Il decreto compensi per gli avvocati è atteso da tempo, perché sono anni ormai che gli ordini forensi chiedono una revisione che tenga conto del nuovo panorama in cui operano. I procedimenti sono diventati più complessi, serve maggiore specializzazione e c’è la necessità di regolamentare nuove forme di attività professionale come la mediazione, la negoziazione assistita e la consulenza preventiva. L’ultimo intervento in questo senso è quello del D.M. 55/2014, poi modificato nel 2018 e, comunque, non più a passo con i tempi.
Il decreto ministeriale che il Governo si prepara a varare modificherà i parametri di riferimento utilizzati dai giudici per determinare il compenso dovuto agli avvocati.
Cosa cambia con il decreto compensi per gli avvocati
Il nuovo decreto sui parametri dei compensi professionali degli avvocati, che come annunciato dal ministro Nordio dovrebbe arrivare tra dicembre e gennaio, prevede di fatto una revisione delle tabelle che stabiliscono i compensi minimi e medi in base al tipo di causa, al valore della controversia e alla complessità del lavoro svolto.
Da un lato si vuole rendere più equa la remunerazione degli avvocati, dall’altro fornire ai tribunali parametri precisi con cui liquidare i compensi.
Come verranno aggiornati i compensi
Anche se il testo definitivo del decreto compensi per gli avvocati non è ancora stato diffuso, secondo alcune anticipazioni, i nuovi parametri dovrebbero aggiornare gli importi per ogni fase del giudizio (studio, introduttiva, istruttoria, decisionale, esecutiva), allineandoli ai costi reali e al livello di competenza richiesto oggi e alla normativa sull’equo compenso. Inoltre, verranno rafforzate le attività stragiudiziali, come consulenze, mediazioni e negoziazioni assistite, mentre verranno introdotti criteri più stringenti per la motivazione delle riduzioni da parte dei giudici, evitando che la liquidazione al ribasso diventi la regola.
Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it