L’intelligenza artificiale l’attività del commercialista: la professione è a rischio?

Ecco come imprese e commercialisti usano l'intelligenza artificiale per la contabilità.

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L’intelligenza artificiale, l’automazione e i nuovi sistemi di collaborazione digitale stanno rivoluzionando il modo di lavorare di migliaia di commercialisti, trasformando una professione tradizionalmente analogica in un motore di innovazione. Questo è quanto emerge dalla ricerca condotta da Kantar per TeamSystem, tech & AI company leader nello sviluppo di soluzioni digitali per imprese e professionisti. Lo studio fotografa un settore in piena transizione verso modelli operativi più moderni e interconnessi.

E mentre a Genova è stata presentata la terza guida operativa sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale per i commercialisti, ci si interroga su come integrare questo nuovo sistema innovativo all’interno degli studi professionali. Il commercialista è una professione a rischio?

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Come i commercialisti usano l’intelligenza artificiale

Secondo l’indagine, quasi una PMI su due (41%) chiede al proprio commercialista un ruolo più consulenziale, orientato all’analisi dei dati e alla pianificazione strategica. In altre parole: meno adempimenti, più visione. Questa evoluzione è resa possibile dall’adozione di strumenti digitali integrati, che semplificano i processi contabili e amministrativi e consentono ai professionisti di concentrarsi sulle attività a valore aggiunto.

Questo grazie anche al fatto che, negli studi professionali più evoluti, le piattaforme collaborative e i sistemi basati sull’intelligenza artificiale permettono di condividere in tempo reale informazioni, documenti e report, migliorando la comunicazione con i clienti. Oggi oltre il 68% delle imprese utilizza già strumenti digitali per interagire con il proprio consulente, affiancandoli agli incontri di persona: è il nuovo modello ibrido e flessibile dello studio del futuro.

L’AI per la gestione dei clienti

L’intelligenza artificiale si rivela decisiva per ampliare le competenze dei professionisti. Dalle analisi predittive ai sistemi di automazione contabile, fino ai suggerimenti personalizzati basati sui dati, l’AI diventa una risorsa quotidiana che supporta il commercialista nella gestione dei clienti e nelle decisioni strategiche.

Federico Loffredo

Tra chi la utilizza da tempo con convinzione c’è Federico Loffredo, dottore commercialista e formatore, uno dei primi in Italia a introdurre automazioni e strumenti di AI nel proprio lavoro. “Mi definisco commercialista tecnologico – racconta a Partitaiva.it – perché la tecnologia, per me, non è un accessorio. È un modo diverso di intendere la professione”. Alla domanda se l’intelligenza artificiale possa sostituire i professionisti, Loffredo risponde senza esitazioni: “Un anno fa avrei detto cose diverse, perché tutto cambia a una velocità impressionante. L’AI non è una minaccia, ma un’opportunità. Non ci sostituirà: sostituirà chi non sarà in grado di usarla”.

Per l’esperto, l’intelligenza artificiale è uno strumento utile per alleggerire le attività a basso valore aggiunto (ricerche, stesura di mail, risposte ai clienti, analisi ripetitive) e restituisce al commercialista il ruolo di vero consulente: “Finalmente possiamo tornare a fare quello per cui siamo nati: consulenza, relazione, interpretazione. Il resto può farlo una macchina”.

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Automazione e fiducia: l’importanza della trasparenza

La relazione tra imprese e professionisti resta solida: il 78% delle aziende non ha cambiato commercialista negli ultimi cinque anni. Ma oggi questo rapporto si rinnova grazie al digitale, che consente un dialogo più continuo e una consulenza più proattiva.

“La trasparenza è fondamentale – spiega Loffredo –. Il cliente deve sapere che utilizzo l’intelligenza artificiale come supporto, ma la responsabilità resta mia. È come usare un formulario: l’importante è sapere cosa stai firmando”. L’intelligenza artificiale, insomma, può semplificare e velocizzare, ma non sostituisce la fiducia. “Il cliente oggi non cerca solo chi gli fa i conti: cerca un alleato, qualcuno che sappia interpretare i dati e dargli una direzione”, aggiunge.

L’AI sostituirà il commercialista? L’evoluzione e le sfide della professione

Proiettandosi nel futuro, l’esperto immagina una professione completamente trasformata: “Non so dove saremo tra cinque anni, ma so che chi non avrà iniziato a usare questi strumenti sarà fuori dal mercato. Non perché verrà sostituito da un robot, ma da un collega più preparato”, fa sapere. Non è necessario affidare qualsiasi compito all’AI: il vero vantaggio è governare i nuovi strumenti e saperli utilizzare in modo efficace ed efficiente per soddisfare il cliente.

La vera sfida, però, è quella del ricambio generazionale: pochi giovani vogliono fare i commercialisti. “È una professione percepita come vecchia, ma l’AI può renderla di nuovo affascinante, perché ti permette di fare consulenza vera, di capire le aziende in profondità”, aggiunge. Al contempo, la tecnologia porterà anche a una nuova competizione territoriale: “Un commercialista di Torino potrà servire clienti a Venezia senza problemi. La geografia non sarà più una barriera. È un rischio, ma anche una grande opportunità per chi sa distinguersi”, continua.

Il commercialista del futuro è quello che oggi sceglie di restare competitivo: “Non sarà quello che sa tutto a memoria, ma quello che saprà dialogare con le macchine per capire meglio le persone”, conclude l’esperto.

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Laura Pellegrini

Giornalista e content editor

Dopo la Laurea in Comunicazione e Società, ho iniziato la carriera da freelance collaborando con diverse realtà editoriali. Ho scritto alcuni e-book sui bonus e ad oggi mi occupo della redazione di articoli di economia, risparmio e lavoro.

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