Buonasera, ho un dubbio: come amministratore di una società posso usare una carta di credito aziendale per spese personali? Grazie.
Buonasera e grazie per averci contattato,
ci sono tre buoni motivi per non utilizzare la carta di credito aziendale per spese personali. Vediamole di seguito.
Il primo motivo è la presunzione che ogni prestito sia feneratizio. Secondo l’art. 1815 del codice civile, ogni prelievo personale è considerato un prestito della società all’amministratore. Se non regolato formalmente, il prestito si presume produttivo di interessi. Gli interessi non contabilizzati possono generare redditi imponibili non dichiarati, esponendo la società a sanzioni fiscali.
Il secondo rischio è di natura fiscale e si pone non tanto a carico della società quanto a carico dell’amministratore, se oltre ad amministratore è anche socio. Le spese non inerenti all’attività d’impresa sono indeducibili ai sensi dell’art. 109 del TUIR. Se l’amministratore è anche socio, tali somme possono essere trattate come prelievi in conto utili, soggetti a tassazione del 26% come dividendi non dichiarati, con conseguenti sanzioni per evasione.
Un terzo rischio si pone nei confronti dei soci della società, se l’utilizzo a fini personali della carta di credito aziendale non è stato preventivamente autorizzato. Infatti l’uso personale non autorizzato della carta di credito può configurare il reato di appropriazione indebita previsto dall’art. 646 del codice penale. Anche senza dolo specifico, l’amministratore può essere penalmente responsabile.
Le lascio alcuni riferimenti normativi per approfondire:
- Art. 1815 codice civile: presunzione di interessi sui prestiti non regolati;
- Art. 109 TUIR: deducibilità dei costi di impresa;
- Art. 2391 codice civile: doveri dell’amministratore di agire nell’interesse della società;
- Art. 646 codice penale: appropriazione indebita.
Giovanni Emmi
Dottore Commercialista