IT-alert, cos’è il Sistema Nazionale di allarme pubblico e quando sarà operativo

Il sistema nazionale di allarme pubblico è in via di sperimentazione: ecco quando saranno le giornate di test regione per regione.

di Valeria Oggero

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  • A settembre continuano i test per il nuovo Sistema Nazionale di allarme pubblico, che servirà ad informare la popolazione, direttamente sullo smartphone, in caso di emergenza.
  • Il sistema IT-alert al momento è in fase di sperimentazione, e nel mese di ottobre 2023 sono terminati i test nelle diverse regioni italiane.
  • L’entrata in funzione dello strumento IT-alert è prevista per inizio 2024.

Molti cittadini nel mese di settembre riceveranno un messaggio di alert sul proprio smartphone, ovvero un suono caratteristico accompagnato da un messaggio che si riferisce alla sperimentazione del nuovo servizio nazionale IT-alert.

Questa tipologia di servizio non è nuova in Europa, e adesso arriva anche in Italia, con una fase di sperimentazione che riguarderà le differenti regioni, che continua nel mese di settembre 2023. Ma in cosa consiste questo strumento, e a cosa serve? Si tratta di un mezzo con cui i cittadini verranno informati in caso di una particolare situazione di emergenza sul territorio, in tempo reale.

Il messaggio è destinato quindi ad avvertire tutti i cittadini di una determinata area geografica dell’emergenza dovuta a fattori come: catastrofi naturali, terremoti, gravi emergenze e così via. Vediamo come funzionerà nel dettaglio e cosa prevede la fase sperimentale.

Cos’è IT-alert

IT-alert è una novità che riguarda un sistema nazionale di allarme pubblico, volto ad avvertire le persone di una determinata zona rispetto ad una catastrofe naturale o emergenza imminente o in corso. Si tratta di un sistema che in molti paesi europei esiste già, con l’obiettivo di avvisare i cittadini di un pericolo o un’emergenza di grande entità.

Il Sistema Nazionale di allarme pubblico al momento è in fase di sperimentazione in Italia, e interverrà per garantire un’immediata autoprotezione in base al rischio e alla situazione specifica. Questo sistema andrà ad affiancarsi a sistemi di allarme esistenti a livello locale, e avviserà tutti coloro che, in una determinata zona, hanno uno smartphone attivo.

L’IT-alert segue lo standard “Common Alerting Protocol“, CAP, per essere integrato con altri sistemi, sia a livello nazionale che internazionale. Per un primo momento questo strumento verrà attivato solamente in caso di grandi eventi catastrofici, escludendo quelli che hanno una incertezza elevata. Il sito ufficiale di IT-alert spiega anche chi andrà ad attivare questo sistema:

“In questa fase di sperimentazione è il Dipartimento della Protezione Civile che provvede all’invio dei messaggi IT-alert, ma come prevede la Direttiva del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare del 7 febbraio 2023, tutte le componenti del Servizio nazionale di protezione civile potranno progressivamente utilizzare direttamente il sistema.”

I cittadini riceveranno quindi un messaggio di testo, insieme ad un suono caratteristico. Prima che questo strumento venga utilizzato, comunque ci sarà una fase di sperimentazione in cui i cittadini verranno a conoscenza del funzionamento di questo sistema.

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Quando scatterà l’IT-alert

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Escludendo la fase di sperimentazione, quando l’IT-alert sarà attivo, verrà impiegato inizialmente nel caso in cui si verifichino eventi come: un maremoto, provocato da un terremoto, nel caso del collasso di una grande diga, in caso di forte attività vulcanica (sono quindi inclusi Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli), emergenze radiologiche o incidenti nucleari, ma non solo.

Si prevede la sua applicazione anche nel caso di incidenti presso stabilimenti, secondo decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105, la Direttiva Seveso, oppure in caso di precipitazioni intense. Questo strumento garantirebbe una maggiore consapevolezza ai cittadini, che potrebbero così disporsi in luoghi sicuri.

Emergenza maltempo Toscana e IT-alert

Con le piogge eccezionali che si sono abbattute in queste ore in Italia, e in particolare in alcune aree della Toscana, hanno fatto scattare una polemica sullo strumento IT-alert.

Sui social alcuni hanno già ribattezzato lo strumento non efficace, dato che in quelle zone non ha suonato per nessuno e l’alluvione ha nuovamente causato delle vittime.

Il problema, però, è che IT-alert non è ancora in funzione. Il 13 ottobre ha terminato la fase di sperimentazione, ed entrerà pienamente in vigore verosimilmente a partire da febbraio 20241.

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Come funziona l’IT-alert

Questo strumento permetterà a chi ha uno smartphone di ricevere messaggi chiari sul possibile pericolo, con un suono distintivo e un testo che riporta l’evento in atto. Questo sistema è possibile grazie a messaggi cell-broadcast, e il cellulare deve essere collegato ad un operatore telefonico.

Il messaggio funzionerà quindi a telefono acceso e collegato ad un operatore di telefonia, per questo il suono potrebbe non verificarsi se il telefono è spento, fuori campo o in modalità silenziosa. Con questa tecnologia tuttavia è possibile per l’emittente del messaggio coprire una vasta area geografica, e per i cittadini non è necessario scaricare alcuna app apposita.

Si tratta di un sistema di comunicazione a senso unico, ovvero non è possibile per i cittadini rispondere a seguito della ricezione del messaggio, e inoltre i dati personali di chi riceve l’alert non vengono in alcun modo registrati, archiviati o utilizzati. Anche il Garante della Privacy non ha espresso alcuna opinione negativa verso questo strumento in termini di protezione dei dati dei cittadini.

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IT-alert, la fase di sperimentazione

La fase di sperimentazione dell’IT-alert prevede che, in base alla regione di appartenenza, in diverse date i cittadini riceveranno un primo messaggio di alert sul proprio smartphone, in modo da venire a conoscenza del nuovo sistema nazionale di allarme pubblico.

L’obiettivo dell’IT-alert è quello di garantire consapevolezza nei cittadini, con una prevenzione di eventi naturali o catastrofici che potrebbero accadere. Pensiamo all’utilità che questo strumento potrebbe avere in casi come l’alluvione in Emilia-Romagna. Da alcuni mesi questo strumento è in sperimentazione, ed è stato applicato per la prima volta come simulazione in queste due esercitazioni della protezione civile:

  • Vulcano 2022: una esercitazione sull’isola di Vulcano avvenuta dal 7 al 9 aprile 2022;
  • Sisma dello Stretto 2022: una esercitazione sul rischio di sisma e maremoto in Calabria e Sicilia, dal 4 al 6 novembre 2022.
it alert emergenza

Con le simulazioni di intervento e soccorso dei civili, tramite l’impiego di volontari, queste esercitazioni hanno dato importanti risultati, e, come riporta IT-alert.it, il 96% dei cittadini che hanno partecipato alle esercitazioni ha ricevuto correttamente i messaggi di allarme sullo smartphone.

Attualmente la fase di test coinvolge direttamente l’invio di messaggi di alert ai cittadini, e questa operazione viene svolta in giornate differenti in base alla regione, a partire da giugno 2023.

Il calendario dei Test, regione per regione

In base alla regione di appartenenza, i cittadini riceveranno un messaggio di testo e un alert con un suono specifico, un test in vista dell’applicazione di questo strumento in casi di emergenza. Qui di seguito abbiamo indicato le date delle giornate di test previste per quest’anno annunciate dalla Protezione Civile:

  • 28 giugno 2023: Toscana;
  • 30 giugno 2023: Sardegna;
  • 5 luglio 2023: Sicilia;
  • 7 luglio 2023: Calabria;
  • 10 luglio 2023: Emilia-Romagna;
  • 12 settembre 2023: Campania, Marche, Friuli Venezia-Giulia;
  • 14 settembre 2023: Piemonte, Puglia, Umbria;
  • 19 settembre 2023: Lombardia, Molise, Basilicata;
  • 21 settembre 2023: Lazio, Veneto e Valle d’Aosta;
  • 26 settembre 2023: Abruzzo;
  • 27 settembre 2023: Liguria;
  • 13 ottobre 2023: Trentino-Alto Adige e Provincia di Bolzano.

I test hanno l’obiettivo di rendere i cittadini consapevoli di questo strumento, verificare che l’alert funzioni correttamente per tutti, e raccogliere le opinioni dei cittadini attraverso un questionario successivo.

Sistema nazionale di allarme pubblico, nel mondo

Il sistema di allarme pubblico all’estero esiste già da tempo in molti paesi, e contribuisce alla salvaguardia dell’incolumità delle persone in particolari avvenimenti catastrofici. Ad esempio negli Stati Uniti si utilizza per avvertire la popolazione dell’arrivo di inondazioni, del verificarsi di incendi e altri eventi similari.

Un sistema di questo tipo può aiutare a salvare delle vite, e una diminuzione drastica delle vittime per eventi calamitosi si è registrata ad esempio in occasione di alcune tempeste a Hong Kong, adottando questo tipo di strumento.

Questo sistema è stato approvato anche dall’Europa, già nel 2018, con scadenza di applicazione a giugno 2022. Anche alcuni paesi europei hanno adottato, o stanno adottando alcuni sistemi similari, e un esempio è la Spagna, che ha applicato questo strumento per la prima volta alla fine del 2022.

IT-alert – Domande frequenti

Cos’è l’IT-alert?

L’IT-alert è uno strumento che, dopo la fase di sperimentazione, arriverà in Italia per avvisare i cittadini in tempo reale di eventi naturali o catastrofici in atto.

Come funziona la sperimentazione dell’IT-alert?

A seguito di alcune esercitazioni da parte della Protezione Civile, nella prossima fase i cittadini riceveranno un alert di test direttamente sul proprio smartphone. Scopri qui le date, regione per regione, in cui avverrà il test.

Come funziona l’IT-alert?

L’IT-alert permette alle persone di ricevere un messaggio pubblico in caso di emergenza: ecco qual è la tecnologia di funzionamento dello strumento.

  1. Normativa, IT Alert ↩︎
Autore
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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