Bankitalia: perché i dazi di Trump sono un rischio per il PIL mondiale

I dazi di Trump mettono a rischio il PIL mondiale: il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, ha evidenziato le criticità sul piano internazionale.

Adv

dazi trump pil mondiale

L’instabilità internazionale provocata dai dazi di Trump potrebbe mettere a rischio non solo i paesi colpiti, ma tutto il PIL mondiale. A dirlo è il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, che sottolinea come il rischio coinvolgerebbe almeno il 5% del commercio globale.

L’Europa quindi deve prepararsi all’incertezza, secondo quanto dichiarato durante la relazione annuale del 2024. Ha poi evidenziato la situazione critica che riguarda i salari in Italia, che sono cresciuti molto di meno rispetto al resto dell’Europa.

Bankitalia, i dazi minacciano il PIL globale

Secondo Panetta, i dazi di Trump sarebbero una minaccia al PIL mondiale: queste sono le critiche mosse alle decisioni del presidente USA. Nel frattempo anche il Tribunale del Commercio internazionale ha dichiarato illegittime le decisioni del presidente americano.

Tra i ripensamenti, le difficili contrattazioni e la sospensione dei dazi per l’Europa fino al 9 luglio, quello che si percepisce è un generale clima di incertezza. L’applicazione di imposte sui prodotti venduti negli USA ai paesi del mondo non va a danneggiare solamente i singoli stati, ma il PIL mondiale nel suo complesso.

I conflitti commerciali trovano strada nella vendita di prodotti, nonostante, come citato dal governatore Bankitalia, il ruolo predominante delle aziende di tecnologia e del digitale USA su terreno europeo. Ci si deve quindi preparare alle acque incerte sul piano del commercio internazionale, segno che la globalizzazione ha condotto a non facili risultati. In questo senso, l’Unione europea non può rimanere ferma e ha un ruolo centrale.

La questione dei salari bassi in Italia

Bankitalia ha evidenziato anche il problema dei salari bassi in Italia: una criticità che vede il bel paese come tra gli ultimi in Europa per la crescita degli stipendi, di fronte ad un’inflazione preponderante. Il problema della bassa produttività e dei salari fermi ai livelli del 2000 va affrontato portando crescita e innovazione nel paese.

Di contro, come riportato nella relazione, l’occupazione continua a crescere:

“Nel 2024 in Italia l’occupazione, pur decelerando, ha continuato a crescere più rapidamente del prodotto. La domanda di lavoro ha ancora beneficiato della moderata dinamica salariale dell’ultimo triennio, che ha reso la manodopera relativamente più conveniente rispetto ad altri fattori di produzione.”

Più lavoro ma salari bassi, è lo scenario presentato, che si concretizza con la scarsa sicurezza economica per lavoratori e famiglie. Una differenza sostanziale con altri paesi europei, tenendo presente che i salari reali in Italia rimangono bassi rispetto al costo della vita.

Autore
Foto dell'autore

Redazione

Il team editoriale di Partitaiva.it

Siamo un team di giornalisti, consulenti, commercialisti e altri professionisti che ogni giorni si occupano di temi legati al lavoro, fisco, economia, previdenza e finanza.

Lascia un commento

Continua a leggere

Iscriviti alla Newsletter

Il meglio delle notizie di Partitaiva.it, per ricevere sempre le novità e i consigli su fisco, tasse, lavoro, economia, fintech e molto altro.

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.