Finanziamenti energia rinnovabile, 750 milioni da Intesa Sanpaolo e BEI: le indicazioni per le imprese

L'audit è la mossa preliminare per una corretta pianificazione energetica. Così è possibile evitare di vanificare l'investimento.

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Finanziamento energia rinnovabile imprese

Le richieste di finanziamenti per l’energia rinnovabile da parte delle imprese sono sempre più frequenti. Oltre ai fondi messi a disposizione dal Conto termico 3.0, arrivano nuove risorse. La nuova intesa tra la Banca europea per gli investimenti (BEI) e Intesa Sanpaolo mette a disposizione 750 milioni di euro per sostenere investimenti in efficienza, rinnovabili e digitalizzazione. Le imprese hanno davanti una grande opportunità: trasformare la gestione dell’energia in un vantaggio competitivo e reputazionale. Ma come coglierla? Per scoprilo, Partitaiva.it ha intervistato Samuele Giacometti, esperto in gestione dell’energia (EGE) presso APE FVG,  insieme a Francesca Spigarelli, professoressa di Economia applicata all’università di Macerata.

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Finanziamenti energia rinnovabile: la nuova intesa

Secondo l’esperto, l’accordo rappresenta un passo strategico. “La nuova intesa tra BEI e Intesa Sanpaolo da 750 milioni di euro rappresenta un segnale forte: la transizione energetica non è più un tema accessorio, ma una leva di competitività – spiega -. Le risorse mobilitate sosterranno investimenti in efficienza, rinnovabili, accumulo e digitalizzazione. È il momento per le imprese di integrare la dimensione energetica nella propria pianificazione strategica, superando la logica del ‘costo da ridurre’ a favore di una visione di medio-lungo periodo”. 

Samuele Giacometti

Un’analisi condivisa anche dalla professoressa Spigarelli, che sottolinea come l’accordo possa diventare un elemento strutturale per la crescita del sistema produttivo italiano. “L’intesa tra la Banca europea per gli investimenti e Intesa Sanpaolo può diventare un asset rilevante per lo sviluppo della filiera delle energie rinnovabili oltre che per promuovere la transizione energetica delle imprese italiane. Queste ultime soffrono, rispetto ai competitor internazionali, di elevata vulnerabilità a causa degli alti costi energetici e della volatilità degli stessi. Si prevede il sostegno alla realizzazione di impianti fotovoltaici, eolici onshore e sistemi di accumulo elettrico, nonché, in misura minore, iniziative nel settore delle bioenergy”. L’obiettivo, come spiega l’esperta, è ridurre il costo complessivo lungo il ciclo di vita dell’energia e attenuare la volatilità dei margini attraverso autoproduzione e contratti di fornitura a lungo termine, incoraggiando al tempo stesso l’elettrificazione e la digitalizzazione dei processi produttivi.

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Pianificazione energetica per le imprese: da dove partire

Uno degli errori più comuni è considerare l’energia come una spesa da contenere anziché un ambito da governare con metodo. E il punto di partenza è la conoscenza dei propri consumi. “Il primo passo è la conoscenza – sottolinea Giacometti -. Comprendere come, quando e dove si consuma energia è essenziale per pianificare. Negli audit energetici che ho condotto, i risultati migliori arrivano dalle aziende che riescono a collegare l’analisi dei consumi ai processi produttivi, alla manutenzione e alla logistica. La pianificazione energetica funziona quando diventa parte della gestione aziendale, non un documento tecnico da archiviare”.

La qualità dei dati, aggiunge la professoressa Spigarelli, è anche un fattore chiave per l’accesso al credito e per la reputazione aziendale. “Si migliora il profilo ambientale, sociale e di governo dell’impresa, facilitando l’accesso a capitale meno costoso. Inoltre, si offre la possibilità di aprire mercati e catene di fornitura in cui la compliance alla sostenibilità è un requisito imprescindibile”, aggiunge.

Dati leggibili e strumenti digitali

L’approccio analitico si traduce sempre di più in strumenti operativi che rendono l’energia “visibile” anche a chi non è tecnico. È in questa direzione che APE FVG ha sviluppato una piattaforma digitale dedicata. “In questo percorso abbiamo sviluppato strumenti dedicati, come il ‘Portale Energia’, una piattaforma che rende leggibili i flussi energetici e i principali indicatori di prestazione – sottolinea l’avvocato -. Anche elementi visivi semplici, ad esempio il colore rosso per l’energia elettrica prelevata e verde per quella autoconsumata da fotovoltaico, aiutano l’imprenditore a interpretare i dati e a trarne indicazioni operative. L’obiettivo è stimolare un’attenzione nuova: passare dai numeri ai comportamenti, dalla spesa alla gestione”.

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Finanziamenti energia rinnovabile Intesa Sanpaolo-Bei: come approfittarne

Oggi la finanza guarda con attenzione alla qualità dei piani energetici presentati dalle imprese. La possibilità di accedere ai fondi dell’intesa BEI-Intesa Sanpaolo passa anche da qui. “Per accedere ai finanziamenti e alle garanzie previsti dall’intesa, le imprese devono presentarsi con progetti solidi e dati misurabili. Disporre di un audit o di un piano energetico aggiornato facilita il dialogo con le banche e permette di quantificare benefici e ritorni attesi. Oggi la qualità delle informazioni energetiche è anche un criterio di affidabilità finanziaria”, fa sapere Francesca Spigarelli.

Francesca Spigarelli

La professoressa sottolinea, tuttavia, la necessità di una governance chiara per evitare frammentazioni. “Per evitare frammentazione serve una regia istituzionale chiara, con coordinamento e snellimento burocratico rispetto al processo da seguire per l’acquisizione dei finanziamenti e l’implementazione successiva dei progetti finanziati – aggiunge -. Alcuni esperti auspicano sportelli unici a livello locale per attivare le energie imprenditoriali e guidarle nella transizione. Servono informazione e supporto a imprese e territori su come agganciare le opportunità offerte da questo pacchetto di misure”.

Come evitare di vanificare l’investimento

Samuele Giacometti invita le aziende a non farsi trascinare dall’entusiasmo tecnologico, ma a procedere con metodo e visione. “Prima di investire, è importante evitare approcci frettolosi – spiega -. Un impianto fotovoltaico, ad esempio, è efficace solo se ben dimensionato rispetto ai profili di consumo e monitorato nel tempo. La tecnologia da sola non basta: serve metodo, pianificazione e controllo continuo”. 

L’esperta aggiunge che, soprattutto per le PMI, la pianificazione può diventare più efficace se condivisa. “Le imprese, in particolare di piccola e media dimensione, possono usare l’intesa come base finanziaria per iniziative collettive: contratti di fornitura a lungo termine sottoscritti da più aziende di uno stesso distretto; comunità energetiche industriali che condividono produzione e sistemi di accumulo; progetti su aree produttive con lotti adiacenti, anche in siti dismessi – precisa -. La forma aggregata, con profili di consumo combinati e regole di riparto dell’energia e dei benefici, è considerata ideale per i territori italiani e i sistemi di PMI”.

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Finanziamenti energia rinnovabile per investimenti a lungo termine

La transizione energetica, conclude Samuele Giacometti, è anche un’occasione per migliorare il modo stesso di fare impresa. “Chi inizia oggi a gestire consapevolmente la propria energia avrà un vantaggio competitivo nei prossimi anni. Ho visto in prima persona che la vera svolta arriva quando l’energia non è più percepita come una voce di costo, ma come una leva strategica per innovare e rafforzare la propria posizione in un mercato sempre più attento ai temi energetici”. 

Sulla stessa linea, la professoressa precisa come la competitività futura passi anche dalle competenze interne. “È indubbio che per promuovere un vero cambiamento strutturale della postura competitiva delle nostre imprese occorrono non solo cambiamenti tecnici e tecnologici che i canali di finanziamento possono abilitare: occorrono cambiamenti organizzativi e dei modelli di business – spiega -. Per riversare le opportunità dell’accordo Intesa-BEI nei piani energetici e industriali sono necessarie competenze specifiche in azienda. Si tratta di competenze tecniche e manageriali: gestione dei carichi e della manutenzione dei sistemi fotovoltaici, eolici e di accumulo; analisi dei dati di consumo; conoscenza dei contratti di fornitura a lungo termine; misurazione dell’impronta ambientale lungo il ciclo di vita; sicurezza informatica applicata agli impianti. Occorrono imprenditori e manager pronti a gestire il cambiamento e ad abbracciare la transizione. Dove questa capacità si manifesta, il cambiamento strutturale promosso dal mix energetico nuovo, integrato con sistemi di intelligenza artificiale, può diventare leva di riposizionamento competitivo, accesso a filiere che richiedono standard “verdi” e attrazione di personale qualificato”.

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Cristina Siciliano

Giornalista e scrittrice

Giornalista pubblicista, classe ‘97, con una solida formazione classica. Dopo la laurea conseguita con lode in Filologia Moderna, ho frequentato un Master in giornalismo politico-economico multimediale presso la 24ORE Business School. Ho collaborato con testate nazionali, come Leggo.it, e locali. Sono autrice del libro Breviario del silenzio: tra anima e parole, edito da Affiori, marchio di Giulio Perrone Editore.

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