Bonus affitto per genitori divorziati e separati: come funziona il nuovo Fondo abitativo 2026

La misura, contenuta nell’articolo 56 della bozza della manovra 2026, prevede l’istituzione di un Fondo ad hoc per supportare i genitori divorziati o separati.

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Bonus affitto genitori divorziati o separati

Nel testo della manovra 2026 è prevista l’istituzione di un Fondo abitativo per finanziare un nuovo bonus per l’affitto destinato ai genitori divorziati o separati, con figli a carico e non assegnatari dell’abitazione familiare. Si tratta di un contributo economico, per cui è prevista una dotazione iniziale di 20 milioni di euro annui. Secondo la formulazione attuale della norma, il bonus potrà essere riconosciuto, ma nel rispetto di precise condizioni e limiti.

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Come funziona il nuovo bonus per l’affitto destinato ai genitori divorziati o separati

Così come inserito nella manovra 2026, il bonus potrà essere riconosciuto ai genitori separati o divorziati, non assegnatari dell’abitazione familiare di proprietà, con figli a carico fino al compimento dei 21 anni e con obbligo di mantenimento.

Il bonus sarà finanziato con i soldi del Fondo abitativo, che sarà destinato a coprire parte dei costi abitativi sostenuti dal beneficiario. Anche se la norma rinvia al decreto attuativo la definizione delle modalità concrete di erogazione. Devono essere definiti, ad esempio, il calcolo del contributo, i limiti di reddito, i requisiti documentali. Questa scelta ha sollevato osservazioni sia tecniche che politiche. Proprio per questo aspetto, diverse proposte di emendamento puntano a modificare la governance del Fondo.

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Le principali proposte di emendamento

Durante l’iter parlamentare sono stati presentati numerosi emendamenti alla manovra 2026. Tra questi, c’è la proposta escludere i genitori che non hanno adempiuto ai propri obblighi di mantenimento o non rispettano le disposizioni dei provvedimenti di separazione o divorzio. Un altro emendamento richiede poi verifiche economiche e patrimoniali stringenti per garantire equità e controlli efficaci.

Infine, sono stati proposti requisiti più rigidi per i beneficiari. Tra le cause di esclusione, dovrebbero essere incluse l’assenza di condanne o di rinvio a giudizio (per violenza domestica o minori), ma anche di immobili di proprietà e verifica del reddito su tre anni.

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