Giovani agricoltori aumentano in Italia, produttività è doppia rispetto a media UE: le figure più richieste

Intelligenza artificiale, blockchain e sostenibilità: così gli under 35 stanno trasformando un settore che continua a crescere e un lavoro che richiede sempre meno fatica fisica.

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Giovani agricoltori figure più richieste

L’unione tra agricoltura e innovazione sta producendo i suoi “frutti” e non è un gioco di parole. Per il 73% dei giovani, infatti, il lavoro nei campi è capace di creare nuove opportunità occupazionali: a dirlo è il rapporto 2025 Coldiretti/Censis che mette in luce un modo nuovo di concepire la campagna ma anche i suoi “mestieri”, grazie all’impiego dell’IA.  Dronisti, data analyst agricoli, specialisti in agricoltura di precisione, in blockchain e persino consulenti per le energie rinnovabili. Sono queste le nuove tecnologie dell’agricoltura e, soprattutto, le nuove frontiere dell’occupazione dei giovani agricoltori nelle aree rurali. A subirne il fascino sono soprattutto gli under 35.

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Giovani agricoltori guidano la digitalizzazione dei campi

+18% di giovani al lavoro nei campi: è l’incremento registrato nel secondo trimestre 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel documento Coldiretti e Censis mettono in evidenza un aspetto: l’aumento degli occupati dipendenti under 35 in agricoltura, saliti a 122 mila unità, va in controtendenza rispetto al dato generale che vede un calo del 2% dei giovani in tutti i settori, dall’industria ai servizi.

Complessivamente, sono circa 50 mila le aziende under 35 al lavoro nelle campagne italiane. A sorpresa, troviamo la Sicilia in cima alla classifica delle regioni con il maggior numero di imprese agricole giovanili (6.100). Seguono Puglia (5.000 aziende) e Campania (4.800 aziende). Numeri tangibili che testimoniamo come la tecnologia ha cambiato l’agricoltura.

“I segnali positivi e la tenacia mostrata dai giovani agricoltori devono spingere l’Europa ad allentare ulteriormente la morsa di una burocrazia che frena gli insediamenti agricoli, specie per le nuove aziende, e che ha un ‘costo’ in termini di investimenti psicologici e di risorse umane tale da limitare e condizionare il desiderio di fare impresa. Non è più accettabile che le nostre aziende siano vessate da una normativa esasperata e spesso incomprensibile”, ha detto il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo.

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Agricoltura 4.0, i profili più richiesti

Alla campagna si è sempre associata la fatica, ovvero mansioni particolarmente gravose che tradizionalmente hanno fatto sì che il mondo dell’agricoltura non avesse particolare appeal, soprattutto tra i giovani. Oggi le cose sono cambiate: alle tradizionali attività di gestione delle attività, di raccolta e di allevamento, si affiancano nuove figure professionali che vanno da quelle “multifunzionali” a quelle ad alta specializzazione tecnologica, capaci di supportare le imprese nella digitalizzazione della propria azienda, sfruttando le nuove opportunità offerte dall’agricoltura 4.0.

Si registra una domanda per diversi profili: trattorista, taglialegna, potatore, addetto alla vendita diretta di prodotti tipici, alla macellazione, alla vinificazione o alla produzione di yogurt e formaggi.

Le nuove competenze

Ma oggi sono richieste delle competenze ulteriori, soprattutto per le ultime mansioni, che riguardano l’analisi dei dati provenienti da sensori e macchine per ottimizzare operazioni e rese. Lo specialista in agricoltura di precisione, per esempio, utilizza gps, satelliti e sensori per gestire le colture riducendo gli sprechi. E poi c’è l’impiego dell’intelligenza artificiale in agricoltura: il prompt manager agronomico grazie all’AI riesce a prevedere condizioni, ottimizzare risorse e migliorare la produttività.

Altre figure apparentemente lontane dal settore diventano sempre più utili: lo specialista in sistemi IoT, che coordina dispositivi connessi; l’esperto in blockchain, garante di trasparenza e sicurezza nelle filiere; il consulente per l’innovazione agricola, che promuove l’adozione di tecnologie e pratiche sostenibili; il consulente per la sostenibilità, che aiuta a ridurre l’impatto ambientale; il dronista, utile per la mappatura e la concimazione aerea; il consulente per le energie rinnovabili, che integra soluzioni green come l’agrivoltaico e il biogas; il project manager delle filiere, che progetta sistemi di tracciabilità e sostenibilità lungo tutta la catena produttiva. A completare il quadro ci sono gli specialisti in biotecnologie agricole, indispensabili per lo sviluppo di varietà vegetali più resistenti attraverso le tecnologie di evoluzione assistita (Tea).

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Imprese agricole giovanili: produttività doppia rispetto alla media UE

Sono proprio i giovani agricoltori ad aver capito come sfruttare in positivo tutte le possibili innovazioni in agricoltura. E sono loro, dunque, i veri protagonisti di quella che è stata definita la “digitalizzazione dei campi”. E sono loro che stanno facendo la fortuna di un settore spesso considerato tradizionale ma che stanno trasformando in chiave innovativa e tecnologica. Non a caso – sottolinea Coldiretti – secondo l’ultimo rapporto della Rete Rurale nazionale la produttività media per superficie delle imprese giovanili italiane è pari a 4500 euro per ettaro, doppia rispetto a quella europea e francese, ma è superiore anche a quella della Germania e soprattutto della Spagna, grazie alla maggiore specializzazione in coltivazioni ad elevato valore aggiunto.

Come sarà l’agricoltura nel futuro? Entusiasmo e passione rappresentano il migliore presupposto ma la domanda impone anche una riflessione sull’esigenza di sostenere potenziale e talenti in questa sorprendente rivoluzione che può farci vincere un’importante sfida che è quella del ricambio generazionale. “Dobbiamo sostenere queste nuove generazioni, offrendo loro prospettive di reddito e condizioni eque nelle filiere”, ha rilevato giustamente il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

Un osservatorio per delineare una strategia nazionale agricola sull’IA 

A questo proposito, il vicepresidente della Copagri Giovanni Bernardini ha accolto con favore la notizia del costituendo Osservatorio sull’adozione di sistemi di intelligenza artificiale nel mondo del lavoro, organismo interistituzionale che in seno al Dicastero del Lavoro andrà a delineare i paletti della futura strategia nazionale sull’IA. “Sarà fondamentale – ha spiegato Bernardini – prestare particolare attenzione alle ricadute di tale innovazione sull’agricoltura e sulle filiere produttive, ragionando sulla possibile creazione di una vera e propria strategia nazionale agricola sull’IA

In un’epoca in cui le crisi climatiche, le tensioni geopolitiche e l’aumento della popolazione mondiale mettono sotto pressione crescente i nostri sistemi agroalimentari, per l’esperto l’IA non è più solo un “plus”, ma una vera e propria necessità. “Le infinite declinazioni dello smart farming e della precision agriculture, unitamente a tecnologie quali la blockchain, permettono di migliorare la produttività e di rafforzare la tracciabilità e la sicurezza alimentare, andando al contempo a monitorare ed efficientare la sostenibilità e l’utilizzo degli input produttivi”, spiega.

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AgrieTour, il Salone dedicato all’innovazione e alle sue declinazioni in agricoltura

Nei giorni scorsi la città di Arezzo ha ospitato la 23esima edizione di AgrieTour, il Salone nazionale dell’agriturismo e dell’agricoltura multifunzionale. Uno spazio dedicato all’innovazione e alle sue declinazioni in agricoltura che negli anni ha visto la partecipazione di migliaia di aziende agrituristiche provenienti da tutta Italia, offrendo loro visibilità e occasioni di networking con operatori del settore, buyer internazionali e visitatori interessati al turismo rurale.

L’evento, che ha registrato il record di partecipanti, conferma l’interesse per un settore in crescita che offre l’opportunità di combinare insieme agricoltura e turismo. L’Osservatorio AgrieTour, per l’occasione, ha presentato dati molto positivi: 26.169 strutture agrituristiche attive in Italia, una previsione di 5,1 milioni di arrivi nel 2025 e il +100% del turismo straniero negli ultimi dieci anni. Il giro d’affari stimato nel 2025 è di 2 miliardi. La regione che fa meglio è la Toscana, con 5.800 agriturismi.

Simone Genovesi

“Negli ultimi anni – spiega a Partitaiva.it Simone Genovese, project manager AgrieTour –  si è assistito a un crescente interesse dei giovani verso l’agriturismo e l’agricoltura, grazie anche all’introduzione di tecnologie innovative come la digitalizzazione dei servizi, l’agricoltura di precisione, la promozione tramite social media e piattaforme online”. Secondo Genovese, per sostenere questa nuova imprenditoria giovanile è essenziale “investire nella formazione tecnica e manageriale, facilitare l’accesso al credito e ai finanziamenti specifici per start-up agricole, e semplificare la burocrazia che spesso rappresenta un ostacolo per chi vuole avviare un’attività”.

Agricoltura e innovazione, le imprese guardano ai mercati esteri

Tra i prossimi obiettivi dell’evento quello di rafforzare ulteriormente l’internazionalizzazione delle aziende agrituristiche italiane, promuovere la sostenibilità ambientale e l’innovazione tecnologica nel settore e favorire il ricambio generazionale. L’intelligenza artificiale a servizio delle imprese, infatti, è stata già il main topic dell’edizione 2025. 

L’intenzione è anche quella di consolidare la rete di collaborazioni con istituzioni, enti di ricerca e associazioni di categoria, per rendere l’agriturismo sempre più competitivo e attrattivo sia a livello nazionale che internazionale. In tal senso, anche le occasioni di scambio di esperienze, come quelle favorite da iniziative come AgrieTour, sono fondamentali per la creazione di reti di imprese, di collaborazione e crescita professionale. “Il supporto da parte delle istituzioni – conclude Genovese – sia con incentivi economici, sia con politiche che valorizzino il lavoro nei campi e in agriturismo, è fondamentale per consolidare e sviluppare un settore che, pur partendo da radici tradizionali, guarda decisamente al futuro”.

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Patrizia Penna

Giornalista professionista

Sono nata a Catania, mi sono laureata con lode in Lingue e Culture europee all'Università di Catania. Ho lavorato per quasi vent'anni come redattore al Quotidiano di Sicilia, ho curato contenuti ma anche grafica e impaginazione. Oggi sono una libera professionista. Mi occupo di informazione, uffici stampa e curo sui social media la comunicazione di aziende, anche straniere.

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