La classifica delle province più ricche in Italia, cresce il Sud ma il divario con il Nord rimane

Nonostante il Sud corra più veloce in termini di crescita del valore aggiunto rispetto al Nord, il divario nella ricchezza pro capite rimane strutturale.

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Quali sono le province più ricche in Italia

Nel 2024 il Mezzogiorno ha registrato un ritmo di crescita del valore aggiunto una volta e mezzo superiore a quello del Nord. Il dato emerge dall’analisi del Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere, che fotografa l’evoluzione delle province più ricche in Italia. Tuttavia, nonostante la spinta positiva, il divario con il Settentrione resta. Il valore aggiunto pro capite nel Sud è infatti ancora quasi la metà rispetto al Nord-Ovest. Con alcune aree più dinamiche, che si distinguono rispetto ad altre.

La classifica delle province più ricche in Italia: la top 10

Secondo il report, tra le province più ricche d’Italia svetta Milano, con un valore aggiunto medio pro capite pari a 65.721 euro per abitante, quasi il doppio della media nazionale (33.348 euro). La seguono Bolzano (con 55.065 euro) e Bologna (con 45.125 euro), che entra a far parte del podio, prendendo il posto di Roma. All’estremo opposto si trovano Cosenza (18.166 euro) e Agrigento (18.220 euro), ultime nella classifica nazionale.

A livello regionale, la ricchezza pro capite più alta si registra in Trentino-Alto Adige/Südtirol (48.869 euro), seguito da Lombardia (45.019 euro) e Valle d’Aosta (43.463 euro). Analizzando i dati, il Nord mantiene il primato con 40.158 euro per abitante, cifra che sale a 41.095 euro nel Nord-Ovest. Il Sud resta invece molto distante con 22.353 euro pro capite, quasi la metà.

Le province e i settori più dinamici

Tra le province che invece sono cresciute di più in termini di valore aggiunto rispetto all’anno precedente, Viterbo guida la classifica con un incremento del 4,85% del valore aggiunto rispetto al 2023. Seguono Imperia (+4,29%) e Foggia (+4,22%). Mentre per trovare una provincia settentrionale nella graduatoria bisogna scendere fino al 15° posto, occupato dal Verbano-Cusio-Ossola (+3,24%). In fondo alla classifica compaiono invece realtà storicamente industriali come Modena (-0,03%), Vicenza (+0,40%), Reggio Emilia (+0,50%), Bergamo (+0,60%) e Parma (+0,61%), penalizzate dal rallentamento della manifattura.

Nel complesso, il 2024 ha visto un forte balzo in avanti dell’agricoltura, che ha segnato un incremento del 10,25% della ricchezza prodotta, raggiungendo quota 40 miliardi di euro, il valore più alto da quando esistono le serie storiche. In questo comparto spicca l’Abruzzo, che registra aumenti del 31,17%. L’Aquila, Pescara, Chieti e Teramo sono ai primi posti della classifica agricola. In controtendenza la Sicilia, unica regione con segno negativo (-5,54%), dove tutte le province scendono in graduatoria, con Palermo fanalino di coda (-6,89%).

Sul fronte opposto, la manifattura mostra segnali di debolezza. Il settore industriale nel suo complesso (estrattivo, manifatturiero e utilities) perde il 4,1% rispetto al 2023, interrompendo una fase di crescita continua iniziata nel 2015 (fatta eccezione per il 2020). Solo alcune province italiane chiudono l’anno con un segno positivo nella manifattura, tra cui Reggio Calabria (+3,08%), Viterbo (+1,64%) e Rieti (+1,60%).

Tra le regioni settentrionali, la crescita è risultata più contenuta. L’Emilia-Romagna si ferma a +0,95%, il Veneto a +1,20% e il Friuli-Venezia Giulia a +1,35%. La frenata del Nord riflette soprattutto la crisi della manifattura, comparto che da sempre costituisce una parte rilevante del valore aggiunto locale.

Il divario Nord e Sud resta ampio

Nonostante la maggiore crescita del Mezzogiorno, il divario economico con il Nord resta marcato. Basta pensare che il valore aggiunto pro capite nel Nord-Ovest si attesta a 41.095 euro nel 2024, quasi il doppio rispetto ai 22.353 euro del Sud. Inoltre, ben 28 delle province meno ricche d’Italia si trovano tutte nel Mezzogiorno. Le differenze territoriali sussistono e il Sud, anche se accelera e dimostra maggiore vitalità, resta ancora lontano dai livelli di ricchezza del Nord.

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