L’Assegno di Inclusione è un sostegno introdotto dall’attuale governo per incentivare l’inclusione sociale e professionale di chi ha un minore a carico, un anziano o una persona con disabilità , con difficoltà economiche. Questa misura ha di fatto sostituito il vecchio reddito di cittadinanza, insieme al Supporto per la Formazione e il Lavoro.
L’aiuto economico però ha fatto gola a molti truffatori, ovvero persone che non hanno realmente diritto a riceverlo e non rispettano i requisiti per poter ottenere il beneficio. Da qui, l’INPS e la Corte dei Conti hanno siglato un accordo per contrastare le situazioni di accesso indebito al sostegno.
Assegno di Inclusione: l’accordo INPS e Corte dei Conti
L’accordo tra INPS e Corte dei Conti è stato preso il 4 luglio a Roma, con focus sul contrasto alle percezioni indebite dell’ADI (Assegno di Inclusione) ma anche del SFL (Supporto per la Formazione e il Lavoro). Questo intervento si è reso necessario per contrastare tutti quei casi in cui soggetti che non rispettano i requisiti previsti dalle misure, comunque le percepiscono, anche falsificando le informazioni.
Il protocollo di intesa prevede una durata di due anni e l’intervento mirato della Guardia di Finanza e dei Carabinieri. L’obiettivo è quello di migliorare le attività di controllo già esistenti per scongiurare accessi indebiti a risorse destinate a chi ne ha realmente la necessità .
Va ricordato che l’Assegno di Inclusione è destinato in particolar modo a chi nel nucleo familiare ha un minore, un soggetto con disabilità , una persona che ha più di 60 anni di età o un componente che si trova in una condizione di svantaggio particolare, come previsto dalla legge. In tutti gli altri casi non è possibile accedere al sostegno.
In quanto ai requisiti economici, è stabilito un tetto massimo ISEE di 10.140 euro: al di sopra di questo valore non è possibile percepire l’aiuto. Ci sono poi requisiti specifici per chi vive in affitto e vincoli all’accesso in base al veicolo posseduto. I requisiti per ottenere l’indennità economica, a cui si deve accompagnare l’impegno all’inclusione lavorativa, sono piuttosto specifici, per cui non è un bonus rivolto a tutti.
Assegno di Inclusione: cosa si rischia per accesso indebito
A rischiare quindi sono tutti coloro che in qualche modo hanno ottenuto il sussidio pur non avendone diritto. Le autorità utilizzeranno strumenti tecnologici innovativi per la nuova fase di controlli, con monitoraggio continuo delle erogazioni al fine di prevenire le frodi.
Chi ha ottenuto questo sostegno in modo illecito rischia di dover restituire tutta la somma fino ad ora percepita. Ma i controlli saranno anche preventivi, ovvero si baseranno su un check preciso a monte, prima che il sussidio venga erogato. Il presidente dell’INPS, Gabriele Fava, si dice soddisfatto dei nuovi sistemi di verifica e soprattutto della collaborazione tra l’ente, la Corte dei Conti e le forze dell’Ordine.
La novità potrebbe garantire una maggiore tutela verso i cittadini che realmente hanno bisogno dell’aiuto dello Stato secondo le regole della misura. In questi mesi non sono mancate le denunce per accesso indebito al sostegno, che hanno coinvolto cifre anche molto alte.
Una situazione che a ben vedere non è molto differente rispetto a quella che si verificava quando era attivo il reddito di cittadinanza, per cui le autorità avevano individuato molteplici casi di accesso indebito alle indennità . Con i nuovi controlli verranno disposte verifiche informatiche specifiche a monte, per cui si attende di conoscerne l’efficacia.
Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it