CDM approva il DPFP: deficit al 3% nel 2025, crescita PIL prudente e taglio del debito dal 2027

Il governo ha approvato giovedì 2 ottobre il documento programmatico di finanza pubblica (DPFP), dettando le linee guida della prossima legge di bilancio. Ecco come verranno distribuite le risorse e quali sono proiezioni e priorità dell'agenda politica

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Consiglio dei ministri approva dpfp

Il Consiglio dei Ministri, giovedì 3 ottobre 2025, su proposta del ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato il documento programmatico di finanza pubblica (DPFP).

Il documento, propedeutico all’approvazione della legge di bilancio 2026, che dal 2025 ha sostituito la NADEF, traccia la cornice entro cui si muoverà la prossima manovra e, più in generale, la traiettoria dei conti pubblici italiani nel 2026 e nei successivi due anni (2027 e 2028).

Il quadro che emerge dal DPFP è quello di una politica economica improntata alla prudenza, soprattutto sul fronte della crescita del PIL, ma che allo stesso tempo punta a ricondurre deficit e debito, senza rinunciare a investimenti strategici in settori cruciali come la difesa, la sanità, la natalità e la competitività delle imprese.

PIL in crescita lenta

Sul fronte della crescita economica, il DPFP si muove con cautela estrema. Per il 2025 la stima del PIL programmatico è di appena +0,5%. Per il triennio successivo le proiezioni sono solo lievemente migliori (+0,7% nel 2026, +0,8% nel 2027 e +0,9% nel 2028).

Tutti valori, questi, che tengono sicuramente conto dell’attuale incertezza geopolitica e del rallentamento dell’economia globale e che ovviamente non sono da considerare fissi, ma potrebbero cambiare.

Deficit al 3% nel 2025

Il DPFP conferma poi che il rapporto deficit/PIL nel 2025 sarà al 3%, soglia che coincide con il limite fissato dai parametri europei di Maastricht. Il dato, coerente con quanto indicato nel Piano strutturale di bilancio (PSB) e nel Documento di finanza pubblica (DFP) dello scorso aprile, rassicura Bruxelles e contribuisce al rispetto del percorso di rientro concordato a livello UE.

Per gli anni successivi, la traiettoria resta in discesa: 2,8% nel 2026, 2,6% nel 2027 e 2,3% nel 2028. Questo andamento dovrebbe consentire all’Italia di uscire progressivamente dalla procedura di disavanzo eccessivo, un traguardo non scontato, considerando le pressioni su spesa pubblica e investimenti.

Riduzione progressiva del debito pubblico dal 2027

Uno dei passaggi più significativi del DPFP riguarda il rapporto debito/PIL. Dopo anni di crescita o di stabilità su valori molto alti, il documento prevede una riduzione graduale a partire dal 2027. Il debito, infatti, si attesterà su valori inferiori rispetto a quelli previsti.

Mentre nel 2026 era indicato al 137,8% del PIL, il nuovo scenario programmatico lo riduce e lo porta al 136,4% nel 2028. Un calo che avverrà soprattutto quando verrà meno l’effetto distorsivo del Superbonus edilizio, che negli ultimi anni ha inciso pesantemente sui conti pubblici.

Difesa, sanità e natalità: le priorità della spesa

Con l’approvazione del DPFP il Governo ha tracciato anche le priorità politiche della prossima legge di bilancio, ovvero come verranno distribuire le risorse nel 2026 e a cosa saranno destinate.

Nel dettaglio, è previsto un incremento progressivo delle spese per la difesa, pari a +0,15% del PIL nel 2026, +0,3% nel 2027 e +0,5% nel 2028, ma solo dopo l’uscita dall’eccesso di deficit. L’impegno è stato preso in linea con gli accordi NATO e con la necessità di rafforzare la sicurezza europea, in un contesto di crescente instabilità internazionale.

Inoltre, le risorse verranno destinate a un ulteriore rifinanziamento del Fondo sanitario nazionale e alle misure a sostegno delle famiglie, con interventi per incentivare la natalità e agevolare l’equilibrio tra impegni professionali e familiari.

Taglio al cuneo fiscale

Un altro pilastro della manovra delineata dal DPFP sarà la ricomposizione del prelievo fiscale, con l’obiettivo dichiarato di ridurre il carico sui redditi da lavoro, continuando nel percorso già avviato con la precedente legge di bilancio, che aveva reso strutturali alcuni tagli al cuneo fiscale.

Parallelamente, saranno introdotte misure per stimolare gli investimenti delle imprese e migliorarne la competitività, in una logica di sostegno alla crescita strutturale.

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