Da Sfera Ebbasta a Fedez, fino a 25 mila euro a serata: “Ecco come diventare rapper”

Le strategie di marketing e quelle di guadagno. I fatturati di Fedez, Sfera Ebbasta, Tony Effe, Jay Z sono altissimi, ma non dipendono soltanto dalle canzoni.

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come diventare rapper

Da 7 mila a 25 mila euro per una serata. E fino ad un milione di euro di guadagni in un anno. È il range dei potenziali introiti di chi fa musica rap in Italia. Ma come diventare rapper famosi? Dipende dal talento, dal mindset e dal portafogli. Il rap si conferma uno dei generi musicali più popolari tra i giovani, capace di influenzarne gusti, comportamenti, linguaggio: un vero e proprio fenomeno sociale e culturale in grado di generare un impatto economico enorme. È un mercato in continua espansione e, proprio per questo, destinato a catturare sempre di più l’attenzione di giovani che, da “semplici sconosciuti”, possono trasformare in successo personale e professionale il proprio talento musicale.

Come diventare rapper partendo da zero

Già direttore editoriale di La Casa del rap.com, primo portale italiano dedicato alla musica rap, Gianluca Faliero è un critico musicale e collabora con alcune delle riviste di musica più quotate a livello nazionale fra cui Rumore Magazine e Billboard Magazine. Grazie alla sua esperienza è possibile comprendere come diventare un rapper partendo da zero.

“Per un rapper non c’è un percorso preciso e sempre uguale per arrivare al successo – spiega al nostro giornale – ma per arrivare al successo è necessario non porre il successo come obiettivo, soprattutto all’inizio”. Un controsenso? Affatto. Faliero ci spiega il perché: “Se vuoi fare musica rap devi sviluppare in primis la capacità di raccontare te stesso e la tua storia in modo vero, autentico. Raccontarsi in modo costruito e troppo distante dalla realtà non è un approccio apprezzato dal pubblico”.

Il successo, dunque, va costruito passo dopo passo. Quale il primo da compiere? “Occorre costruire su sé stessi un progetto di branding – chiosa l’esperto -, raccontare la realtà in un certo modo, con una strategia di comunicazione ben precisa, urbana o intima che sia. Essere rapper può significare tutto e nulla: dopo aver definito a monte chi sei, vanno definite le strategie di comunicazione”. 

Ma senza trascurare l’aspetto artistico, a cominciare dal sound a cui agganciarsi che sia trap, Uk garage o drill. “Sui social, poi – raccomanda Faliero – bisogna impostare a monte una comunicazione ben precisa, empatica oppure più professionale e incentrata sul tuo progetto artistico. Con l’obiettivo, possibilmente, di svilupparne di paralleli. Il successo non è fatto solo di numeri ma di realizzazione personale di un qualcosa che deve rappresentarti al meglio”.

Per diventare rapper famosi non servono grossi budget di partenza

“L’identità di un rapper – chiosa Faliero – si può costruire grazie al supporto di professionisti in grado di indirizzare la tua visione e il tuo progetto”. Ma cosa fare se l’ambizione di un’artista emergente non si accompagna a grossi budget di partenza? Niente panico. Faliero racconta che esistono progetti nel mondo rap e urban italiano che si sono sviluppati internamente senza grossi budget di partenza. “La nascita dei collettivi – dice – ha permesso di gestire internamente progetti che poi sono diventati celebri. Penso a Billion Heads di Sfera Ebbasta o a Propaganda di Noyz Narcos: team di amici che affiancano gli artisti e creano attorno a loro un’identità e un sound che hanno portato ad accordi discografici importanti”.

Cosa, dunque, non deve mancare ad un rapper? “Ossessione batte talento – risponde Faliero –. Ciò significa che devi curare in modo maniacale ogni aspetto dell’identità artistica, della comunicazione, della scrittura, della musicalità e persino della promozione e del marketing. Tutti ingredienti che rendono solido un progetto musicale. Non è facile. Richiede impegno, tempo, energie ma è l’unico modo per farcela. È un banco di prova: tutti vogliono fare gli artisti ma è un lavoro che comporta sacrifici e rinunce e solo in pochi sanno davvero farlo”.

Quanto guadagna un rapper? Dalle esibizioni all’attività imprenditoriale

Concerti, live e tour sono la fonte di guadagno principale per questi musicisti. Nel mondo della musica rap sono molto frequenti anche le esibizioni da headliner, cioè quelle che vedono l’artista esibirsi per ultimo ad un evento particolarmente importante e nel quale egli è il personaggio più famoso e più atteso dal pubblico. 

Altra fonte di guadagno è rappresentata dalla vendita dei dischi (fisici o digitali) anche se in questo specifico settore i volumi di vendita sono più ridotti rispetto al passato perché sono cambiate le dinamiche di fruizione dei contenuti musicali. Entrate di una certa entità possono arrivare anche da merchandising: Kendrick Lamar, “K-dot”, qualche anno fa ha guadagnato la bellezza di 58 milioni di dollari grazie agli sponsor.

I canali più redditizi per trasformare la carriera artistica in un business? “Sicuramente i live – spiega il critico musicale – anche se comportano spese. All’inizio della carriera possono essere considerati il mezzo più sicuro e anche quello più importante, sotto il profilo delle entrate. In generale, però, la risposta a questa domanda è dipende. Un modello di business vincente si costruisce a tavolino, prendendo in esame punti deboli e punti di forza, prospettive, esigenze artistiche. Non si costruisce dall’oggi al domani né in modo univoco”.

Gli streaming

Ma non è solo stando sul palco e vendendo gadget e dischi che un rapper può raggiungere cifre importanti di guadagno. Attorno alla musica, ormai da tempo, ruota il business legato alle piattaforme di streaming musicale come Spotify, Apple Music e YouTube Music. Su Spotify, tanto per citarne una, l’autore di un brano guadagna due euro ogni 1000 ascolti: compensi minuscoli ma che su larga scala, in presenza di un musicista in grado di raggiungere un pubblico molto numeroso, possono diventare una voce di entrata significativa. Jay Z, ad esempio, è considerato uno dei musicisti rapper più ricchi al mondo: grazie alla sua piattaforma di streaming musicale ha guadagnato milioni di dollari. Ed oggi vanta un patrimonio netto stimato in 2,5 miliardi di dollari.

Collaborazioni e featuring con personaggi famosi, anche non strettamente legati al mondo della musica, infine, possono generare un ritorno che non è solo economico ma anche di notorietà.

Quanto guadagnano i migliori rapper italiani

La musica rap è il settore di punta dell’industria musicale, capace di riempire arene e stadi ma soprattutto il portafogli di tanti artisti che hanno fatto successo e che in comune hanno non solo il talento ma anche la capacità di sfruttare il potenziale che arriva da web e social media: mezzi che possono contribuire in modo significativo a lanciare verso la popolarità un artista trasformandolo in pochissimo tempo in una macchina da soldi. Dinamiche che potrebbero smentire quell’immagine lanciata da Forbes qualche tempo fa e che vede gli italiani poco propensi a fare i self-made men e più inclini a vivere di rendita.

Con oltre 13,5 milioni e mezzo di followers su Instagram e oltre 2,5 milioni di like su Facebook, Fedez non è solo uno dei rapper italiani più in voga, ma anche un vero e proprio influencer nel suo settore. Quanto guadagna Fedez è presto detto: la stima è di 6 milioni di euro l’anno solo per la sua attività musicale. È di 20 milioni di euro, invece, il patrimonio stimato e derivante anche da attività imprenditoriali e dalla sua holding Zedef srl.

Dark Side, al secolo Arturo Bruni, guadagna circa 450.000 euro l’anno. Per Tony Effe, invece, il 2024 è stato l’anno della svolta: la sua società Effe srl, di cui è proprietario e amministratore con il suo nome, Nicolò Rapisarda, ha quasi raddoppiato il fatturato arrivando a incassare 710.709 euro rispetto ai 453.449 euro dell’anno precedente.  Di strada ne ha fatta, e parecchia, anche Sfera Ebbasta, il “re della trap” che, come riporta Money.it, fattura circa 3,5 milioni l’anno. 

Attori, produttori discografici e cinematografici: i rapper americani come macchine da soldi

Che cosa si intende per musica rap? Sicuramente un genere musicale che non è fatto solo di note, anzi c’è chi dice che non sia neanche necessario saper cantare bene. Il rap è soprattutto business. Parole in rima che, scusate il gioco di parole, fanno spesso rima anche con affari: canzoni, tournée spesso sono solo l’inizio di percorsi di successo perché possono favorire opportunità di investimento capaci di fruttare guadagni anche milionari. Questo è vero soprattutto in America. Il caso più emblematico è rappresentato dalla coppia di celebrity più ricca di sempre: la bellissima Beyoncé e del poc’anzi citato Jay Z

Rapper, poi produttore musicale e cinematografico, imprenditore a tutto tondo: come per Jay Z, queste sono le tappe che hanno scandito un’altra carriera d’oro che è quella di Eminem, considerato uno dei rapper più famosi al mondo, il quale si è trovato anche a recitare come attore in documentari e serie TV ispirate alla sua musica e alla sua vita. 

Quanto guadagna un rapper emergente? Jay Z disse anni fa: “Io non voglio essere il numero uno per una o due settimane ma il numero due per tutta la mia carriera”. Alla domanda “Chiunque può raggiungere il successo in questo settore?”, la risposta di Faliero è diretta: “Fama è una parola ambigua, soprattutto per un artista emergente. La fama si può raggiungere con una manciata di like e condivisioni ma non è l’obiettivo a cui puntare a breve termine. Un progetto discografico che sia sostenibile nel lungo termine: questo è ciò a cui deve puntare un artista con la A maiuscola che desidera per sé una carriera lunga e prolifera”.  

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Patrizia Penna

Giornalista professionista

Sono nata a Catania, mi sono laureata con lode in Lingue e Culture europee all'Università di Catania. Ho lavorato per quasi vent'anni come redattore al Quotidiano di Sicilia, ho curato contenuti ma anche grafica e impaginazione. Oggi sono una libera professionista. Mi occupo di informazione, uffici stampa e curo sui social media la comunicazione di aziende, anche straniere.

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