I cambiamenti del mercato del lavoro accelerano con le nuove tecnologie e chi deve prendere le decisioni più importanti per il proprio futuro – come il percorso di studi da intraprendere – deve fare i conti con le nuove necessità. Tra le professioni più richieste nel 2026, infatti, ci sono quelle legate alla transizione digitale, alla transizione green e alla trasformazione demografica. Ma i confini tra le diverse figure diventano sempre più flessibili.
Più che sul “lavoro del futuro“, chi vuole restare sempre sulla cresta dell’onda nel mercato del lavoro nel 2026 dovrà puntare su un mindset capace di anticiparlo.
Indice
- Il mercato del lavoro, settori e professioni più richieste nel 2026: i dati
- Tra i lavori più richiesti nel 2026 ci sono professioni digitali e ICT
- Professioni sanitarie e dell’assistenza: la spinta della demografia
- Istruzione, formazione e cultura: cosa cambia nel 2026
- Commercio, vendite e customer experience: professioni tra fisico e digitale
- Turismo, ospitalità ed eventi: il ritorno delle esperienze
- Finanza, consulenza aziendale e professioni amministrative evolute
- Ingegneria, industria 4.0 ed edilizia: le professioni tecniche avanzate più richieste
- Green jobs, energia e sostenibilità: le professioni della transizione
- Logistica, trasporti e supply chain tra le professioni più richieste nel 2026
Il mercato del lavoro, settori e professioni più richieste nel 2026: i dati
Le previsioni disponibili – dal rapporto Excelsior alle Skills Forecast di Cedefop, fino al Future of Jobs Report del World Economic Forum – indicano un insieme di aree professionali caratterizzate da una domanda crescente nel medio periodo: digitale e ICT, sanità e assistenza, istruzione e formazione, commercio e vendite evolute, turismo e ospitalità, finanza e consulenza, ingegneria e industria 4.0, green jobs, logistica e supply chain.
Il rapporto di previsione 2025-2029 del sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ministero del Lavoro stima un fabbisogno complessivo tra 3,3 e 3,7 milioni di lavoratori nel quinquennio (considerando sia la nuova occupazione sia le sostituzioni di chi uscirà dal mercato del lavoro) con ben il 74% della domanda generata dai servizi.
Le proiezioni Cedefop confermano che, nel medio periodo, saranno proprio professionisti e tecnici a rappresentare la quota più consistente di nuova occupazione, con particolare rilievo per insegnanti, figure amministrative e gestionali e professioni ICT.
Il marketing come forma ibrida
In questo quadro, le professioni del marketing compaiono meno esplicitamente nei report perché accorpate in macro-aree economiche o commerciali e spesso assumono forme ibride difficili da classificare in modo autonomo. Si tratta di un settore stabile, non un’area in esplosione o contrazione, quindi risulta meno “visibile” nelle analisi sulle previsioni occupazionali.
“La sfida non è una professione sicura ma sviluppare una mentalità di crescita”: il parere dell’esperta
Al di là del settore professionale di propria competenza, il primo passo per entrare nel mercato del lavoro – o restarci – è munirsi degli strumenti necessari per affrontare la presenza dell’AI e l’ansia di essere sostituiti, continuando a mantenersi “utili”.
“Il mercato del lavoro attraversa ciclicamente fasi di crisi, transizione ed evoluzione – spiega Mariangela Tripaldi, psicologa del lavoro, coach specializzata in orientamento e crescita professionale e fondatrice di Coachlavoro.com -. Ciò che riguarda oggi l’intelligenza artificiale è un processo che richiama quanto già accaduto con l’introduzione del computer, di internet e dei social media: inizialmente apparivano come innovazione, ora sono la normalità, ma nel frattempo hanno trasformato in profondità il nostro modo di vivere e di lavorare”.
Secondo la Tripaldi alcune professioni spariranno, mentre altre emergeranno. La maggior parte dei ruoli esistenti, invece, è destinata a evolversi: “Come coach del lavoro, mi confronto costantemente con community di colleghi su questo tema: come integrare le nuove tecnologie senza subirle e come evolvere professionalmente senza sentirsi sostituibili”, continua.

“L’AI renderà marginali le capacità di analisi e di sintesi – prosegue la coach – ma aumenterà la richiesta di pensiero critico, ovvero della capacità di valutare la qualità delle informazioni, contestualizzarle e prendere decisioni coerenti con i propri valori, obiettivi e responsabilità. Allo stesso tempo, crescerà l’importanza delle competenze relazionali“.
A chi sta entrando ora nel mercato del lavoro, così come a chi sta affrontando un percorso di reskilling o di cambiamento professionale, l’esperta suggerisce di partire dai propri punti di forza. “Il punto di partenza è quello di riconoscere il valore che si ha da offrire per valorizzarlo – conclude -. Restare aperti al cambiamento e allenare nuove capacità, per espandere il proprio potenziale umano e professionale”.
Tra i lavori più richiesti nel 2026 ci sono professioni digitali e ICT
Le professioni digitali e ICT sono sempre in pole position quando si parla di lavori più richiesti nel 2026. A confermarlo ci sono i dati nazionali, le proiezioni europee e i principali osservatori internazionali, che collocano gli stipendi nel tech tra quelli più in crescita. Gli specialisti in ambito informatico sono i protagonisti all’interno dei processi di digitalizzazione delle imprese, nell’automazione dei processi, nella diffusione del cloud e il dilagare dell’intelligenza artificiale non fa che rendere crescente la loro richiesta.
Tra le professioni più richieste in quest’area rientrano sviluppatori software e software engineer, ingegneri dell’intelligenza artificiale e machine learning engineer, data scientist, data analyst e data engineer, esperti di cybersecurity, specialisti cloud e DevOps, oltre a profili ibridi come i digital project manager e gli UX/UI designer.
Il Future of Jobs Report 2025 mette ai primi posti, tra le famiglie professionali in crescita verso il 2030, proprio specialisti dei big data, ingegneri fintech, esperti di AI e sviluppatori di software e applicazioni, a conferma di una trend che riguarda anche il mercato italiano.
Professioni sanitarie e dell’assistenza: la spinta della demografia
Come già evidenziato, le previsioni Excelsior includono salute e servizi alla persona tra i settori in maggiore sviluppo nel quinquennio 2025-2029, con una domanda mirata che riguarda ospedali, strutture territoriali, RSA, servizi domiciliari e sanità privata. D’altronde, l’Italia è uno dei Paesi più anziani d’Europa e questo dato demografico si traduce direttamente in fabbisogno di professioni sanitarie e socio-assistenziali.
Le professioni più richieste nel 2026 in quest’area includono medici specialisti e medici di medicina generale, infermieri e ostetriche, tecnici sanitari di radiologia e laboratorio, fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali, psicologi e psicoterapeuti, insieme alle figure di supporto come operatori socio-sanitari e assistenti domiciliari.
Si tratta di professioni che richiedono lunghi percorsi formativi e abilitanti in settori che, proprio per questo, spesso risultano carenti di personale ma, d’altro canto, non soggetti certamente a saturazione improvvisa.
Istruzione, formazione e cultura: cosa cambia nel 2026
Formazione e cultura rientrano tra i settori che, secondo Unioncamere, registreranno una crescita significativa di fabbisogno occupazionale nei prossimi anni. I fattori del fenomeno sono molteplici, contemplando da una parte l’invecchiamento del personale docente, ma dall’altra l’espansione della formazione continua per adulti e lavoratori ma anche della digitalizzazione dell’offerta educativa, come testimonia il boom dell’e-learning in Italia.
Le professioni più richieste in questo ambito includono insegnanti nella scuola primaria e secondaria, con particolare attenzione alle discipline STEM e al sostegno. Richiesti anche docenti universitari e ricercatori nei settori scientifici e tecnologici, formatori aziendali impegnati in progetti di reskilling e upskilling, progettisti della formazione – e instructional designer – per ripensare contenuti e metodologie didattiche in chiave digitale, educatori professionali e orientatori che operano nei servizi territoriali e nelle politiche attive del lavoro.
Infine, sulla scia della trasformazione che sta coinvolgendo anche le istituzioni culturali, continuerà la domanda non solo di profili tradizionali come bibliotecari, archivisti e curatori museali, ma anche di professionisti in grado di lavorare su valorizzazione digitale, gestione di eventi, fundraising e partnership con il settore privato.
Commercio, vendite e customer experience: professioni tra fisico e digitale
Per quanto riguarda il periodo 2025-2029, Excelsior indica il settore del commercio e vendite tra quelli con maggior fabbisogno di lavoratori. Ma le professioni più richieste in quest’area vanno ben oltre quelle del commesso tradizionale.
Accanto alle figure di addetti alle vendite e responsabili di punto vendita, si affermano ruoli come specialisti e-commerce, store manager con competenze digitali, account manager B2B, consulenti commerciali in ambito assicurativo e finanziario, customer success manager nei servizi digitali. La linea di confine tra vendita fisica e vendita online diventa sempre più sottile e la capacità di gestire l’esperienza del cliente su più canali sta diventando un requisito centrale per molte figure commerciali.
Anche i profili amministrativi e gestionali che supportano il mondo delle vendite, come addetti back office, specialisti di CRM e analisti di dati commerciali, compaiono nei piani di assunzione soprattutto nelle imprese che investono in sistemi di gestione avanzata dei clienti.
Turismo, ospitalità ed eventi: il ritorno delle esperienze
L’ospitalità rimane uno dei pilastri dell’economia italiana e le previsioni sul settore del lusso sono ancora più sorprendenti, confermando il Belpaese come tra i più attraenti per servizi di hotellerie, ristorazione e attività turistiche finalizzate all’esperienza esclusiva.
Nel 2026 le professioni più richieste nel turismo includono addetti alla reception e al front office, responsabili di struttura e hotel manager, figure di revenue manager e booking manager, personale di sala e di cucina qualificato, oltre a guide turistiche, accompagnatori e organizzatori di esperienze locali. Accanto a queste figure tradizionali si stanno affermando ruoli più nuovi, come consulenti per strutture extra-alberghiere, professionisti del turismo esperienziale, coordinatori di attività outdoor e di turismo enogastronomico.
Per quanto riguarda il back office, la prenotazione online e la gestione delle recensioni cresce la domanda di profili con competenze di marketing turistico, gestione delle OTA, social media e cura della brand reputation delle destinazioni.
Finanza, consulenza aziendale e professioni amministrative evolute
Tra i servizi che mostrano tassi di crescita interessanti nel periodo 2025-2029, ci sono finanza e consulenza aziendale. Nel 2026 le professioni più richieste in quest’area spaziano dagli addetti alla contabilità e al bilancio ai controller e agli analisti di gestione, dagli analisti finanziari ai consulenti del credito, dai risk manager agli specialisti di compliance e antiriciclaggio.
Le nuove figure emergenti di ESG analyst ed esperti di finanza sostenibile troveranno impiego grazie alla trasformazione regolatoria e all’attenzione crescente ai temi della sostenibilità. Inoltre, la consulenza aziendale – sia a livello strategico e organizzativo che digitale – continua a richiedere professionisti in grado di accompagnare imprese e PA nei processi di riorganizzazione, introduzione di nuove tecnologie, riprogettazione di modelli di business.
In questo ambito, trovano spazio i ruoli di project manager, consulenti in organizzazione, specialisti in change management e in gestione dei processi.
Ingegneria, industria 4.0 ed edilizia: le professioni tecniche avanzate più richieste
Il futuro trend dell’industria italiana vede una parte della manifattura tradizionale destinata a crescere meno o a contrarsi leggermente ma le previsioni di assunzioni per profili tecnici altamente qualificati restano positive, in particolare per la filiera meccatronica e robotica. Ci sarà meno spazio per mansioni puramente esecutive, in favore di più attività di progettazione, supervisione, manutenzione avanzata e integrazione tra impianti, software e dati. Anche scienza e ingegneria, business e professioni ICT rafforzeranno il proprio peso nell’occupazione complessiva.
Le professioni più richieste nel 2026 in quest’area comprendono ingegneri meccanici, elettronici, energetici e gestionali, progettisti di impianti industriali, tecnici meccatronici e manutentori di impianti automatizzati, specialisti in robotica, tecnici di produzione e industrial engineer, responsabili qualità, sicurezza e ambiente. Anche il settore delle costruzioni, sostenuto da interventi di riqualificazione energetica e infrastrutturale, continuerà a richiedere ingegneri civili, geometri, direttori dei lavori, coordinatori della sicurezza e project manager di cantiere.
Green jobs, energia e sostenibilità: le professioni della transizione
La transizione ecologica è uno dei driver più forti di cambiamento del lavoro e, a livello europeo, l’occupazione sarà sempre più influenzata dalla cosiddetta “twin transition”, digitale e green, insieme alla sfida demografica.
Nel 2026 rientreranno, tra le professioni più richieste in quest’area, gli energy manager e i tecnici dell’efficienza energetica, i progettisti di impianti fotovoltaici, eolici, a pompe di calore, gli ingegneri ambientali e i tecnici che si occupano di gestione dei rifiuti e bonifiche, gli specialisti di monitoraggio ambientale e valutazione d’impatto. Parallelamente, nelle grandi imprese e nel settore finanziario si diffondono ruoli come sustainability manager, consulenti ESG, esperti in rendicontazione di sostenibilità e in strategie di decarbonizzazione.
Si tratta in molti casi di professioni ibride, che richiedono competenze tecniche, conoscenze normative e capacità di dialogo con funzioni diverse all’interno delle organizzazioni.
Logistica, trasporti e supply chain tra le professioni più richieste nel 2026
L’espansione dell’e-commerce, la riorganizzazione delle filiere internazionali, gli investimenti in infrastrutture materiali e digitali stanno spingendo la domanda di professioni legate a logistica e trasporti. Le proiezioni Cdedefop per l’Italia indicano che, fino al 2035, cresceranno in particolare occupazione e fabbisogno nei comparti della distribuzione e dei trasporti.
Nel 2026, tra le professioni più richieste in quest’area, ci sono responsabili di magazzino e di centri logistici, pianificatori della supply chain e demand planner, addetti alla logistica e spedizionieri internazionali, autisti e conducenti specializzati nei trasporti di merci sensibili, project manager impegnati nell’implementazione di sistemi logistici avanzati e nell’integrazione tra magazzini fisici e piattaforme digitali. Figure che operano “dietro le quinte”, ma ormai imprescindibili in un’economia dove la rapidità e l’affidabilità delle consegne e la gestione delle scorte sono fattori competitivi decisivi.















Natalia Piemontese
Giornalista