Infermieri, cala ancora la domanda di iscrizione a infermieristica

Continua il trend negativo nelle iscrizioni ai test in tutta Italia. Sempre meno giovani vogliono fare gli infermieri, il FNOPI lancia l'allarme: a rischio la tenuta del sistema sanitario.

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Ai test di ammissione alle facoltà di infermieristica dell’8 settembre i posti disponibili erano più delle domande presentate. In tutta Italia gli aspiranti infermieri sono stati 18.956, a fronte di 20.699 posti messi a bando. Un trend di richieste in calo già registrato nel 2024, ma mai l’offerta è stata così distante dalla domanda.

Il dato è significativo e viene riportato nel dettaglio dal FNOPI (Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche). Nel 2001 i posti erano poco più di diecimila e le domande li superavano abbondantemente, oggi i candidati non riescono a coprire i numeri stabiliti dal Ministero e dagli atenei.

La federazione infermieri registra anche una distribuzione disomogenea tra le Regioni. Nel Lazio, ad esempio, a fronte di 3.429 posti si sono presentati soltanto 1.583 candidati. In Sicilia le domande sono state 2.189 contro 1.700 posti. In Veneto, invece, l’equilibrio è rimasto quasi perfetto: 1.269 domande per 1.252 posti.

La carenza di personale

Il problema è evidente: i posti all’università restano vuoti, ma negli ospedali e nei servizi territoriali mancano infermieri. Ogni anno circa 25mila professionisti vanno in pensione, mentre i laureati ogni anno sono poco più di 11mila.

Il risultato è una pressione crescente sul personale in servizio, già oggi gravato da turni intensi e responsabilità elevate. La FNOPI parla senza mezzi termini1 di “emergenza nazionale” e chiede “l’istituzione di una cabina di regia permanente, interministeriale e con poteri speciali, per affrontare i problemi evidenziati prima che sia troppo tardi”.

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Mancanza di attrattività

Le cause del calo di appeal e iscrizioni ai test universitari sono strutturali. La professione dell’infermiere sta diventando sempre meno attrattiva per i giovani. Retribuzioni non adeguate, percorsi di carriera limitati, carichi di lavoro pesanti. A questo si somma la difficoltà di conciliare vita privata e professionale e un riconoscimento sociale che resta debole.

Il problema non riguarda solo la facoltà di infermieristica ma tocca l’intero settore delle professioni di cura. Il calo dei candidati è generalizzato, segnale di una crisi di vocazioni che rischia di compromettere la tenuta del sistema sanitario nazionale.

Posti rimasti scoperti

In Piemonte i candidati sono stati 986, a fronte di 1.154 posti disponibili. In Lombardia le domande sono state 1.416 contro 2.088 posti, con quasi 700 posti rimasti vuoti. In Veneto il quadro appare più bilanciato: 1.269 domande per 1.252 posti.

In Friuli Venezia Giulia i candidati sono stati 330, meno dei 400 posti disponibili. In Liguria 433 richieste per 450 posti. In Emilia-Romagna il divario è ampio: 1.229 domande contro 1.685 posti. Nelle Marche appena 292 candidati a fronte di 410 posti. In Toscana la sproporzione è minore, con 1.096 domande per 1.199 posti. L’Umbria registra 269 domande per 462 posti, lasciando quasi duecento posti liberi.

Il Lazio mostra uno degli squilibri più netti: 1.583 domande per 3.429 posti, con più della metà dei posti scoperti. In Abruzzo le richieste sono state 494, i posti 444: qui l’offerta è stata superata, come in Sicilia (2.189 domande per 1.700 posti) e in Campania (1.885 domande per 1.793 posti). Molise e Sardegna si mantengono in equilibrio: 105 domande per 155 posti nel primo caso, 336 richieste per 356 posti nel secondo.

Al Sud, la Puglia ha avuto 2.098 candidati a fronte di 973 posti, con una domanda che resta superiore all’offerta. La Calabria ha invece invertito il rapporto: 629 domande per 629 posti, in equilibrio perfetto.

Il calo si accentua nelle aree metropolitane, dove il caro-affitti e il costo della vita rendono difficile per gli studenti fuori sede scegliere i grandi atenei. La crescita delle iscrizioni alle università telematiche, che non riguardano Infermieristica, contribuisce a sottrarre ulteriori matricole. La triennale in Infermieristica è infatti abilitante e prevede un tirocinio intensivo sin dal primo anno, con pochi corsi disponibili online.

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Laureati in aumento ma insufficienti

Un dato positivo riguarda i laureati. Nel 2004 erano 8.866, nel 2024 sono stati 11.404, con un incremento del 28,6% in vent’anni. La proiezione per il 2027 parla di 14.500, ma il turnover resta scoperto. Ogni anno circa 25.000 infermieri vanno in pensione, e le nuove leve non bastano a coprire il ricambio.

“La professione tiene”, osserva FNOPI, che rivendica l’impegno condiviso con ministeri, regioni e università per ampliare i posti disponibili. Ma l’allarme resta. “Il nostro Paese invecchia e invecchiano anche i nostri infermieri. Senza un investimento strutturale e senza provvedimenti immediati, la tenuta del sistema sanitario è a rischio”.

  1. Università, test Infermieristica: partecipanti in calo ma il trend di iscrizioni e laureati vira in positivo ↩︎

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