Con un voto di 104 sì, 67 no, e 1 astensione, il Senato ha dato il via libera definitivo al dl Infrastrutture (dl n.73/2025). Questa mini-riforma è pensata per sbloccare i cantieri pubblici e velocizzare le opere strategiche. Dopo il passaggio alla Camera, il provvedimento sarà convertito in legge, con una pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Un provvedimento chiaro che interviene su aspetti tecnici e organizzativi: dall’anticipo ai progettisti, fino agli incentivi per i dirigenti tecnici, passando per nuove regole su subappalti e revisione prezzi, con l’obiettivo di sbloccare opere infrastrutturali imprescindibile.
Indice
Dl Infrastrutture e codice appalti, cosa cambia per i professionisti
Il dl Infrastrutture punta essenzialmente a un cambio di passo concreto. I dirigenti pubblici potranno accedere a una quota degli incentivi destinati alle funzioni tecniche. La misura punta a incentivare la progettazione interna e la responsabilizzazione delle figure apicali negli enti.
Una piccola grande rivoluzione: anche i progettisti – e non solo le imprese esecutrici – potranno ricevere un’anticipazione fino al 10% del corrispettivo contrattuale, a patto che sia previsto nei documenti di gara. Un modo per rendere più liquida e attrattiva la partecipazione professionale.
L’applicazione dei CAM diventa immediata e obbligatoria per tutti gli appalti pubblici relativi a ristrutturazioni e manutenzioni straordinarie. Non sarà più necessario attendere atti di secondo livello: la sostenibilità ambientale entra di fatto nella “grammatica” degli appalti pubblici.
Per calamità naturali e situazioni di emergenza, viene introdotta la possibilità di affidamenti diretti, senza bando, con controlli antimafia differiti. Una norma “ad hoc” per eventi straordinari come frane, alluvioni e crolli, che però solleva interrogativi su trasparenza e controllo.
Il decreto, inoltre, introduce la possibilità di rivalutare i criteri di qualificazione per i collegi consultivi tecnici, potenziando le garanzie di qualità nei contratti pubblici.
Viene confermata l’idoneità dei lavori svolti in subappalto per la qualificazione alle gare bandite entro il 31 dicembre 2024. Un ritorno al passato che risponde alle difficoltà applicative del nuovo codice.
In sintesi, il dl Infrastrutture interviene in sette ambiti:
Incentivi per funzioni tecniche | Estesi anche al personale dirigenziale con anticipi fino al 2% | Incentivi maggiorati e più ampi rispetto al passato |
Anticipazioni del prezzo | Architetti e ingegneri possono ottenere fino al 10% del valore del servizio come anticipazione | A carico delle amministrazioni, solo se previsto nei bandi |
Criteri Ambientali Minimi (CAM) | Applicazione immediata per i lavori di ristrutturazione senza necessità di altri atti ministeriali | Favorisce la sostenibilità ambientale |
Emergenza e protezione civile | Inserimento art. 46-bis nel codice della protezione civile per semplificare affidamenti e procedure in casi urgenti | Procedura più snella per interventi rapidi |
Collegio tecnico | Qualificazione rafforzata e revisione dei requisiti per il Collegio Consultivo Tecnico | Maggiore professionalità e controllo tecnico |
Subappalto e conferme transitorie | Ripristinata la considerazione dei lavori svolti in subappalto per gare bandite entro il 31 dicembre 2024 | Incentivo alla trasparenza e valorizzazione del subappalto |
Ruolo del Commissario ANAS | Nomina di un commissario straordinario per l’Autostrada del Mediterraneo | Gestione accelerata e coordinata del progetto autostradale |
Ponte sullo Stretto e diesel 5 euro
Tra le novità più delicate dal punto di vista politico, c’è l’inserimento della società Stretto di Messina spa nell’elenco delle stazioni appaltanti qualificate senza passare dall’Anac. Dal vecchio valore di 8,5 miliardi si passa ai 13,5 miliardi attuali restando comunque sotto la soglia UE dei +50% per i ribassi senza rifare gara. Mentre, i blocchi ai motori Diesel euro 5 nelle regioni Padane (per Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna) sono state posticipate fino al 1° ottobre 2026. In queste aree urbane, l’obbligo si applica solo alle città con oltre 100.000 abitanti, come Milano, Torino, Bologna e Venezia, mentre i piccoli comuni rimarranno esenti, a meno che le Regioni non propongano misure alternative.
Caro materiali: stop all’effetto retroattivo
Il calcolo delle revisioni – anche al ribasso – tra prezzi base e prezzari dovrà essere effettuato solo per le lavorazioni del 2025, escludendo quindi gli anni precedenti. Inoltre, per il Fondo MIT “caro materiali” (300 M€ +100 M€ per il 2026), dal 1° luglio al 31 luglio 2025 (e dal 1° al 28 febbraio 2026), le stazioni appaltanti possono richiedere l’adeguamento dei prezzi.
Dl Infrastrutture su aree di accelerazione FER: più potere alla transizione green
Il DL aggiorna il Testo unico sulle rinnovabili (D.Lgs. 190/2024), identificando aree industriali come “zone di accelerazione” per gli impianti FER, semplificando i processi e i tempi autorizzativi. Il MIT potrà stabilire zone ad accelerazione FER nei piani nazionali, facilitando installazione di fotovoltaico, eolico e biomasse.
Cosa cambia per la partita IVA
La novità più evidente è la possibilità di chiedere un anticipo sul compenso fino al 10%. Mentre primai professionisti erano costretti ad aspettare la fine della prestazione o la conclusione di fasi per ricevere pagamenti. Adesso, con il dL Infrastrutture le stazioni appaltanti possono prevedere questo anticipo per i servizi di ingegneria e architettura.
L’ampliamento degli incentivi alle funzioni tecniche include anche i dirigenti, il che può tradursi in maggiori opportunità di incarichi anche per professionisti interni agli enti pubblici o in collaborazione. C’è maggiore possibilità di partecipare come collegi consultivi tecnici, con requisiti qualificati e nuove modalità di attestazione. Con le semplificazioni e le accelerazioni sulle procedure FER e grandi opere, le partite IVA potranno contare eventualmente su un aumento di bandi pubblici per progettazioni, consulenze tecniche e assistenza alla direzione lavori.
Cristina Siciliano
Giornalista e scrittrice