Manovra 2026, presentati gli emendamenti: novità e sostegni per famiglie, imprese e lavoratori

Circa 18 miliardi di euro per le famiglie, la competitività delle imprese e migliorare le per sostenere il potere d'acquisto del ceto medio

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Manovra 2026, fase emendamenti

La manovra 2026 sta per completare il suo iter parlamentare e ora l’attenzione è rivolta agli emendamenti presentati in commissione Bilancio. Si tratta di più di 5.000 proposte di modifica che, qualora ricevessero l’ok, andrebbero a modificare il testo originale. Ci sono proposte che interessano famiglie, imprese e lavoratori, che riscrivono le regole su fisco, welfare e incentivi.

Manovra 2026, gli emendamenti per famiglie e ceto medio

L’opposizione ha presentato proposte di modifica che si concentrano principalmente sulla riduzione del carico fiscale e sull’introduzione di misure di sostegno sociale per famiglie e lavoratori con redditi medio-bassi. Tra queste, c’è l’estensione della no tax area (la soglia di reddito esente da IRPEF) a 15.000 euro, rispetto agli attuali 8.500 euro. Proposta poi l’estensione dell’aliquota IRPEF al 33% (già prevista nel testo iniziale per i redditi fino a 50.000 euro) fino a 60.000 euro di reddito.

Diverse forze di opposizione hanno inoltre presentato emendamenti volti all’introduzione del salario minimo e a intervenire sul mondo scuola. Per esempio, è stato presentato un emendamento per l’introduzione di un buono scuola per sostenere gli istituti paritari. L’ANIEF ha invece avanzato proposte emendative per l’incremento strutturale dei fondi per le scuole, il rifinanziamento della carta docenti e l’aumento degli stipendi del personale scolastico.

Emendamenti per le imprese

Gli emendamenti che riguardano il mondo delle imprese si concentrano su incentivi agli investimenti e modifiche fiscali. Forza Italia e Lega spingono per eliminare l’aumento al 26% della cedolare secca sugli affitti brevi, una misura introdotta nel testo iniziale che ha suscitato forti reazioni nel settore turistico. La maggioranza propone poi di aumentare i fondi e di estendere l’incentivo per la Transizione 5.0. L’idea è quella di rendendolo triennale ed estenderlo fino al 2028. Sono in discussione invece ipotesi di modifica sulla tassazione dei dividendi, come la riduzione della partecipazione dal 10% al 5% o l’introduzione di una soglia qualificata a 1,2 milioni.

La Lega ha infine proposto una decontribuzione triennale per le aziende che assumono giovani under 30 nel 2026. Questa sarebbe riservata solo ai nuovi inserimenti o alle trasformazioni con contratti a tempo indeterminato. La misura, inoltre, si andrebbe ad affiancare alla flat tax del 5% per i neo assunti under 30. In questo caso, l’aliquota fissa andrebbe a sostituire l’attuale tassazione IRPEF e le addizionali regionali e comunali, facendo aumentare il netto in busta paga dei lavoratori più giovani.

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