La Corte dei conti ha apposto il sigillo sul nuovo Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) del personale del comparto sanità per il triennio 2022-2024. Ma il via libera non è stato incondizionato: la certificazione è stata accompagnata da osservazioni e raccomandazioni, che saranno dettagliate nel rapporto allegato alla deliberazione, ad oggi in corso di stesura. “Se per lo Stato l’impatto dei rinnovi è giudicato ‘limitato’ sui conti pubblici, la prospettiva cambia radicalmente se vista dagli operatori del settore”. Violeta Urukalo, vicepresidente dell’Associazione professioni sanitarie italiane legali e forensi (Apsilef), critica la sostenibilità: “Il rinnovo del Ccnl 2022-2024 segna un passo avanti, ma resta inserito in una logica di sostenibilità più contabile che sociale”.

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Aumenti salariali sanità, “Risorse insufficienti contro inflazione e aumento carico di lavoro”
Secondo Urukalo, sebbene i conti pubblici reggano, le risorse destinate ai rinnovi sono insufficienti: “Non basteranno a recuperare il potere d’acquisto eroso dall’inflazione”, commenta. La vicepresidente sottolinea come la manovra, pur essendo prudente dal punto di vista del bilancio complessivo, fallisca nel garantire un effettivo recupero salariale.
I fondi stanziati: “Sono appena sufficienti a coprire aumenti minimi e non riescono a compensare diversi fattori di stress per i lavoratori: non compensano l’inflazione alta degli ultimi anni, il potere d’ acquisto del personale sanitario – che guadagna meno di qualche anno fa – e l’aumento del carico di lavoro e della complessità organizzativa. Quindi, dal punto di vista sociale o del benessere dei lavoratori, la sostenibilità è discutibile”.
Neutralità finanziaria del CCNL sanità: “Non garantisce stabilità economica ai lavoratori”
Tra i punti cruciali del dibattito, la dicitura utilizzata per descrivere l’impatto economico del Ccnl: “neutralità finanziaria”. Secondo Urukalo, questa definizione è: “Formale e fuorviante, soprattutto se non si considera la perdita di potere di acquisto effettiva dei lavoratori pubblici”. Una neutralità, in sostanza, che descrive un fenomeno tecnico e non reale. Aggiunge l’esperta: “Per lo Stato questa manovra non genera spese aggiuntive rispetto a quelle che sono già previste o coperte nel bilancio, ma il salario ‘neutro’ è più povero nella vita quotidiana del lavoratore. È più “sulla carta” che una condizione reale di stabilità per i lavoratori”.
Rinnovo CCNL sanità 2025-2027: la sfida dell’attrattività delle professioni pubbliche
Nella stessa adunanza in cui è stato certificato il Ccnl sanità, la Corte dei conti ha preso atto che l’ipotesi di contratto collettivo nazionale quadro per la definizione dei comparti e delle aree di contrattazione collettiva nazionale per il periodo 2025-2027 non presenta “nuovi o ulteriori oneri”: è stato giudicato “a costo zero”.
Nonostante l’assenza di costi immediati, Urukalo avverte sui rischi pratici e indiretti: “Parliamo delle differenze economiche o normative di trattamento, la mobilità del personale complicata tra enti e le tensioni contrattuali”. Guardando al futuro, i nodi da sciogliere per il rinnovo 2025-2027 appaiono ancora più complessi.
La sfida più grande resta quella finanziaria: “Il rinnovo 2025-2027 richiederà nuove risorse per adeguare gli stipendi all’inflazione. Ma il problema è che non troveranno i fondi aggiuntivi e, di conseguenza, gli aumenti rischiano di essere di nuovo modesti con una perdita ulteriore del potere di acquisto”. Oltre alla copertura finanziaria, secondo Urukalo sarà fondamentale agire sull’attrattività delle professioni sanitarie e pubbliche, un obiettivo che richiede il riconoscimento delle competenze.











Mario Catalano
Giornalista