Professionisti evasori fiscali, arriva il pignoramento ai clienti: come funziona

Per i professionisti nessun limite previsto per i pignoramenti, oltre al rischio di sovraprelievi.

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Adesso i clienti dei professionisti evasori fiscali possono subire un provvedimento di pignoramento da parte del Fisco. Se ciò accade, al ricevimento della fattura successiva, il cliente non dovrà corrispondere il relativo compenso al professionista che ha erogato la prestazione, bensì direttamente all’Agenzia delle Entrate, fino alla concorrenza del debito che il professionista ha accumulato. A stabilirlo è un nuovo protocollo operativo che alcune Regioni italiane hanno già abbracciato e che è il frutto di una sperimentazione che potrebbe cambiare in parte il rapporto tra i professionisti e l’Agenzia delle Entrate.

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Evasione fiscale e pignoramenti: liberi professionisti vs lavoratori dipendenti

Il mondo delle partite IVA e in quello dei lavoratori dipendenti resta differente anche sul piano dei pignoramenti. La legge prevede infatti che lo stipendio del lavoratore dipendente non possa essere pignorato – di norma – oltre il quinto della retribuzione netta, con ulteriori tutele per gli stipendi di importo inferiore ai 2.500 euro. I liberi professionisti, al contrario, non godono di alcuna soglia di tutela. Di conseguenza, un’intera fattura di 1.000 euro potrebbe diventare interamente oggetto di un pignoramento da parte del Fisco.

Un altro elemento aggiunge difficoltà: la legge (D.P.R. 602/1973) impone agli enti pubblici e alle società a prevalente partecipazione pubblica di verificare, prima di un pagamento superiore a 5.000 euro, la presenza di debiti fiscali in capo al creditore. Nel caso in cui tali debiti emergano in fase di verifica, allora il pagamento viene bloccato e viene destinato integralmente alla riscossione. Pure in questo caso senza alcuna soglia di salvaguardia per il professionista, che subirà l’intero prelievo.

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Pignoramento ai clienti dei professionisti evasori, pro e contro

Il nuovo protocollo operativo che consente all’Erario il pignoramento direttamente presso i clienti dei professionisti morosi è un’evoluzione non sottovalutabile delle strategie di riscossione fiscale, per quanto ancora in fase di test. Come tale, però, solleva anche delle importanti questioni di equilibrio tra l’efficacia dell’azione amministrativa e la tutela dei diritti dei contribuenti.

Partiamo dal punto di vista dell’amministrazione fiscale: per gli enti, il meccanismo ha indubbi vantaggi in termini di efficienza. La possibilità di intercettare i compensi professionali direttamente presso la fonte riduce i tempi di recupero dei crediti erariali e aumenta le probabilità di successo della riscossione. Rispetto ai tradizionali pignoramenti presso terzi, la procedura sfrutta inoltre la continuità del rapporto professionale-cliente, rendendo più prevedibile e stabile il flusso di recupero.

Tuttavia, l’assenza di una soglia di salvaguardia per i professionisti – contrariamente a quanto invece previsto per i lavoratori dipendenti – rischia di mettere in crisi non solo la sostenibilità economica dell’attività professionale, ma anche la continuità del servizio verso la clientela. La misura, poi, ha un forte impatto sui rapporti commerciali: i clienti, infatti, vengono coinvolti in una procedura esecutiva di cui non sono responsabili, dovendo gestire i pagamenti diretti all’Agenzia delle Entrate invece che al professionista. Un’evoluzione che potrebbe generare imbarazzo, compromettere la fiducia e spingere i clienti a cercare alternative professionali per evitare complicazioni amministrative.

Il rischio di sovraprelievi

Il sistema presenta inoltre il rischio di generare effetti sproporzionati. Un professionista con un debito fiscale pur limitato, potrebbe vedersi bloccati compensi di valore superiore al debito stesso, creando situazioni di temporaneo sovraprelievo che, pur essendo teoricamente recuperabili, comportano comunque significativi disagi operativi e finanziari.

Un maggiore bilanciamento tra efficacia della riscossione e tutela dei diritti fondamentali, nonché l’adozione di un meccanismo di gradualità delle misure, potrebbe garantire un trattamento più equo.

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Roberto Rais

Giornalista e autore

Giornalista e autore, consulente e coordinatore editoriale, collabora con agenzie di stampe e società editoriali italiane ed estere specializzate in economia e finanza, gestione di impresa e organizzazione aziendale.

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