DSCR: cos’è, a cosa serve e come si calcola questo indice

Il DSCR è un indice finanziario che permette di individuare precocemente una crisi d’impresa. Leggi come calcolarlo tutte le casistiche.

di Ilenia Albanese

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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DSCR
  • Il Debt Service Coverage Ratio (DSCR) è un indice finanziario prospettico che permette di individuare precocemente una crisi d’impresa.
  • Questo indice rappresenta l’ammontare necessario a un’azienda per pagare gli interessi e le rate capitale dei finanziamenti.
  • La formula per calcolare l’indice è: “Cash flow operativo – tasse / flusso finanziario a servizio del debito”.

Individuare per tempo le crisi d’impresa è possibile grazie ad alcuni indicatori, come il DSCR, o Debt Service Coverage Ratio. Si tratta di un indice che permette di verificare la sostenibilità dei debiti da rimborsare da parte dell’impresa.

Attraverso questo indice, quindi, è possibile capire se l’azienda ha la capacità di generare o assorbire risorse finanziarie, e quindi se è in grado di far fronte agli impegni finanziari assunti nei confronti di terzi.

L’indice è previsto nella riforma della legge fallimentare, ed è stato introdotto con il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza.

DSCR: cos’è

Il DSCR, acronimo di Debit Service Coverage Ratio, ossia Rapporto di copertura del servizio del debito, è un importante indicatore finanziario prospettico che misura la sostenibilità finanziaria del debito aziendale.

Da questo indice, infatti, è possibile capire se i flussi di cassa consentono a un’impresa di onorare i debiti finanziari con scadenza a 6 mesi successivi all’analisi.

Questo indice è rilevante sia per le imprese, nell’ottica della riforma della crisi d’impresa e dell’insolvenza, e sia per le banche, che possono così verificare la sostenibilità del debito.

Di conseguenza, possiamo affermare che il DSCR fornisce informazioni sulla solvibilità aziendale a medio-lungo termine, anche detta bancabilità di un’impresa. Si tratta, quindi, di strumento fondamentale per individuare preventivamente una crisi d’impresa.

Questo è dovuto al fatto che lo scopo di tale indice è quello di analizzare, in maniera dinamica e prospettica, la capacità dell’azienda di onorare i debiti in essere.

In altre parole, il Debt Service Coverage Ratio rappresenta l’ammontare necessario alle aziende per affrontare il pagamento degli interessi e delle rate capitale dei finanziamenti.

Per tale motivo, le piccole e medie imprese dovrebbero dotarsi di strumenti di controllo capaci di monitorare la dinamica dei flussi economico-finanziari, come:

  • i budget di cassa, per il breve periodo;
  • i business plan, per orizzonti medio-lunghi.

Questo indice, insieme ad altri strumenti finanziari, aiuta a definire il fabbisogno di liquidità della gestione aziendale, in modo tale da riuscire a prevenire eventuali squilibri finanziari.

DSCR indice
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Dscr: come si calcola

Per individuare l’indice DSCR di un’azienda occorre effettuare un semplice calcolo. La tradizionale formula di calcolo dell’indice è la seguente:

“Cash flow operativo – tasse / flusso finanziario a servizio del debito.”

Per “Cash flow operativo – tasse” si intende il flusso di cassa prodotto dalla gestione caratteristica al netto dell’imposizione fiscale relativo al pagamento delle imposte sul reddito d’esercizio.

Invece, per “Flusso finanziario a servizio del debito” si intende il flusso finanziario per il pagamento degli interessi passivi e della quota capitale dei finanziamenti nel periodo di riferimento.

Due approcci alternativi per il calcolo del DSCR

Ci sono due modalità di calcolo del DSCR. La prima generalmente è più adatta alle piccole e medie imprese, o PMI, in quanto non sono obbligate alla redazione del rendiconto finanziario in sede di bilancio.

Invece, la seconda modalità è caratterizzata dalla distinzione tra debiti scaduti o rateizzati, che in genere sono presenti nelle imprese che vertono già in condizioni di difficoltà finanziaria.

Le caratteristiche della prima modalità di calcolo sono:

  • numeratore: cassa iniziale + ogni entrata cassa dei prossimi 6 mesi – ogni uscita cassa dei prossimi 6 mesi, diversa da oneri debito finanziario (quota capitale + interessi);
  • denominatore: oneri debito finanziario (quota capitale + interessi).

Invece, la seconda modalità di calcolo prevede:

  • numeratore: cassa iniziale + free cash flow prospettico come da OIC 10 (il principio contabile OIC 10 definisce i criteri per la redazione del rendiconto finanziario) al lordo di pagamenti di debiti operativi (fisco, fornitori) arretrati e/o rateizzati + utilizzo di linee credito disponibili;
  • denominatore: oneri debito finanziario (quota capitale + interessi) + pagamenti di debiti operativi (fisco, spesa per fornitori) arretrati e/o rateizzati.

Le differenze tra le due modalità di calcolo

Le due modalità di calcolo prevedono alcune importanti differenze. La prima modalità di calcolo include al numeratore i flussi di cassa, e quindi anche i finanziamenti soci derivanti da espresso impegno scritto eseguibile. Inoltre, prevede che i flussi netti di cassa dalla gestione operativa possano esser desunti dal budget economico, come previsto dall’OIC 9.

Invece, la seconda modalità di calcolo presuppone la redazione di un rendiconto finanziario prospettico secondo lo schema contabile OIC 9.

Inoltre, considera i pagamenti per debiti arretrati o rateizzati allo stesso modo dei debiti finanziari al contrario della prima modalità, che non ne calcola l’esistenza e li include con il segno negativo negli altri pagamenti calcolati al numeratore.

La modalità del calcolo del DSCR da utilizzare deve essere scelta dagli amministratori con approvazione dell’organo di controllo. Infatti, le due modalità di calcolo offrono un dato numerico diverso, ma rimane la medesima regola sull’interpretazione di tale dato.

DSCR calcolo

Dscr: cosa indica

Il DSCR può essere maggiore, minore o uguale a 1. I tre risultati rappresentano tre scenari differenti. Nel dettaglio:

  • risultato maggiore di 1: il flusso di cassa operativo al netto delle imposte eccede il flusso finanziario a servizio del debito. In tal caso indica che l’impresa riesce a far fronte agli impegni nei confronti dei creditori finanziari;
  • risultato uguale a 1: il cash flow operativo al netto delle imposte è totalmente assorbito dagli impegni nei confronti dei creditori finanziari e ciò implica che l’impresa non ha altro denaro per effettuare ulteriori investimenti o per i dividendi;
  • risultato minore di 1: il cash flow operativo al netto delle imposte non è sufficiente a coprire gli impegni presi nei confronti dei creditori finanziari e mette in luce una situazione di crisi e le conseguenti possibili difficoltà nel rimborso del debito.

Di conseguenza, un indice superiore a 1 significa che l’impresa è solida. Generalmente, il valore minimo è compreso tra 1,20 e 1,30, ma molto dipende da fattori come dal profilo di rischio del progetto. Infatti, maggiore è il rischio e maggiore sarà anche il livello richiesto.

Questo indice è molto utilizzato nell’ambito del Project Financing, nei piani di ristrutturazione del debito e nei business plan.

Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza

Il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, previsti dal D.Lgs. n. 14/2019, impone l’obbligo, per le imprese, a utilizzare procedure e strumenti che permettono di rilevare eventuali anomalie gestionali che possono portare, se ignorate o gestite male, alla crisi d’impresa.

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC), quindi, ha elaborato uno schema di rilevazione trimestrale che permette di individuare le fasi di squilibrio economico-finanziario e valutare lo stato di salute dell’azienda.

In base a questo schema, i sette indicatori della crisi d’impresa sono:

  • patrimonio netto negativo;
  • DSCR previsionale a 6 mesi;
  • oneri finanziari su ricavi;
  • patrimonio netto su mezzi di terzi;
  • attivo a breve su passivo a breve;
  • cashflow su attivo;
  • debiti previdenziali e tributari su attivo.

Può anche interessarti la lettura dell’articolo: “Albo gestori della crisi di impresa“.

DSCR – Domande frequenti

Che cosa è il DSCR?

Il Debt Service Coverage Ratio (DSCR) è un indice che permette di capire se l’azienda è in grado di far fronte agli impegni finanziari assunti nei confronti di terzi. Da qui è possibile capire la situazione di crisi o meno di una impresa.

Come si calcola l’indice DSCR?

Il DSCR (Debt Service Coverage Ratio) si calcola con la seguente formula: “Cash flow operativo – tasse / flusso finanziario a servizio del debito”. Leggi nella guida i due metodi per calcolare l’indice.

Quanto deve essere il DSCR?

Se l’indice risulta maggiore di 1 significa che il flusso di cassa operativo netto è superiore al flusso finanziario a servizio del debito, e indica la capacità dell’impresa di far fronte agli impegni nei confronti dei creditori finanziari. Se è inferiore evidenzia una tensione finanziaria.

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Ilenia Albanese

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Copywriter specializzata nel settore della finanza personale, con esperienza pluriennale nella creazione di contenuti per aiutare i consumatori e i risparmiatori a gestire le proprie finanze.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 30 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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