Aumentano i contratti di lavoro dipendente, mentre il lavoro autonomo resta stabile in Italia. A confermalo è l’ultima nota ISTAT sull’andamento dell’economia italiana, pubblicata il 12 novembre 2025 e relativa al periodo settembre – ottobre 2025. Dai dati emerge che, sebbene l’aumento complessivo sia stato trainato principalmente dai dipendenti a tempo indeterminato, il settore autonomo non ha comunque contribuito a spingere al ribasso l’occupazione. Se si fa tuttavia una distinzione per genere ed età , l’andamento non è stato uniforme per donne, uomini, giovani e meno giovani.
Lavoro autonomo e lavoro dipendenti in Italia, i numeri a confronto
A settembre, come risulta dalla nota ISTAT, il numero di occupati raggiunge 24 milioni e 221 mila unità , spingendo il tasso di occupazione al 62,7%. L’analisi per genere e classi d’età rivela che la crescita dell’occupazione a settembre ha coinvolto le donne e tutte le classi d’età , ad eccezione dei 35 – 49enni. Solo per i giovani under 35 e gli over 50 il lavoro è cioè aumentato.
Dal punto di vista della posizione professionale, l’incremento è stato assorbito quasi interamente dai dipendenti permanenti, mentre si è registrata una diminuzione tra i dipendenti a termine. Il mercato indipendente conferma invece una sostanziale stabilità degli occupati autonomi, nel confronto mensile.
Nello stesso periodo, il tasso di disoccupazione totale sale invece al 6,1% (+0,1 punti) e quello giovanile al 20,6% (+0,9 punti) rispetto ad agosto. L’aumento della disoccupazione coinvolge i soli uomini e gli individui di tutte le età tranne i 35-49enni. Scende invece il tasso d’inattività al 33,1% (-0,3 punti). Quindi, la crescita del numero dei disoccupati non è dovuta al licenziamento degli occupati, ma all’ingresso di ex-inattivi nella forza lavoro in cerca di un impiego.
Imprenditoria femminile e lavoro autonomo in crescita nel trimestre
ISTAT analizza anche il periodo luglio-settembre su base trimestrale. Confrontando cioè luglio, agosto, settembre i tre mesi precedenti (aprile, maggio, giugno) emerge una dinamica più favorevole per il lavoro autonomo. Nel trimestre, infatti, l’occupazione è cresciuta dello 0,1% (pari a 31 mila occupati in più). Questa crescita interessa sia i maschi che le femmine, i dipendenti permanenti e gli autonomi e chi ha almeno 50 anni d’età . Include, tra gli autonomi, una vasta gamma di figure, dai liberi professionisti ai freelance, spesso attivi in settori ad alta specializzazione come il digitale e i servizi avanzati
Inoltre, l’aumento dell’occupazione femminile, che si conferma il principale motore di crescita a settembre, è spesso correlato a una maggiore propensione all’imprenditorialità e al lavoro autonomo, soprattutto in settori che consentono una maggiore flessibilità . L’imprenditorialità femminile è infatti in crescita, con le società di capitali guidate da donne che hanno registrato un aumento del +2,9% rispetto al 2020, rappresentando oltre il 24,3% delle imprese femminili.












Redazione
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