Crescono le entrate dello Stato derivanti dai contributi delle imprese. A metterlo nero su bianco è l’INPS, che mostra come siano cresciuti sia i numeri delle nuove imprese, sia i posti di lavoro. Il fenomeno coinvolge in misura diversa Nord e Sud Italia: il Mezzogiorno, infatti, registra tassi di crescita superiori alla media nazionale. Alcune regioni hanno fatto meglio di altre.
Imprese in crescita in Italia: i dati INPS
Analizzando il report dell’Osservatorio INPS, pubblicato a fine novembre 2025, in Italia le imprese attive del settore privato (non agricolo), nel 2024, risultano essere 1.672.637. Di più rispetto all’anno precedente. In aumento sono anche le posizioni lavorative, che arrivano a quota 15.719.018 (+2,48% in un anno). Tassi di incremento superiori alla media nazionale si sono registrati in Campania (+1,75%), Calabria (+1,18%) e Puglia (+1,09%). Questo, ovviamente, trova riscontro anche nei contributi versati: pari a 171,3 miliardi di euro, sono cresciuti più del 6% su base annua.
INPS, quali regioni hanno contribuito di più
Nonostante la crescita complessiva e l’accelerazione del Mezzogiorno, l’analisi mostra però le differenze tra Nord, Centro e Sud restano. Basta osservare come si distribuisce la cifra totale dei contributi versati all’INPS (171,3 miliardi di euro). Le regioni del Nord-Ovest (in particolare Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta) con 68,3 miliardi di euro rappresentano da sole il 39,9% di tutta la spesa contributiva nazionale. Il Nord-Est (Veneto, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige) contribuisce con 41,2 miliardi di euro. Il Centro (Lazio, Toscana, Marche, Umbria) genera invece 36,1 miliardi di euro. Il Sud (Campania, Puglia, Calabria, ecc.) versa 18,4 miliardi di euro. Chiudono la classifica troviamo le Isole (Sicilia e Sardegna) con 7,2 miliardi di euro.
Tra tutte le regioni, la Lombardia, da sola, genera quasi un terzo di tutti i contributi che alimentano il sistema previdenziale italiano. Le imprese attive risultano essere 284.636, le posizioni lavorative oltre 3,9 milioni e i contributi versati 51,8 miliardi di euro, pari al 30,2% del totale nazionale. Subito dopo seguono il Lazio (21,3 miliardo di contributi versati, la maggior parte dei quali da Roma) e il Veneto (16,8 miliardi). Sul versante opposto, le regioni più piccole e con una minore presenza industriale rimangono quelle con minore “densità imprenditoriale” e contributi più bassi. Si tratta, in particolare, di Basilicata, Molise e Valle d’Aosta.
I settori che trainano la crescita
Tra i settori che trainano la spesa contributiva, manifattura e commercio sono quelli che generano maggiore gettito. Infatti, nel settore manifatturiero risultano attive 3.783.000 posizioni lavorative. Nel commercio all’ingrosso e al dettaglio, 2.341.000 posizioni. Poi c’è il comparto noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese, con 1.648.000 posizioni.
In termini di numero di imprese, invece, il commercio domina su tutti, con 357.929 realtà imprenditoriali, seguito da attività di alloggio e ristorazione (242.367 imprese) attività manifatturiere (236.567 imprese). Il panorama imprenditoriale in generale, in Italia, resta però polarizzato tra microimprese e aziende di grandi dimensioni. Oltre il 92% delle imprese italiane sono micro e piccole, ma impiegano solo il 32% dei lavoratori. Mentre il restante 68% dell’occupazione è concentrato nel 7,7% delle imprese più strutturate.










Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it