Fusione Banco Bpm-UniCredit, Giorgetti difende il golden power dagli attacchi dell’Ue: “Obbligo per sicurezza nazionale”

Il ministro dell'Economia ha difeso le scelte di governo nonostante la lettera UE

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Fusione Banco Bpm UniCredit

Sulla fusione Banco Bpm-UniCredit e sull’ops di Monte dei Paschi su Mediobanca, Giancarlo Giorgetti non ha dubbi: il golden power “è un obbligo”, nonostante la lettera inviata dall’UE abbia giudicato l’utilizzo dello strumento in violazione delle regole europee.

Fusione Banco Bpm-UniCredit, Giorgetti: golden power non è “una mia discrezione”

Nel corso del question time alla Camera, il ministro dell’Economia ha spiegato come lo strumento, che permette di condizionare o arrivare a bloccare alcune operazioni di mercato, non è “una mia discrezione”. Poi, ha spiegato come sulle due ops sono in corso alcune valutazioni per “verificare gli impatti delle due operazioni sull’interesse generale dello Stato nel settore finanziario”.

Giorgetti ha battuto su alcuni punti per difendere la bontà delle scelte di governo: “Nel settore finanziario, la normativa golden power impone l’obbligo di notifica – indipendentemente dalla nazionalità italiana o straniera del soggetto acquirente – nel caso in cui l’operazione di acquisizione abbia per oggetto attivi di rilevanza strategica e nel settore finanziario sono ritenuti tali, tra l’altro, banche, società assicurative ed altre società finanziarie che generino un fatturato annuo superiore a 300 milioni e che occupino 250 dipendenti“.

La lettera UE e le adesioni

Ieri, 15 luglio, la Commissione europea ha inviato al governo italiano una lettera in cui criticava in via preliminare l’utilizzo del golden power. Nella lettera, pubblicata da Repubblica e Milano Finanza, si leggeva come “la Commissione è giunta alla conclusione preliminare che l’Italia ha violato l’articolo 21 del Regolamento Concentrazioni”.

l’UE invitava l’Italia “a presentare le sue osservazioni in merito” entro 20 giorni lavorativi da quando è stata ricevuta la missiva. Il succo della questione era sintetizzato in questo passaggio in cui la Commissione, in caso di conferma dell’ipotesi preliminare, potrebbe adottare una decisione “in cui le ordina di revocare senza indugio il decreto”.

Stando agli ultimi aggiornamenti, al 15 luglio, le richieste di adesione presentate nell’ambito dell’ops di UniCredit su Banco BPM risultano complessivamente 2.208.808, ovvero lo 0,145778% delle azioni oggetto dell’offerta.

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