Aumentano imprese che impiegano l’intelligenza artificiale, ma manca il personale che sappia usarlo

ISTAT: IA generativa traina la crescita, ma c'è un forte divario tra grandi aziende e PMI.

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L’intelligenza artificiale (IA) sta conquistando rapidamente le aziende italiane. Dai dati diffusi dall’ISTAT il 15 dicembre, la quota di imprese con almeno 10 addetti che adotta soluzioni di IA è più che raddoppiata in 12 mesi. A trainare l’accelerazione soprattutto le grandi imprese del Nord, dove l’adozione supera il 50%. Tuttavia, la crescita non è uniforme e alcune realtà rischiano di rimanere bloccate per la mancanza di specialisti.

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Aumentano le imprese che utilizzano l’intelligenza artificiale, i dati ISTAT

Secondo l’analisi ISTAT, le imprese che utilizzano sistemi IA sono passate dall’8,2% del 2024 al 16,4% nel 2025. Oltre la metà di queste (circa l’8,5% del totale) dichiara di utilizzare o sperimentare in particolare l’intelligenza artificiale generativa. Il settore manifatturiero registra la crescita più forte, con l’adozione in salita al 18,9%.

Non è un caso, quindi, se nello stesso periodo è cresciuto anche l’uso di servizi di cloud computing (intermedio/avanzato al 68,1%), l’analisi dei big data (al 42,7%) e tecnologie essenziali che abilitano l’IA.

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Come viene utilizzata l’IA

Da quello che è emerso, le imprese utilizzano l’IA per l’ottimizzazione e l’innovazione. In particolare, quella generativa viene impiegata per attività di creazione di testi, codici e immagini, velocizzando processi finora demandati esclusivamente alla forza lavoro umana.

I settori di impiego principali dell’IA nelle aziende sono:

  • ricerca e sviluppo (R&S), per analizzare dati complessi e accelerare la progettazione di nuovi prodotti o servizi;
  • customer service, attraverso chatbot avanzati per l’interazione automatizzata con il cliente;
  • analisi dei dati, per prevedere trend di mercato o rischi finanziari.
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Chi è in ritardo

Quello che suggeriscono i numeri è però un’adozione non omogenea, che delinea un’Italia a due velocità. Le PMI (piccole e medie imprese) e il Mezzogiorno mostrano un ritardo strutturale, che l’accelerazione generale non riesce a colmare. L’IA inoltre è presente in oltre il 50% delle grandi imprese (250+ addetti), ma scende drasticamente sotto il 10% nelle micro-imprese.

Per le aziende che non hanno investito, il problema principale non sono i costi hardware/software, ma l’aspetto umano. Il 60% delle imprese ha problemi nel reperire personale con le competenze necessarie e figure specializzate (data scientist, prompt engineer). Questo blocca la loro crescita e contribuisce ad allargare il divario con chi, invece, sta già al passo con le nuove tecnologie.

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