Oggi il vertice di maggioranza a Palazzo Chigi per discutere gli ultimi dettagli della manovra 2026 e chiarire gli emendamenti da inserire o meno. Tra le novità più attese il taglio IRPEF 2026 e la riforma ISEE. Ma chi ne beneficerà davvero? Davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato, l’ISTAT ha illustrato i principali effetti economici previsti. Dalle stime emerge che la modifica delle aliquote IRPEF assicurerà dei benefici a quasi la metà delle famiglie italiane. Mentre gli interventi di modifica dell’ISEE garantiranno vantaggi economici soprattutto ai nuclei con redditi medio-bassi.
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Riforma IRPEF e ISEE 2026: cosa cambia
Con la manovra 2026, per quanto riguarda l’IRPEF, il governo ha previsto una riduzione delle aliquote per i redditi medio-bassi. Nello specifico, lo scaglione intermedio – quello che riguarda chi guadagna tra circa 28.000 e 50.000 euro l’anno – subirà un taglio dal 35% al 33%.
Dal 1° gennaio è inoltre previsto una modifica del calcolo dell’ISEE, l’indicatore che serve a determinare l’accesso a molte prestazioni sociali (come l’assegno unico, le borse di studio o i bonus per le utenze). La novità riguarda la valutazione del patrimonio immobiliare. Con la nuova disciplina, la prima casa non sarà più considerata interamente nel calcolo fino a quando il suo valore non supera i 91.500 euro (contro i 52.500 previsti finora). Sono previsti inoltre ulteriori aumenti per ogni figlio convivente a carico.
Inoltre, viene rivista la cosiddetta “scala di equivalenza“, cioè il meccanismo che corregge l’ISEE in base alla composizione del nucleo familiare. Le famiglie numerose potranno contare su maggiorazioni più consistenti.
Chi ci guadagna di più
Secondo i calcoli dell’ISTAT, la riduzione di due punti percentuali della seconda aliquota IRPEF interesserà oltre 14 milioni di contribuenti, generando un vantaggio medio annuo di circa 230 euro. Considerando i nuclei familiari in Italia, l’impatto complessivo della misura coinvolgerà 11 milioni di famiglie, pari al 44% del totale, con un beneficio medio annuo di 276 euro. L’Istituto ha spiegato anche che l’effetto più consistente si registra nei nuclei con più di un percettore di reddito, dove il taglio dell’imposta produce un risparmio cumulato.
L’ISTAT ha esposto anche i benefici della riforma del calcolo dell’ISEE, stimando stima che le modifiche introdotte produrranno un vantaggio medio di 145 euro l’anno per 2,3 milioni di famiglie. Pari all’8,6% del totale. L’effetto redistributivo, è stato detto, è più marcato per i nuclei economicamente più fragili, che otterranno in media 263 euro in più l’anno, equivalenti a un incremento del 2,2% del reddito familiare.
Tuttavia, il presidente dell’ISTAT, Francesco Maria Chelli, ha precisato che la platea dei beneficiari più poveri rimane limitata, poiché molti di questi già usufruivano delle prestazioni oggetto della revisione.
Gli interventi sulla busta paga dei dipendenti: flat tax sui premi
Novità in arrivo pure per i dipendenti. Con l’introduzione della tassazione sostitutiva del 5% – in alternativa all’IRPEF con addizionali – sugli incrementi retribuitivi dei rinnovi contrattuali, la busta paga dei dipendenti del privato potrebbero ricevere un netto più alto. A patto che guadagnino non più di 28 mila euro.
Gli straordinari in notturno, festivi o giorni di riposo saranno con ogni probabilità tassati al 15%. La stessa aliquota vale per il trattamento economico accessorio – fino a un massimo di 800 euro – per i dipendenti pubblici. Sui premi di risultato del settore privato, invece, l’aliquota della flat tax passa dal 5% all’1%. Il limite massimo del premio agevolato sale da 3.000 a 5.000 euro. La flat tax del 5% si applicherà pure sulle mance di camerieri e personale delle strutture alberghiere.











Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it