La libertà piace a tutti. Anche tra i lavoratori dipendenti, sale l’interesse per realizzare un’attività in proprio con partita IVA. Le nuove aperture – secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Partite IVA – riguardano per lo più le persone fisiche. Gli incrementi maggiori si registrano in Molise, Sicilia e Calabria. La fetta più consistente riguarda i giovani professionisti, coloro che traggono i maggiori vantaggi dal regime forfettario: il regime fiscale nato con la l. 190/2014 al fine di semplificare gli adempimenti fiscali e contabili per lavoratori autonomi e piccole imprese. In buona parte dei casi, alla semplificazione corrisponde anche un risparmio delle imposte da versare ogni anno nelle casse dell’erario.
I limiti e i requisiti del forfettario sono cambiati più volte. Ecco le regole che varranno per il 2026.
Indice
I requisiti per accedere al regime forfettario nel 2026
Il regime forfettario è caratterizzato da alcune soglie di ingresso che impediscono che la disciplina di maggiore favore possa essere fruita da professionisti con volumi d’affari e struttura non di piccole dimensioni.
Il regime forfettario è una scelta che può essere esercitata solo da contribuenti persone fisiche, esercenti attività di impresa, arti o professioni, che:
- hanno conseguito nel periodo di imposta precedente, o presumono di conseguire nel periodo di imposta di inizio attività , ricavi o compensi che non eccedono gli 85 mila euro;
- hanno sostenuto o presumono di sostenere nel periodo di imposta di inizio attività spese non superiori a 20 mila euro per i lavoratori dipendenti, i collaboratori coordinati e continuativi, le prestazioni di lavoro accessorio, i titolari di borse di studio, di assegno o di sussidio, ovvero di addestramento professionale, utili di partecipazione erogati agli associati che apportano solo lavoro, prestazioni di lavoro effettuate dall’imprenditore o dai suoi familiari.
Gli esclusi
Sempre a proposito di limiti di accesso al regime forfettario, la legge riconosce che non possono accedere a tale disciplina i soggetti che:
- sono residenti all’estero, fatta eccezione per le ipotesi di soggetti residenti in uno Stato membro o aderente allo Spazio Economico Europeo (SEE), se producono in Italia almeno il 75% del reddito complessivo;
- effettuano in via esclusiva o prevalente cessioni di fabbricati o porzioni di fabbricato e di terreni edificabili, nonché cessioni intra UE di mezzi di trasporto nuovi;
- partecipano, contemporaneamente all’esercizio dell’attività , a società di persone, associazioni professionali, società di fatto commerciali, imprese familiari e aziende coniugali;
- controllano in modo diretto o in indiretto società a responsabilità limitata o associazioni in partecipazione, che svolgono attività economiche direttamente o indirettamente riconducibili a quelle dell’imprenditore;
- adottano altri regimi forfettari di determinazione del reddito, del regime del patent box, del regime per i lavoratori impatriati o dei regimi speciali IVA;
- svolgono attività prevalente nei confronti di un datore di lavoro con cui sono in corso rapporti di lavoro o sono intercorsi rapporti di lavoro nei due anni precedenti, o soggetti a lui riconducibili;
- hanno precedentemente optato per la contabilità ordinaria.
Limiti di reddito da lavoro dipendente
Uno dei limiti più discussi sull’accesso e sul mantenimento del regime forfettario riguarda il conseguimento di redditi da lavoro dipendente e assimilati.
Di fatto, oltre a rispettare i limiti di cui sopra, il contribuente che intende accedere al regime forfettario non deve aver percepito, nell’anno precedente al suo ingresso potenziale, redditi così qualificati per un importo eccedente i 30 mila euro, soglia elevata a 35 mila euro per l’anno 2025.
Si consideri che ai fini di questo computo si devono conteggiare anche i redditi da lavoro dipendente e assimilati esenti da tassazione in Italia, mentre si devono escludere i redditi soggetti a tassazione separata. Per la verifica del superamento dei limiti è invece irrilevante se il rapporto sia o meno o cessato.
Le novità della manovra 2026
La manovra di bilancio 2026 non ha portato novità di rilievo. La legge ha prorogato per tutto il 2026 la soglia di 35.000 euro di reddito da lavoro dipendente o assimilato, oltre cui non si può accedere o mantenere il regime.Â
È stato bocciato l’emendamento a firma Testor e Dreosto, che avrebbe voluto incrementare da 35.000 a 40.000 euro il limite dei redditi da lavoro dipendente e assimilati da non superare per accedere al regime forfettario. Se non intercorreranno ulteriori proroghe, temporanee o strutturali, nel 2027 il limite di accesso tornerà ad essere pari a 30.000 euro.










Roberto Rais
Giornalista e autore