Boom di richieste per l’APE sociale, destinato a lavoratori dipendenti o autonomi con specifici requisiti. Attiva dal 2017 e prorogata per il 2025, dà l’opportunità di lasciare il lavoro in anticipo rispetto all’età pensionabile. Quest’anno, complessivamente, sono state presentate oltre 90 mila richieste per la varie forme di pensionamento anticipato.
Indice
L’APE sociale è un’indennità economica parametrata alla pensione maturata, entro un limite massimo di 1500 euro al mese. L’importo è cumulabile solo con redditi di lavoro autonomo occasionale che non superino i 5 mila euro lordi all’anno. La regola non vale però per chi aveva già ottenuto l’APE sociale prima del 2024: in questo caso valgono le regole precedenti, che stabiliscono si possa mantenere l’indennità in presenza di lavoro dipendente o parasubordinato, con reddito massimo di 8 mila euro annui e con lavoro autonomo nel limite di 4.800 euro annui
I requisiti per andare in pensione in anticipo
Possono richiedere l’APE sociale i lavoratori che:
- hanno 63 anni e 5 mesi di età;
- hanno almeno 30 anni di contributi versati, a patto che siano caregiver di parenti conviventi o del coniuge da almeno 6 mesi, oppure presentino un’invalidità di almeno il 74%. Gli anni di contributi versati salgono a 36 per gli addetti ad attività gravose, svolte per almeno 6 anni negli ultimi 7 o per almeno 7 anni negli ultimi 10, e a 32 per i lavoratori edili;
- non percepiscono pensione diretta e non svolgono alcuna attività lavorativa (perché sono stati licenziati, si sono dimessi per giusta causa o per risoluzione consensuale).
I requisiti per la richiesta vanno maturati entro il 31 dicembre 2025. Le donne possono beneficiare della riduzione del requisito contributivo di 12 mesi per figlio, per un massimo di 24 mesi. L’APE sociale è compatibile con l’assegno di inclusione e l’assegno sociale, mentre non è compatibile con Naspi, Dis-Coll e Iscro, l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa dei liberi professionisti iscritti alla gestione separata INPS.
La lista dei lavori gravosi 2025
La lista aggiornata dei lavori gravosi o usuranti riconosciuti dall’INPS sono: i lavori in galleria, cava o miniera; i lavori ad alte temperature; i lavori in cassoni ad aria compressa; i lavori svolti dai palombari; la lavorazione del vetro cavo; i lavori di rimozione dell’amianto; i lavori eseguiti in spazi ristretti come le intercapedini; i lavori a catena o in serie; la conduzione di veicoli destinati al servizio di pubblico trasporto collettivo; i lavori di conciatura di pelli e pellicce; la conduzione di convogli ferroviari; le pulizie; lo spostamento merci; la conduzione di mezzi pesanti; l’infermieristica e l’ostetricia su turni; l’insegnamento in asilo nido, scuola dell’infanzia e scuola primaria; la raccolta dei rifiuti; l’assistenza di persone non autosufficienti; la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi; la conduzione di impianti per la produzione di energia termica o per il trattamento delle acquee; la trasformazione del legno; l’agricoltura; la conduzione di mulini e impastatrici.
Come fare domanda per l’APE sociale
Per ottenere l’APE sociale, serve presentare una domanda di certificazione del diritto, seguita dalla richiesta dell’indennità stessa. La domanda si può presentare online tramite il portale dell’Inps utilizzando SPID, CIE, CNS o eIDAS, oppure tramite Contact Center INPS o patronato.
Per le richieste c’è tempo fino al 30 novembre. L’accesso all’indennità è subordinato alla cessazione di attività di lavoro dipendente, autonomo e parasubordinato. L’INPS si impegna a comunicare l’esito della domanda entro trenta giorni dalla data di presentazione.
Pensione anticipata, i dati in Italia
Sempre più italiani chiedono di poter lasciare prima un lavoro che pesa, anche quando non si vede. Un segnale chiaro dettato dai dati: nel 2024, solo le domande di APE Sociale sono state 47.929, con un aumento del 10,5% rispetto all’anno precedente. Di queste domande, 30.742 sono state accolte, il che corrisponde al 64,2%. Le restanti si dividono in 11.412 respinte e 5.775 pratiche ancora in fase di elaborazione.
L’ampliamento della lista dei lavoratori gravosi (passata da 11 a 23 categorie) ha contribuito a questo esito. Inoltre, è particolarmente interessante l’aumento delle richieste da parte delle donne, anche se gli uomini costituiscono il 70% dei beneficiari. Le regioni del Sud e delle Isole sono in testa alla classifica per i tassi più alti di adesione.
Cristina Siciliano
Giornalista e scrittrice