Proclamato lo sciopero generale per oggi, venerdì 3 ottobre. Ufficialmente, gli scioperi nazionali sono due: uno dei trasporti, annunciato nelle scorse settimane, e uno generale indetto dai sindacati CGIL e USB mercoledì, a seguito dell’abbordaggio della Global Sumud Flotilla da parte delle forze militari israeliane e dell’arresto dell’equipaggio. Tuttavia manifestazioni spontanee sono sorte in tutto il mondo, anche in Italia, già a partire da mercoledì sera. Ecco tutti i servizi a rischio, la posizione del governo e i dubbi sulla illegittimità dello sciopero.
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Sciopero dei trasporti del 3 ottobre: treni sospesi e fasce garantite
Lo scorso 18 settembre il sindacato autonomo S.I. Cobas ha indetto uno sciopero per il settore dei trasporti. La ragione è sempre il sostegno al popolo palestinese. A essere interessato è il personale del Gruppo FS, Trenitalia, Trenitalia Tper e Trenord. Lo scioperò è partito già alle 21 di ieri, 2 ottobre, e terminerà alle 21 di oggi, venerdì 3 ottobre.
I treni potranno subire cancellazioni, ritardi e variazioni. Sono previste, però, alcune fasce di garanzia e – in ogni caso – è possibile chiedere il rimborso dei viaggi già prenotati. Per il trasporto regionale di Trenitalia e Trenitalia Tper, per esempio, sono garantiti i viaggi dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21. La compagnia ha pubblicato pure l’elenco dei treni a lunga percorrenza garantiti.
Coloro che avessero prenotato Frecce e Intercity potranno chiedere il rimborso fino all’ora della partenza. Tempo scaduto, invece per chiedere i rimborsi dei biglietti dei treni regionali. Si può scegliere di riprogrammare il viaggio a “condizioni di trasporto simili, non appena possibile, secondo la disponibilità dei posti”, chiamando il numero verde 800 892021.
Sciopero generale venerdì 3 ottobre: le categorie coinvolte
CGIL, attraverso una nota, comunica che lo sciopero generale del 3 ottobre interesserà non soltanto le attività ferroviarie, ma anche:
- il personale delle autostrade, dalle 22 di ieri 2 ottobre;
- i vigili del fuoco, per i turnisti dalle 9 alle 13 e durante l’intera giornata per il personale giornaliero e amministrativo;
- la sanità, già dal primo turno di oggi 3 ottobre.
Con l’adesione di FLC CGIL a essere interessati alla protesta sono pure “i settori della conoscenza, incluso il personale della scuola“, per l’intera giornate. Ad aderire non solo il pubblico, ma anche il privato. I cortei annunciati in tutta Italia sono oltre 100.
Lo sciopero è illegittimo? La reazione di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni
Lo sciopero generale di CGIL e Usb, al contrario dello sciopero dei trasporti di S.I. Cobas, sarebbe illegittimo. A giudicarlo tale è la Commissione di garanzia dagli scioperi, l’autorità amministrativa indipendente che vigila sugli scioperi. Secondo quanto previsto dalla legge 146/90, infatti, gli scioperi devono essere comunicati con almeno 10 giorni di preavviso a eccezione dei “di astensione dal lavoro in difesa dell’ordine costituzionale, o di protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori”.
Le organizzazioni sindacali hanno ribadito l’intenzione di procedere con l’astensione collettiva. Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, valuta di “precettare” l’iniziativa, ovvero di vietarla. Ma l’ipotesi che ciò accada resta piuttosto remota: la mobilitazione, che trasversalmente coinvolge tutto il pianeta da mesi, in modo crescente, ha assunto una dimensione di scala tale da essere inarrestabile.
La premier Giorgia Meloni ha commentato l’iniziativa con sarcasmo: “Mi sarei aspettata che i sindacati almeno su una questione che reputavano così importante come Gaza non avessero indetto uno sciopero generale di venerdì, il weekend lungo e la rivoluzione non stanno insieme“, ha detto.
Le motivazioni della mobilitazione e la reazione di CGIL
“Il 7 ottobre 2023 Hamas ha scatenato un attacco di inaudita crudeltà: 1.200 persone sono state torturate e uccise, 250 rapite e trasformate in ostaggi, e oggi sembra che appena una ventina di loro siano ancora in vita. La Corte penale internazionale ha giustamente qualificato quell’azione come crimine contro l’umanità, e per questo i responsabili dovranno essere perseguiti, processati e puniti. Ma la reazione del governo israeliano non ha avuto misura: è stata feroce, devastante. Come ha ammonito il Presidente della Repubblica, ha provocato ‘disumane sofferenze per la popolazione’. Più di 50.000 vite spezzate, quasi due milioni di persone costrette alla fuga, un crimine di guerra perpetrato affamando la popolazione perché tale è considerato secondo lo Statuto della Corte penale internazionale; una tragedia che porta con sé il marchio della volontà di annientamento del popolo di Gaza – si legge in un comunicato di CGIL -. Eppure, di fronte a questo orrore, i governi europei sono rimasti inerti. Hanno assistito, quasi paralizzati, mentre il diritto veniva stracciato e l’umanità umiliata. Ben poco è stato fatto, soprattutto a livello comunitario, per contrastare la sistematica azione di sterminio usata come metodo di guerra”.
Il sostegno alla Flotilla e la condanna dell’azione israeliana
La manifestazione, oltre a essere pro Palestina, è un’azione di vicinanza nei confronti dell’equipaggio bloccato e arrestato della Global Sumud Flotilla. Si tratta delle oltre 400 persone che hanno partecipato, con una quarantina di barche, all’iniziativa civile che aveva lo scopo di rompere il blocco israeliano intorno a Gaza e portare aiuti umanitari al popolo palestinese, creando un corridoio permanente. Il blocco è imposto dal 2009 da Israele sulle 20 miglia nautiche davanti alla Striscia ed è considerato illegale da diverse organizzazioni internazionali ed esperti di diritto internazionale.
“In questo deserto di iniziative, la Flotilla non è l’avventura irresponsabile di qualche esaltato: è un gesto di coraggio e di dignità, un atto che, come ha riconosciuto il presidente Mattarella, possiede un autentico valore. È già riuscita a scuotere le coscienze, a sensibilizzare l’opinione pubblica. La missione della Flotillia rientra nella cornice umanitaria delle Convenzioni di Ginevra e nel quadro della libertà di navigazione sancita dalla Convenzione Onu sul diritto del mare”, continua il comunicato.
Nonostante le minacce e i diversi tentativi di sabotaggio subiti, mercoledì pomeriggio le barche della Flotilla, abbandonate dalla fregata italiana Alpino, sono entrate nella zona “ad alto rischio” in cui in passato Israele ha già bloccato iniziative simili. Il finale era già scritto: la Marina militare israeliana è intervenuta abbordando le imbarcazioni a 70 miglia da Gaza – dunque a oltre 50 miglia dalle acque territoriali palestinesi -, usando cannoni ad acqua e arrestando l’equipaggio, composto da militanti non violenti e non armati, provenienti da diverse parti del mondo. Tra gli arrestati, anche 40 italiani. Le comunicazioni e le trasmissioni video si sono interrotte, ma le autorità palestinesi assicurano che “Greta – Thunberg, ndr – e i suoi amici stanno bene”.
Perseveranza degli equipaggi come monito
“La perseveranza degli equipaggi della Flotilla è allora un segno prezioso: ricorda al mondo che non possiamo abituarci all’orrore, che le atrocità a cui assistiamo sono inconciliabili con il diritto di pace, nato dal sacrificio di milioni di vittime nelle due guerre mondiali. Chi accusa la Flotilla di voler violare il blocco marittimo dimostra la volontà di ignorare la realtà: i grandi testi fondativi del diritto internazionale sono stati ignorati, calpestati, vilipesi per anni, e il conflitto di Gaza li ha ridotti in polvere – continua CGIL -. Quel diritto è stato edificato sul sangue e sul lavoro di generazioni intere, con il contributo decisivo delle organizzazioni sindacali. È necessario che l’Unione europea e i governi ritrovino il coraggio di ristabilire la piena vigenza del diritto di pace. È questo segnale che non solo Flottilla ma tutti i lavoratori italiani attendono.
Perché lo sciopero generale di venerdì 3 ottobre sarebbe legittimo
“L’aggressione armata, avvenuta il 1° ottobre 2025, contro navi civili che trasportavano cittadini italiani, rappresenta un fatto di gravità estrema: un attentato diretto all’incolumità e alla sicurezza dei lavoratori e dei volontari imbarcati – si legge nella nota, che in maniera evidente si riferisce alla clausola che “sospende” l’obbligo di comunicazione anticipata di 10 giorni dello sciopero -. Non è soltanto un crimine contro persone inermi. È un colpo inferto all’ordine costituzionale stesso”.
Dopo i riferimenti agli articoli 10, 11 e 117 della Costituzione italiana, e aver sottolineato l’imposizione di promuovere la pace e il rispetto dei vincoli internazionali e comunitari per il legislatore, CGIL accusa Israele:
- di aver disatteso la Carta delle Nazioni Unite (artt. 2 e 51), che vieta l’uso della forza salvo autodifesa o mandato del Consiglio di Sicurezza;
- con l’attacco alla Flotilla, di aver violato la Convenzione ONU sul diritto del mare, che riconosce la libertà di navigazione (art. 87) e tutela le navi civili e umanitarie (artt. 87, 88, 89);
- di aver contravvenuto alla Convenzione di Ginevra del 1949 e ai Protocolli aggiuntivi del 1977, che vietano in modo assoluto gli attacchi contro civili e missioni umanitarie.
“Sciopero 3 ottobre conforme a legge n.146/90”
“Queste norme internazionali danno contenuto al concetto di ordine costituzionale richiamato dall’art. 2, comma 7, della legge n.146/90, che ha riguardo non solo alla tutela dei cittadini italiani, in patria o all’estero, ma anche alla salvaguardia dei principi supremi su cui si fonda la Repubblica: la pace, i diritti umani, il rispetto degli obblighi internazionali – conclude il sindacato -. Non solo, ma i cittadini italiani componenti della Flottilla, esercitano con questa loro iniziativa diritti fondamentali della nostra Costituzione, quali il diritto di esprimere e manifestare liberamente il proprio pensiero, e agiscono per praticare direttamente, e sollecitare da parte dello Stato, ‘l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà‘ che l’art. 2 della Costituzione pone tra gli scopi fondamentali della Repubblica. Uno Stato che, pur avendo sottoscritto le norme che salvaguardano la pace tra le nazioni contraenti, le viola mettendo a rischio cittadini italiani, aggredisce nello stesso tempo l’ordine costituzionale del nostro Paese e la sicurezza dei suoi lavoratori. E i volontari della Flotilla, pur se in forma atipica, sono lavoratori: molti di loro sono in aspettativa non retribuita, ma la sospensione temporanea della retribuzione non cambia la loro condizione giuridica”.
Ivana Zimbone
Direttrice responsabile