Spese universitarie all’estero detraibili: come funzionano le detrazioni per gli studenti fuori sede

Gli errori più frequenti nella dichiarazione dei redditi e come evitarli.

Adv

spese universitarie all'estero detraibili 2025

Sempre più giovani italiani scelgono di studiare all’estero. Le spese universitarie all’estero sono detraibili e quindi possono essere inserite nella dichiarazione dei redditi. Un sostegno in più, oltre alle borse di studio disponibili. Ma quali sono i corsi di formazione ammessi? E quali, effettivamente, le spese ammissibili? Per fare chiarezza, Partitaiva.it ha intervistato Michele Mauro, professore di diritto tributario presso l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro e avvocato cassazionista, che ha spiegato quali sono i criteri, i limiti e le principali criticità dell’attuale normativa.

hype business

Spese universitarie all’estero detraibili, i corsi ammessi

Le regole di base sono le stesse previste per le università italiane. “I criteri fondamentali che consentono di beneficiare delle detrazioni fiscali per spese universitarie sostenute all’estero non differiscono da quelli previsti con riguardo alle spese universitarie per la frequenza di corsi negli atenei italiani”, spiega l’avvocato. In base all’art. 15 del TUIR (Testo unico delle imposte sui redditi), la detrazione è pari al 19% delle spese sostenute, a condizione che il pagamento sia tracciabile. La detrazione riguarda sostanzialmente:

  • corsi di laurea presso università statali e non statali (anche telematiche);
  • corsi di perfezionamento e specializzazione;
  • master universitari;
  • dottorati di ricerca.
Michele Mauro

“Per determinare l’ammontare della detrazione occorre fare riferimento all’importo stabilito per la frequenza di corsi (di laurea o post laurea) appartenenti alla medesima area disciplinare, nella zona geografica italiana in cui lo studente ha il domicilio fiscale (circolare n. 18/E del 6 maggio 2016. Per l’anno 2024, l’importo massimo della detrazione è fissato dal DM 20 dicembre 2024, n. 1924, che individua le spese detraibili per la frequenza di corsi nelle Università non statali e telematiche)”, precisa l’avvocato.

Trattamento fiscale omogeneo tra Paesi UE ed extra-UE

Non ci sono differenze tra università europee e extra-europee. “Non sussistono differenze tra le detrazioni riconosciute per spese sostenute in università che si trovano Paesi UE e quelle in Paesi extra-UE – sottolinea il professore -. La stessa circolare n. 18/E del 6 maggio 2016 si riferisce alle spese per la frequenza all’estero di corsi universitari, senza diversificare il diritto alla detrazione in ragione dell’appartenenza o meno dell’ateneo all’Unione europea. Tuttavia, se si estende l’analisi alle spese di alloggio dello studente, emerge che, ai sensi dell’art. 15, comma 1, lett. i-sexies), del TUIR n. 917/1986, la detrazione spetta, alle stesse condizioni e con gli stessi limiti previsti per i contratti di locazione nazionali, a studenti iscritti ad un corso di laurea presso un’università situata fuori dal territorio nazionale purché sia ubicata in uno degli Stati dell’Unione europea, ovvero in uno degli Stati aderenti all’accordo sullo spazio economico europeo”. Anche le università pontificie rientrano nella normativa. “Occorre fare riferimento alla regione in cui si svolge il corso di studi, anche nel caso in cui il corso sia tenuto nello Stato di Città del Vaticano”.

finom business

Spese universitarie all’estero, quali spese sono detraibili?

Sul piano pratico, rientrano nel perimetro del beneficio fiscale diverse tipologie di costo. “Le spese che consentono la detrazione, similmente a quanto accade per la frequenza di corsi in università italiane, sono quelle relative alle tasse di immatricolazione e iscrizione (anche per gli studenti fuori corso); le spese per la ‘ricognizione’, che consente di riattivare la carriera  regolarizzando eventuali posizioni debitorie relative ad anni accademici precedenti al periodo di eventuale interruzione degli studi; le soprattasse per esami di profitto e conseguimento del titolo; le spese per la partecipazione ai test di accesso ai corsi”.

Quali sono gli errori più frequenti

Sono molte le famiglie che sbagliano proprio nell’individuare le spese detraibili. “Gli errori più comuni riguardano la tipologia di spese effettivamente detraibili, che infatti, con riguardo alla frequenza di corsi nelle università italiane, sono state puntualmente identificate da diversi documenti di prassi – sottolinea l’esperto -.  Permangono, inoltre, dubbi in relazione alla detraibilità delle spese universitarie sostenute mediante il ricorso al credito. Ad esempio, l’Agenzia delle Entrate, con la risposta n. 302 del 2019, ha escluso la possibilità di detrarre iscrizioni pagate tramite prestiti concessi da enti diversi dall’università. Secondo l’amministrazione finanziaria, il rimborso del prestito è effettuato a favore di un ente diverso dall’università, e questa circostanza escluderebbe la possibilità di ricondurre le spese tra quelle detraibili ai sensi dell’articolo 15, comma 1, lettera e), del Tuir n. 917/1986”.

blank business

Spese universitarie estero detraibili: le modifiche normative più urgenti

Per rendere la disciplina più equa e accessibile, l’avvocato individua due interventi necessari. “Sarebbe opportuno evitare discriminazioni circa l’importo massimo delle spese detraibili sulla base del domicilio dello studente – spiega -. È illogico stabilire limiti differenziati di spesa per il medesimo ateneo estero a seconda che il domicilio dello studente italiano sia al Nord, al Centro, o al Sud”. E aggiunge un secondo elemento: “Sarebbe opportuno chiarire che le spese universitarie sostenute mediante il ricorso al credito sono da considerarsi deducibili, in quanto le somme sono comunque versate all’università per la frequenza dei corsi”.

Un sistema da rendere più coerente

La disciplina delle detrazioni universitarie, pur consolidata, presenta ancora zone grigie e meccanismi poco intuitivi, soprattutto per studenti e famiglie che si confrontano con normative straniere, documentazione in lingua e sistemi di pagamento non sempre assimilabili a quelli italiani. L’auspicio è “un intervento che renda più lineare il sistema, superando disparità territoriali e garantendo maggiore coerenza nel trattamento delle spese sostenute tramite finanziamento”.

Autore
Foto dell'autore

Cristina Siciliano

Giornalista e scrittrice

Giornalista pubblicista, classe ‘97, con una solida formazione classica. Dopo la laurea conseguita con lode in Filologia Moderna, ho frequentato un Master in giornalismo politico-economico multimediale presso la 24ORE Business School. Ho collaborato con testate nazionali, come Leggo.it, e locali. Sono autrice del libro Breviario del silenzio: tra anima e parole, edito da Affiori, marchio di Giulio Perrone Editore.

Lascia un commento

Continua a leggere

Iscriviti alla Newsletter

Il meglio delle notizie di Partitaiva.it, per ricevere sempre le novità e i consigli su fisco, tasse, lavoro, economia, fintech e molto altro.

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.