Sono diverse le esenzioni al pagamento dell’IMU che la normativa riconosce a chi è tenuto a pagarla nel 2025. Entro il 16 dicembre, scade la seconda rata o comunque è previsto il saldo dell’imposta. Tuttavia ci sono dei casi particolari e delle eccezioni alla regola. Il presupposto dell’IMU è il possesso di un immobile (fabbricati, aree fabbricabili, terreni agricoli) secondo le categorie catastali previste, ma non tutti i possessori sono tenuti al pagamento. Vi sono situazioni di esenzione totale o parziale e riduzioni.
Indice
Esenzioni IMU 2025 per casa principale ed edifici occupati
Non è dovuto il pagamento dell’IMU (o almeno è previsto un regime agevolato) nel 2025 per le abitazioni principali. Cioè l’immobile in cui il proprietario risiede anagraficamente e dimora abitualmente, a meno che non rientra nelle categorie catastali di lusso (A/1, A/8, A/9). Affinché l’esenzione si applichi, l’immobile deve essere effettivamente abitato (residenza anagrafica e dimora abituale). Se questi requisiti non sono rispettati, l’immobile può essere considerato come seconda casa e quindi soggetto all’imposta.
Confermata anche l’esenzione dell’IMU per gli immobili non utilizzabili né disponibili perché occupati abusivamente, ma a condizione che sia stata presentata denuncia penale o iniziata azione giudiziaria. In questi casi, il proprietario non deve versare l’imposta e può, in certi casi, richiedere il rimborso per le annualità precedenti.
Altri casi di esenzione
Non si paga l’IMU nemmeno per gli immobili assimilati all’abitazione principale. Ad esempio, edifici di civile abitazione destinati ad alloggi sociali, immobili delle cooperative edilizie a proprietà indivisa adibiti ad abitazione principale dei soci assegnatari.
Inoltre, i Comuni possono deliberare esenzioni o riduzioni per specifiche categorie di immobili o contribuenti. Pertanto, prima del pagamento (a saldo o della seconda rata) entro il 16 dicembre 2026, è meglio verificare quali sono le disposizioni vigenti nel Comune di riferimento.
Chi paga l’IMU e in quali casi non si applicano le esenzioni
Pur esistendo le esenzioni citate sopra, ci sono diversi casi in cui l’IMU è dovuta comunque. Ad esempio, se si possiede un’abitazione secondaria (oltre quella principale), oppure un immobile dato in locazione o in uso distinto dalla propria abitazione. L’imposta va pagata anche se l’immobile che risulta abitazione principale viene concesso in affitto o comodato. In questo caso, infatti, vengono meno i requisiti di residenza e dimora.
Riduzioni IMU e casi particolari
Oltre all’esenzione totale, vi sono dei casi in cui l’IMU si paga, ma in forma ridotta. È riconosciuta una riduzione del 50% della base imponibile, se viene certificata l’inagibilità dell’immobile. L’importo totale dell’IMU viene scontato della metà anche nei casi in cui l’immobile risulta concesso in comodato d’uso gratuito a figli o genitori.
La legge riconosce poi per gli immobili abitativi concessi in locazione con contratto a canone concordato una riduzione dell’IMU pari al 25%. Infine, anche per eventuali sconti e riduzioni è consigliato verificare se il Comune ha deliberato aliquote e regolamenti specifici, perché queste situazioni possono variare localmente.














Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it