Nuove offerte di lavoro truffa, dal conto corrente prosciugato al furto d’identità: come funzionano

Il sistema fraudolento dei dati e le ultime tecniche dei malfattori.

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Erano ufficialmente alla ricerca di magazzinieri, in realtà raccoglievano dati personali e recapiti telefonici di persone alle quali tentavano poi di vendere i loro depuratori d’acqua: breve storia triste di una delle tante offerte di lavoro truffa. Succedeva qualche anno fa a Lecce e succede ancora oggi, dappertutto. Ma le false offerte di lavoro – che colpiscono vittime di tutte le età, dai giovani in cerca del lavoro dei sogni ai padri di famiglia disoccupati, che chiedono soltanto una seconda possibilità – possono andare ben oltre. I contatti e contratti di vendita ottenuti in modo fraudolento rappresentano il danno minore: tra i frodati c’è pure chi si trova il conto corrente prosciugato e chi subisce il furto d’identità. Ecco le esperienze di Giulio B. e Silvia S. e come riconoscere se un’offerta di lavoro è una truffa.

Finti corsi di formazione per vendere apparecchi medicali

Anche Striscia la Notizia, in più occasioni, ha acceso i riflettori sul tema delle offerte di lavoro truffa, raccontando ad esempio il caso di un’azienda che organizzava finte selezioni per profili amministrativi. L’impresa proponeva fantomatici corsi di formazione propedeutici all’assunzione, ma a condizione che il candidato garantisse loro almeno dieci “trattative” con amici e parenti: vere e proprie dimostrazioni finalizzate alla vendita di depuratori, che nulla avevano a che fare con l’annuncio diffuso inizialmente. La denuncia fatta dalla trasmissione di Antonio Ricci risale all’ormai lontano 2021 e, dopo il blitz della Finanza presso la sede dell’azienda, di questa si è persa ogni traccia. O quasi, dal momento che alcuni quotidiani hanno dichiarato di aver ricevuto segnalazioni di annunci di lavoro ingannevoli di un’altra che sembrerebbe essere “rinata” dalle ceneri della prima.

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“Abbiamo ricevuto il tuo curriculum”: la finta offerta di lavoro su WhatsApp

Oggi le false offerte di lavoro hanno trovato un nuovo canale: WhatsApp. Sarà capitato a tutti, almeno una volta, di ricevere un messaggio o una chiamata da un numero con prefisso italiano e, rispondendo, di sentire una voce registrata comunicare: “Salve, abbiamo ricevuto il tuo curriculum”. L’utente viene quindi invitato ad avviare una conversazione in chat per una finta proposta di lavoro. In questa fase, i truffatori possono richiedere informazioni sensibili come codice fiscale, numero di conto bancario o una copia del documento di identità, con la scusa di avviare un processo di selezione. Una volta ottenuti questi dati, i truffatori possono utilizzarli per furti d’identità o per accedere ai conti bancari della vittima.

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Come denunciare una falsa offerta di lavoro?

Per denunciare i falsi annunci di lavoro, soprattutto se si subiscono furti di identità, l’unica cosa da fare è rivolgersi alla Polizia postale. Nella migliore delle ipotesi, infatti, la tentata truffa può tradursi in una “semplice” perdita di tempo; nella peggiore, invece, ci si può trovare davanti a guai seri. I truffatori possono:

  • accedere ai contatti presenti in rubrica e diffondere ulteriormente il malware;
  • impadronirsi degli account personali per effettuare truffe a nome della vittima;
  • rubare l’identità della vittima per richiedere prestiti o fare acquisti online.

Come capire se un’offerta di lavoro è una truffa? I 7 segnali

Nuovi modi per carpire l’attenzione degli utenti alla ricerca di una occupazione, tecniche sempre più subdole, presentazioni credibili, condizioni economiche estremamente vantaggiose: capire se un’offerta di lavoro è falsa è diventato molto difficile, soprattutto perché i cybercriminali aggiornano continuamente le loro strategie, servendosi delle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale. Il 2025, del resto, ha visto un vero e proprio boom di attacchi informatici in Italia. Ma ci sono alcuni segnali che dovrebbero far sorgere qualche dubbio. Keeper Security, azienda che si occupa di sicurezza informatica e gestione di password, ne individua sette:

  • il selezionatore chiede informazioni personali;
  • l’offerta di lavoro sembra troppo buona per essere vera;
  • l’azienda non ha nessuna credibilità online;
  • il sito web dell’azienda non corrisponde all’annuncio di lavoro;
  • la descrizione del lavoro è vaga;
  • l’azienda ti chiede un pagamento anticipato;
  • la comunicazione non sembra professionale.

Prudenza come parola d’ordine

Profilo anonimo, nessuna informazione chiara su luogo, contatto o datore di lavoro, link abbreviati, linguaggio confuso e con errori, profilo o pagina creati pochi giorni prima: eppure c’è chi ci crede lo stesso, finendo nella trappola delle offerte di lavoro truffa. Buona parte degli utenti frodati, dunque, commetterebbe l’errore di concedere troppa fiducia a chi non conosce. A dirlo è l’Aduc, Associazione che si occupa di tutela dei consumatori: “Certamente le tecniche dei truffatori sono sempre più raffinate e sofisticate ma la tendenza a fidarsi di altri, specialmente quando c’è in gioco un’occasione imperdibile, è molto diffusa”. Occorrerebbe invece muoversi soltanto nell’ambito delle proprie conoscenze.

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False proposte di lavoro, la storia di Silvia: “Ci avevo creduto”

Silvia F. ha 46 anni e vive a Verona. “Mi sono sentita presa in giro. Ci avevo creduto”, racconta a Partitaiva.it. A luglio scorso ha risposto a un annuncio di lavoro. Successivamente, è stato fissato un colloquio nel corso del quale la fantomatica azienda le ha comunica di essere alla ricerca di figure commerciali e amministrative in vista dell’imminente apertura di un punto vendita in città. “Mi ero candidata per il ruolo di segretaria. Al secondo colloquio mi viene proposta la vendita porta a porta di contratti per la fornitura di elettricità”, fa sapere.

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False offerte di lavoro, la testimonianza di Giulio:

Anche Giulio B., 26 anni, di Genova, ci racconta con toni concitati la sua esperienza. “Stavo navigando su un noto sito che pubblica offerte di lavoro, ma a un certo punto per proseguire con la navigazione da utente non registrato il sistema mi ha obbligato a indicare il numero di telefono”. Il giorno dopo, pur non avendo caricato sul sito il proprio curriculum vitae né informazioni sulla città di provenienza, Giulio riceve una telefonata nel corso della quale gli viene offerta un’opportunità di lavoro, guarda caso proprio nella sua città. “La posizione lavorativa che dicevano di ricercare era quella di impiegato. Vengo convocato per un colloquio in una sede imprecisa. Mi vengono indicati solo la via e il numero civico. In un messaggio (di cui riportiamo lo screenshot, ndr) mi viene detto di chiedere al portiere le indicazioni su quale fosse la porta a cui suonare. Scopro poco dopo che si tratta di una proposta di vendita porta a porta di contratti per la fornitura di energia da propinare ad amici e parenti: senza un fisso, ma con incentivi e periodo di prova”.

Offerte di lavoro truffa e il sistema fraudolento dei dati

Giulio ha scoperto così di essere finito all’interno di un sistema fraudolento ben strutturato nel quale ogni “attore” svolge un ruolo ben preciso. I siti di annunci si occupano nello specifico di “raccogliere” dati, principalmente numeri di telefono che poi vendono a società di reclutamento di venditori porta a porta. “Queste ultime – ci dice Giulio – non si presentano mai come tali, ma dichiarano di agire per conto di fantomatiche aziende che intendono assumere per questa o quella posizione lavorativa, promettendo condizioni vantaggiose e stipendi molto alti”. Gettano così l’esca. Il resto è storia nota.

Silvia e Giulio oggi fanno parte di un gruppo su Facebook che conta oltre 81 mila membri. Un gruppo nato col preciso intento di segnalare aziende o annunci di lavoro “sospetti” e di essere utili in qualche modo agli altri. Così da cambiare il finale di alcune storie.

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Patrizia Penna

Giornalista professionista

Sono nata a Catania, mi sono laureata con lode in Lingue e Culture europee all'Università di Catania. Ho lavorato per quasi vent'anni come redattore al Quotidiano di Sicilia, ho curato contenuti ma anche grafica e impaginazione. Oggi sono una libera professionista. Mi occupo di informazione, uffici stampa e curo sui social media la comunicazione di aziende, anche straniere.

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