri esigenti. In maniera analoga, i prestiti che eroghiamo ai privati e alle aziende, hanno tutte le caratteristiche per essere considerati sostenibili. L’altro grande tema è quello della formazione e nella comunicazione dove spendiamo moltissimo in termini di investimenti usando i consulenti come mezzo di divulgazione e di business”, ha aggiunto Manfrone.

“Abbiamo creato in tal senso un vero e proprio team di specialisti che assiste persone e aziende, fornendo loro informazioni. C’è poi il desk green, formato da 17 specialisti tra Roma e Milano, il cui compito è quello di assistere i nostri consulenti quando incontrano le aziende. In pratica spiegano loro come evolvere verso forme di investimento più sostenibili ma allo stesso tempo più favorevoli”, ha concluso.

Autore
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Patrizia Penna

Giornalista professionista

Sono nata a Catania, mi sono laureata con lode in Lingue e Culture europee all'Università di Catania. Ho lavorato per quasi vent'anni come redattore al Quotidiano di Sicilia, ho curato contenuti ma anche grafica e impaginazione. Oggi sono una libera professionista. Mi occupo di informazione, uffici stampa e curo sui social media la comunicazione di aziende, anche straniere.

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