L’oro non arresta la sua corsa e segna un nuovo record. Nella seduta odierna, 12 dicembre 2025, le quotazioni spot del metallo giallo hanno infranto con decisione la barriera dei 4.300 dollari l’oncia, toccando un nuovo massimo intraday a 4.323 dollari l’oncia. Una performance che conferma il ruolo centrale del lingotto come asset strategico in un quadro macroeconomico globale in rapida mutazione. Il rialzo trascina con sé l’intero comparto dei metalli preziosi, con l’argento che segue a ruota il trend rialzista.
Perché il prezzo dell’oro sale oggi?
Il motore principale de rialzo, che ha visto le quotazioni apprezzarsi di oltre il 2,5% in poche ore, è la politica monetaria statunitense. I mercati stanno prezzando con sempre maggiore convinzione un ciclo aggressivo di tagli dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve per tutto il 2026. L’equazione finanziaria segue una regola ben precisa: rendimenti dei Treasury bond in calo rendono meno attrattivo il debito sovrano USA e, di riflesso, abbassano il costo opportunità di detenere oro, asset che non stacca cedole. A questo si aggiunge la debolezza del dollaro: la valuta americana perde terreno, rendendo l’oro – quotato in dollari – più economico per gli investitori che operano con altre valute, sostenendone la domanda globale.
Il ruolo delle banche centrali
Non è solo speculazione finanziaria. A sostenere le quotazioni c’è una domanda fisica massiccia e strutturale proveniente dalle banche centrali, in particolare dai paesi emergenti. La tendenza alla “de-dollarizzazione” delle riserve valutarie prosegue senza sosta:
- la People’s Bank of China continua ad accumulare riserve auree da oltre 20 mesi consecutivi;
- India e Russia proseguono gli acquisti per diversificare gli asset statali e proteggersi da eventuali sanzioni o instabilità geopolitiche. Questa domanda istituzionale crea basi solide per la definizione dei prezzi, impedendo correzioni significative anche nei momenti di presa di profitto.
Previsioni oro 2026: verso quota 5.000?
Gli analisti delle principali banche d’affari stanno rivedendo al rialzo le previsioni per il prossimo biennio. Secondo i report più recenti di istituti come Goldman Sachs e Deutsche Bank, il superamento stabile di quota 4.300 dollari apre la strada verso nuovi obiettivi.
Il prossimo target da superare è individuato a 4.500 dollari. In caso di recessione USA confermata nel 2026, alcuni esperti ipotizzano una quotazione dell’oro a 5.000 dollari l’oncia entro fine anno.
Vendere oro usato conviene?
Il record sui mercati internazionali ha un impatto immediato sull’economia reale delle famiglie italiane. L’aumento del prezzo spot si riflette istantaneamente sulle valutazioni dei compro oro e sul valore dei gioielli usati. Per chi possiede oggetti in oro (vecchie collane, anelli, monete come le sterline o i marenghi), questo rappresenta un momento storico per monetizzare.
È necessario prestare attenzione alle commissioni applicate dai rivenditori, che potrebbero variare sensibilmente data la volatilità giornaliera. Di contro, il nuovo record renderà più oneroso l’acquisto di nuovi gioielli e prodotti di oreficeria in vista delle festività natalizie, poiché il costo della materia prima incide direttamente sul prezzo finale al pubblico.










Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it