Documento programmatico di finanza pubblica (DPFP) 2025 aggiornato: novità e cosa cambia

Come il Governo intende intervenire su conti pubblici, crescita, investimenti e sostenibilità del bilancio

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È stato pubblicato il nuovo Documento programmatico di finanza pubblica 2025 (DPFP) aggiornato. Approvato dal Consiglio dei ministri e ora trasmesso al parlamento per l’esame istituzionale, rivede gli obiettivi di finanza pubblica per i prossimi tre anni e definisce il perimetro entro cui verrà costruita la prossima manovra economica. Con l’aggiornamento DPFP si avvia ufficialmente la fase finale di preparazione della manovra 2026. Sapere quali sono le novità, quindi, aiuta a capire quali saranno le mosse del Governo in materia di conti pubblici e programmi da attuare.

Cosa prevede il Documento programmatico di finanza pubblica 2025 (DPFP) aggiornato

Il DPFP 2025 sostituisce la NADEF e aggiorna i target su debito, deficit, PIL e spesa pubblica. Poiché la programmazione economica deve essere compatibile con i limiti europei, e garantire stabilità finanziaria, l’intervento è stato necessario per rispettare il tasso massimo di crescita della spesa netta stabilito dal Consiglio UE.

Il documento contiene:

  • l’aggiornamento delle previsioni macroeconomiche e dei conti pubblici. In particolare, sono stati rivisti i dati relativi all’andamento del conto economico della pubblica amministrazione suddiviso per sottosettori e le proiezioni di spesa netta e del saldo di cassa del settore statale;
  • l’aggiornamento sugli impegni presi nel Piano strutturale di bilancio di medio termine, comprese riforme e investimenti già avviati o in corso di approvazione;
  • le misure che saranno inserite nella manovra 2026, anticipandone gli effetti economici e finanziari. Non tutti gli interventi sono riportati nel dettaglio, ma la struttura è definita: misure su investimenti, lavoro, imprese, welfare e riforme.

Cosa cambia

In passato, la programmazione finanziaria si focalizzava quasi esclusivamente sul rapporto deficit/PIL. Con il nuovo DPFP, invece, il parametro centrale diventa il limite alla crescita della spesa netta primaria (cioè la spesa al netto degli interessi sul debito e delle misure una tantum). Non si cerca più solo di contenere il disavanzo finale, ma si impone una maggiore disciplina, limitando la dinamica di crescita della spesa corrente. L’approccio alla costruzione della manovra di bilancio diventa quindi più selettivo, imponendo al governo una scelta più attenta e motivata delle priorità di investimento e di politica pubblica, anziché concentrarsi unicamente sull’obiettivo del saldo.

Infatti, il documento evidenzia che la manovra 2026 dovrà muoversi in un contesto di spazi di bilancio piuttosto contenuti, visto il vincolo alla crescita della spesa netta e la necessità di rispettare gli obiettivi europei.

Come il Documento programmatico di finanza pubblica 2025 aggiornato interviene sulla manovra 2026

Il DPFP stabilisce, programmandoli, i saldi che la manovra deve realizzare. Il documento, per il triennio 2026-2028, fissa l’indebitamento netto programmatico in % del PIL al 2,8% per il 2026, al 2,6% per il 2027 e al 2,3% per il 2028. Sono tassi di indebitamento, cioè, che il Governo è tenuto a rispettare e non superare.

Inoltre, anche se sono previste nuove uscite o minori entrate, la manovra deve evitare di far crescere la spesa pubblica. Il documento indica poi alcune direttrici che la manovra dovrà seguire. Tra queste, c’è la ricomposizione fiscale, ovvero l’alleggerimento del carico fiscale sul lavoro o sui redditi medi. Ma si fanno spazio anche le richieste di sostegno a investimenti, imprese, sanità e famiglie: il DPFP anticipa che la manovra 2026 conterrà misure in questi ambiti.

L’aggiornamento è stato necessario anche tenendo conto dei nuovi parametri di benessere equo e sostenibile (BES) e facendo leva sulla qualità della spesa pubblica. Il DPFP è un atto propedeutico alla manovra. Fornisce il quadro entro cui il governo e il parlamento costruiscono il testo. Questo significa che le misure della manovra devono essere coerenti (e giustificabili) rispetto al documento, altrimenti rischiano di non essere compatibili con il percorso programmato.

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