Nuovo record per il prezzo dell’oro, oggi il massimo storico: a quanto è venduto al grammo in Italia

Le tensioni geopolitiche globali spingono il metallo giallo

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Martedì 23 dicembre 2025 il prezzo dell’oro ha raggiunto i 4.483 dollari l’oncia sui mercati spot internazionali, una cifra record, con un’incremento dell’1% in una sola seduta e del 71% su base annua.

Perché il prezzo dell’oro continua a salire

L’impennata risponde a una combinazione di fattori. Prima di tutto, il recente allentamento della politica monetaria statunitense ha indebolito il dollaro, rendendo i beni reali più appetibili per i grandi fondi d’investimento. Le banche centrali di Cina e India hanno inoltre continuato ad accumulare riserve auree per ridurre la loro dipendenza dal dollaro, riducendo l’offerta disponibile dell’oro mercato fisico. Infine, l’incertezza legata ai nuovi dazi commerciali tra le grandi potenze ha agito da acceleratore, facendo diventare l’oro come unico bene rifugio universale in una fase di forte volatilità delle borse europee. E per il 2026 le previsioni indicano un ulteriore aumento.

Il prezzo dell’oro in Italia

In Italia, la quotazione dell’oro ha infranto la barriera dei 120 euro al grammo. Chi ha avuto la lungimiranza (o la fortuna) di investire in oro in passato si trova oggi davanti a quello che in gergo tecnico chiamano un “portafoglio in forte attivo”. Ovvero, sta guadagnando molto più di quanto avrebbe ottenuto investendo in borsa o lasciando i soldi sul conto. Le analisi di mercato confermano un rendimento del +71% rispetto al 2024.

Come viene tassato l’oro e quali sono le novità

Ad oggi, sulla vendita di oro da investimento (lingotti o monete con purezza superiore al 90%), lo Stato trattiene il 26% della plusvalenza, ovvero del guadagno netto che hai realizzato. Solo in assenza di prove sul prezzo d’acquisto, il fisco tassa il 26% sull’intero valore della vendita. La manovra 2026, tuttavia, cambia le carte in tavola e introduce la possibilità di regolarizzare il possesso di oro accumulato nel tempo, spesso frutto di eredità o acquisti datati di cui si è persa la tracciabilità documentale. Il legislatore prevede in questi casi una imposta sostitutiva dell’12,5% sul valore certificato da una perizia o dalle quotazioni ufficiali.

Per aderire all’agevolazione, il contribuente deve versare l’imposta entro il 30 giugno 2026 ed è prevista la possibilità di dilazionare il pagamento in tre rate annuali di pari importo, con la prima scadenza fissata al 30 settembre 2026.

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